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Gil, Pal e Gal: cosa sono e come potrebbero funzionare

Gil, Pal e Gal per rivoluzionare le misure a sostegno del reddito dopo l'addio al reddito di cittadinanza. Le principali novità in arrivo.


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di - 17 Aprile 2023

Come abbiamo già ricordato, il reddito di cittadinanza è destinato ad essere archiviato nei prossimi mesi, per fare spazio a nuovi strumenti di sostegno al reddito di chi non ha lavoro. Le ultime novità si collegano a rilevanti indiscrezioni che giungono da Palazzo Chigi: a partire dai prossimi mesi, infatti, il reddito di cittadinanza (RdC) sarà suddiviso in tre distinte misure. Ci riferiamo alla Garanzia per l’inclusione (Gil), alla Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) e alla Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal).

Si tratta delle tre forme di sostegno alle famiglie povere e ai cosiddetti “occupabili” di cui si trova traccia nella bozza del decreto Lavoro allo studio del governo.

Di seguito vedremo da vicino le prime anticipazioni in proposito e faremo il punto della situazione, onde capire cosa cambierà in concreto di qui a breve. Di riferimento sono i dettagli che emergono dalla bozza del provvedimento con le novità che affrontano il passaggio dal reddito di cittadinanza al nuovo apparato di misure. I dettagli.

Gil, Pal e Gal al posto del RdC: il nuovo contesto di riferimento

Gil è la sigla della cd. ‘Garanzia per l’inclusione’, ovvero il nuovo strumento che prenderà il posto del discusso reddito di cittadinanza, ma sulla scorta di quanto emerso dalle recenti indiscrezioni, esso sarà attivo soltanto a decorrere dal primo gennaio 2024. Pertanto il nuovo reddito di cittadinanza non si chiamerà come anticipato “Mia”, ma Garanzia per l’Inclusione,

Nel periodo anteriore e a partire da settembre sarà anticipato dalla cosiddetta Pal – la Prestazione di accompagnamento al lavoro – e sarà accompagnato altresì dalla Gal – ovvero la Garanzia per l’attivazione lavorativa – per i nuclei in stato di povertà assoluta – a cominciare dal 2024.

Nel nuovo schema il sussidio principale, vale a dire la Gil, sarà assegnato su domanda ad hoc e non più anche ai single (come poteva avvenire per il RdC) ma esclusivamente ai nuclei familiari svantaggiati.

Questi ultimi sono quei nuclei con basso reddito e con almeno un membro con disabilità, un minore, un soggetto con almeno 60 anni di età o un soggetto in riferimento alla quale è stata accertata una patologia che permette di accedere all’assegno per l’invalidità civile.

Quel che è certo – lo rimarchiamo – è che il reddito di cittadinanza, così come lo abbiamo conosciuto finora, sarà destinato comunque a sparire entro la fine del 2023.

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Gil: cos’è, quanto spetta e qual è la durata del sussidio

La cosiddetta Gil avrà un ammontare base entro i 780 euro (500 euro di base + eventuali 280 per l’affitto), parametrato alla scala di equivalenza familiare, per un totale massimo pari a 1.380 euro al mese o 1.430 euro se nucleo con un disabile grave.

Facendo un esempio pratico e due rapidi conti, in base alle indiscrezioni emerse sulle nuove regole una famiglia con due adulti e due minori senza handicap ed in affitto, ad esempio, otterrà 850 euro al mese, insieme a 280 euro per il canone di locazione. Ricordiamo anche, dal punto di vista tecnico, per ‘scala di equivalenza’ si deve intendere un indicatore che esprime, in senso relativo, i bisogni di famiglie con caratteristiche differenti rispetto a una famiglia di riferimento, i cui bisogni sono posti in via convenzionale come uguali alla cifra 1.

Sul piano temporale, la durata della Garanzia per l’inclusione sarà pari a 18 mesi rinnovabili per altri 12 mesi (con sospensione di un mese tra le due richieste di prestazione).

Secondo le stime la Gil riguarderà circa 709mila nuclei familiari per una spesa di poco superiore ai 5,3 miliardi di euro.

Quali sono i requisiti d’accesso

Come già anticipato dalle istituzioni nelle scorse settimane, anche i requisiti ISEE di accesso al nuovo sussidio saranno più stringenti. La soglia massima per usufruirne calerà scenderà infatti dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro annui, ma si allargherà il contesto dei beneficiari per ciò che attiene al requisito della residenza in Italia, che dovrebbe scendere da 10 a 5 anni (di cui gli ultimi due continuativi).

Previsti anche valori massimi per il valore della prima e della seconda casa. Rigido il limite per i depositi bancari perché dovranno essere entro i 10mila euro.

Fase di accompagnamento al lavoro e le offerte congrue

Il nuovo strumento e le nuove politiche attive sul piano dell’accompagnamento al lavoro mirano espressamente alla riqualificazione, primo step chiave con il lancio del nuovo strumento sostitutivo del reddito di cittadinanza per gli occupabili.

Lo ha già anticipato il Ministero del Lavoro: l’intenzione è quella di sollecitare il più possibile la fase di formazione, ricerca del lavoro e inserimento, al di là e oltre le difficoltà e criticità emerse in riferimento al reddito di cittadinanza.

Per questo l’obbligo di formazione sarà caratterizzato da un nuovo meccanismo di presa in carico e avviamento da parte dei CPI (Centri per l’Impiego), con il potenziamento del programma GOL (Garanzia Occupazione Lavoro).

A seguito dell’individuazione dell’iter di riqualificazione o inserimento, il passo successivo sarà il Patto di attivazione digitale assieme al Patto di servizio. In termini pratici ciò vuol dire che i percettori del sussidio Gil – ex reddito di cittadinanza – dovranno rispettare gli obblighi formativi di cui alla legge e accettare le proposte di lavoro che riceveranno con i Centri per l’Impiego.

A conferma della linea tracciata dall’ultima manovra 2023, le offerte di lavoro congrue non potranno essere rifiutate, altrimenti il beneficiario del Gil perderà il contributo economico e l’accesso al programma di riqualificazione e di reinserimento lavorativo.

Le offerte di lavoro saranno gestite da una piattaforma digitale ad hoc e saranno classificate come congrue, se in linea con la profilazione del soggetto e con la sede di lavoro nella provincia di residenza.

Pal e Gal: che succede a chi perderà il RdC

Il provvedimento di legge che introdurrà formalmente il nuovo quadro di regole indicherà anche il destino dei circa 850mila soggetti che saranno senza sussidio dopo agosto – ovvero allo scadere dei 7 mesi di durata massima del reddito di cittadinanza per il 2023. Comunque, i soggetti occupabili saranno indirizzati alle forme di riqualificazione di cui al programma di formazione GOL e al patto di attivazione digitale.

In particolare, la riforma delle politiche attive per il lavoro interverrà nel periodo transitorio che va da settembre a dicembre di quest’anno e, pertanto, i soggetti occupabili che vedranno archiviato il reddito di cittadinanza potranno conseguire la Prestazione di Accompagnamento al Lavoro (Pal), vale a dire un sussidio mensile di 350 euro per un single, oppure un contributo pari all’assegno che la famiglia incassava anteriormente. Detto sussidio Pal varrà durante la fase transitoria tra settembre e dicembre e sarà erogato a coloro che hanno sottoscritto un patto per il lavoro e sono inseriti in misure di politica attiva.

Invece, ai nuclei familiari senza requisiti per la suddetta Gil, e con:

lo Stato assicurerà un sussidio temporaneo al mese di 350 euro avente il nome di Gal (Garanzia per l’attivazione lavorativa). La misura avrà una durata limitata e pari al massimo 12 mesi non rinnovabili (no contributo affitto), tuttavia potrà essere allargata ad un secondo membro che incasserebbe 175 euro – fino ad un massimo di 525 euro per coppia. Anche in questo caso varrà comunque  l’obbligo di percorso personalizzato per l’inserimento nel mondo del lavoro.

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This post was last modified on 11 Ottobre 2023

Categories: Soldi e Diritti
Tags: Reddito di CittadinanzaVideo