E’ proprio vero che la necessità aguzza l’ingegno! In un periodo di forte disoccupazione e di precariato come quello odierno, ecco che si fanno strada la fantasia e l’ingegno; doti necessarie per chi non vuole starsene più a casa a deprimersi perchè non ha lavoro e soprattutto non riesce a trovarlo.
E’ questo quello chi i sociologi definiscono il “quaternario” che non è la nuova era geologica in cui viviamo ma è semplicemente l’inventarsi nuovi mestieri per poter sbarcare il lunario e avere modo di sopravvivere in quella che ormai più che essere definita vita, può essere chiamata una “lotta alla sopravvivenza”.
Assistiamo così al fiorire di attività fino a qualche tempo fa inesistenti o impensabili; l’esercito di nuovi lavoratori, sicuramente atipici è costituito soprattutto da giovani e, non pochi sono anche i laureati. Questi ultimi si inventano lavori legati alle loro competenze tecniche acquisite con lo studio, o con anni di lavoro: pensiamo ai web designer, oppure ai computer sitter che non sono altro che ragazzi che insegnano l’utilizzo del pc a persone più anziane o che semplicemente ci vengono in aiuto per ripare il nostro pc o istallarne di nuovi.
Chi non ha avuto la fortuna o la voglia di studiare, ricorre a tipologie di lavoro come dire, più manuali o semplicemente cercano di trasformare in lavoro una passione: sempre più spesso sentiamo parlare di dog sitter (angeli che si prendono cura dei nostri amici a quattro zampe);oppure di accompagnatori di bambini che, più che baby sitter si limitino ad accompagnare i bambini magari in palestra piuttosto che in piscina e così via.
Ci sono i pizza express o ragazzi che si offrono di farci la spesa e portarcela a casa o magari, di fare kilometri di fila alle poste per pagarci la bolletta o per comprarci le medicine; persone che all’uscita della metro o di una stazione vendono giornali o anche, esperti che, dopo aver fatto corsi di formazione a doc ci aiutano a fare shopping e ci curano il look.
Sono questi, tutti mestieri che stravolgono le regole del classico rapporto di lavoro poichè non hanno nessuna forma di tutela e garanzia: non sono preceduti da un contratto di lavoro, non danno diritto alla disoccupazione (nel caso si vangano a perdere), non sono validi ai fini pensionistici e assicurativi e sono esentasse.
Ma in fondo non ha importanza, perchè consentono ai giovani (e non solo) precari , disoccupati o studenti di avere quel sostentamento economico che potrebbe servire anche solo per “cacciarsi qualche sfizio” ma che, molto più spesso, rappresentano l’unica entrata economica per poter vivere.