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Il Decreto Anticipi è Legge: aumenti per Pensioni e stipendi pubblici e altre novità su lavoro e fisco

Con 164 voti e favore e 115 contro il Decreto Anticipi ha ottenuto il via libera definitivo alla Camera: le novità su pensioni fisco e lavoro


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di - 16 Dicembre 2023

Con 164 voti e favore e 115 contrari il Decreto Anticipi ha ottenuto il via libera definitivo dalla Camera. All’interno del testo sono previste alcune importanti novità sotto il profilo fiscale: una delle più importanti è la proroga fino al 18 dicembre 2023 per pagare le prime due rate della rottamazione delle cartelle.

Le novità introdotte dal Decreto Anticipi, però, non finiscono qui. Viene introdotta la nuova disciplina sugli affitti brevi ed è previsto l’aumento di 800.000 euro in tre anni del limite massimo di richiesta del tax credit al 30% che possono inoltrare le aziende che producono video musicali, fonogrammi e musica dal vivo. Viene, inoltre, rifinanziato il bonus trasporti, per un ammontare massimo pari a 35 milioni di euro.

Ma vediamo nel dettaglio cosa introduce il Decreto Anticipi.

Decreto Anticipi, arriva l’ok dalla Camera

Il Decreto Anticipi è stato approvato alla Camera con 164 sì e 115 voti contrari. Il testo contiene alcune misure urgenti in materia economica e fiscale riservate agli enti territoriali. Vengono introdotte alcune novità anche per la tutela del lavoro.

Attraverso il decreto – che è stato convertito in legge – sono stati anticipati alcuni interventi al 2023 in modo da alleggerire la spesa statale nel corso del 2024, quando tornerà ad essere applicato il patto di Stabilità.

Pensioni

Confermato l’anticipo al 2023 del conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni, che per l’anno in corso costituiscono un onere pari a 2 miliardi di euro.

Stipendi pubblici

Con il Decreto Anticipi è previsto a partire dal mese di dicembre 2023, a valere sul 2024, l’indennità contrattuale prevista per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, che abbiano sottoscritto un contratto a tempo indeterminato. L’onere previsto per questa spesa ammonta a 2 miliardi di euro. Il costo potrebbe non limitarsi a questa spesa, dato che potrebbero esserci ulteriori conguagli nel corso dei prossimi mesi.

Irpef: le seconda rata

Il Decreto anticipi ha previsto che solo e soltanto per il periodo d’imposta 2023 venga rinviata la seconda rata dell’Irpef per i titolari di partita Iva, che abbiano maturato ricavi o compensi inferiori a 170.000 euro. I diretti interessati dovranno effettuare il versamento entro il 16 gennaio 2024 senza interessi. È possibile rateizzare i pagamenti fino ad un massimo di cinque rate mensili di pari importo – con scadenze da gennaio a maggio 2024, il 16 di ogni mese -, sulle quali dovranno essere applicati gli interessi a partire dalla seconda rata.

Smart working e rottamazione quater

A seguito del passaggio parlamentare sono state approvate alcune norme, tra le quali vi è anche la proroga dello smart working fino al prossimo 31 maggio 2024. Potranno usufruirne i genitori con figli fino a 14 anni.

La disposizione, inoltre, ha modificato il calcolo della soglia dei fringe benefit e risolve il problema dei mutui agevolati, che gli istituti di credito hanno concesso ai propri dipendenti.

Il Parlamento, inoltre, ha anche approvato la norma attraverso la quale sono stati resi esenti Iva gli interventi di chirurgia estetica che abbiano delle finalità terapeutiche.

Ma non solo: è stata confermata la riapertura dei termini per effettuare il versamento delle rate scadute della rottamazione quater: nello specifico i contribuenti hanno ancora tempo per mettersi in regola con i pagamenti scaduti il 31 ottobre ed il 30 novembre 2023. La nuova scadenza è prevista per il 18 dicembre 2023.

La riforma del Fondo di Garanzia per le Pmi vale anche per il 2024. Sicuramente una delle novità più importanti prevede la possibilità per gli enti del Terzo settore di accedere al fondo.

Ma perché gli aumenti sono stati anticipati

A questo punto risulta importante comprendere quali siano i motivi per i quali il Governo ha deciso di anticipare alcuni pagamenti. La risposta è molto semplice: il Patto di Stabilità.

Il prossimo anno, infatti, la norma europea che fissa un tetto alla spesa pubblica tornerà in vigore. L’obiettivo di questa direttiva è quella di ricondurre il Pil sotto il 3%. anticipare alcune spese e riuscire a metterle già in bilancio quest’anno, quando non c’è ancora il patto di stabilità, permetterà di inserire altre spese nel corso del 2024.

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Tags: governo