Oggi è l’ultimo giorno del 2010, e come di consueto, si tirano le somme dell’anno ormai passato. Devo dire che il 2010 non è stato un anno portatore di buone novelle.
Il 2010 verrà ricordato certo, ma non come un anno molto fortunato: è stato l’anno della protesta dei cassintegrati della Vinyls che, per difendere il proprio posto di lavoro e salvare il settore chimico in Italia, sono da 310 giorni sull’Isola dell’Asinara e, probabilmente riusciranno nel 2011 a tornare al loro lavoro.
L’anno 2010 è stato l’anno delle dure proteste studentesche contro la riforma Gelmini che, come mai visto prima, hanno portato all’occupazione dei monumenti più significativi dell’Italia, per dire che la cultura è il futuro.
Si ricorderà quest’anno per la “manovra lacrime e sangue” che ha colpito soprattutto i dipendenti pubblici col blocco degli stipendi, dei forti tagli alla cultura, alla ricerca e allo spettacolo; l’anno in cui è divenuta legge dello stato il famigerato “collegato lavoro”, l’anno della rivolta degli immigrati.
Nel frattempo poi, Marchionne ha detto addio alla Confindustria e per la prima volta, ha imposto pesanti deroghe ai CCNL per poter investire nella produzione di auto italiane con i casi Pomigliano e Mirafiori.
E’ stato l’anno dei contratti di solidarietà della Telecom, delle vertenze tuttora irrisolte come quella Omsa, Fincantieri, Indesit e Eton.
E se ciò non bastasse, potremmo sempre ricordarci che il 2010 è stato l’anno della rottura tra Fini e Berlusconi, l’anno di Ruby o dell’emergenza continua della “monezza” in terra napoletana.
Anche in Europa non è andata benissimo: la crisi dell’Euro, la bancarotta della Grecia, l’eruzione del vulcano islandese, il terribile terremoto di Haiti; l’anno del nobel per la pace consegnato ad una sedia vuota perchè il vincitore, Liu Xiaobo è in carcere nella lontana e dittatoriale Cina.
Qualcosa di bello è accaduto: Assange che con il suo wikileaks ha fatto tremare le diplomazie di tutte il mondo; la liberazione di Aung San Suu Kyi e i mondiali di Mandela della meravigliosa terra D’Africa….
Molti di questi avvenimenti segneranno anche il 2011; l’augurio di Lavoro e Diritti e che il nuovo anno sia portatore di pace sociale e di un lavoro degno di tale nome per tutti. Che l’anno che verrà tolga la crisi che attanaglia l’Europa e ci faccia finalmente respirare.
Un augurio di vero cuore affinchè tutti voi possiate semplicemente realizzare i vostri desideri!