Ancora un altro studio, ancora un’altra batosta, se per caso qualcuno non si fosse ancora reso conto della drammatica situazione in cui ci troviamo. Questa volta a lanciare l’allarme è la CISL che pubblica il IX Rapporto Cisl sull’industria in Italia.
L’ultimo quinquennio che va dal 2007 ad aprile 2012, mese a cui arriva lo studio, può essere riassunto, secondo lo studio con quattro numeri. “I volumi produttivi si sono ridotti del 20,5%, gli ordinativi del 17,9%, il fatturato del 4,5%, l’occupazione del 6,8%.”
La Cassa Integrazione
L’industria è riuscita a compensare la riduzione dei volumi produttivi e degli ordinativi, aumentando la qualità dei prodotti e i prezzi relativi, con una riduzione dell’occupazione più vicina alla perdita di fatturato che di volumi, grazie al ricorso esteso agli ammortizzatori sociali, continua lo studio.
Fra il 2007 e il 2011 le ore di cassa complessive, per l’industria e l’edilizia variano in aumento del 315,9%, con un’esplosione della Cassa in Deroga, che passa dal 7,4% al 14% delle ore totali di cassa autorizzate. Secondo l’organizzazione del leader Bonanni, sarebbero 201.096 i lavoratori stimati a zero ore, coinvolti in processi di Cassa Integrazione speciale o in deroga e quindi a rischio. Mettendoli in conto, per esercizio di simulazione, la riduzione di posti di lavoro effettiva e potenziale, equivarrebbe a circa 675.000 unità.
L’occupazione
All’ingresso nella nuova fase recessiva (primo trimestre 2012) l’industria arriva con 473.640 posti di lavoro in meno (-6,8%) rispetto all’inizio del 2007. L’industria ha perso il 6,6% di occupati, le costruzioni il 7%.
Provvedimenti urgentissimi
Il report comunque non si limita a dare numeri, già più o meno noti, ma cerca a grandi linee di dire cosa andrebbe fatto nel breve periodo per stimolare l’economia e far ripartire l’occupazione e che riguardano a grandi linee:
Provvedimenti urgentissimi
- Crisi di liquidità e soccorso alle PMI
- Industria e politiche industriali
- Produttività
Le azioni necessarie per “fare sistema”e valorizzare l’esistente
- sostenere i poli tecnologici del Sud
- avviare politiche vere di attrazione d’investimenti dall’estero
- avviare politiche di sistema per le PMI ed i distretti
- valorizzare il settore agroalimentare
- rafforzare l’operatività dell’unità di crisi presso il MiSE
- Far decollare vere politiche attive del lavoro, attraverso la formazione e la riqualificazione dei lavoratori
Il rapporto completo

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