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Il reddito di cittadinanza non può aiutare chi si rovina al gioco

Il reddito di cittadinanza non può sostenere economicamente i ludopatici che si rovinano al gioco d'azzardo. Ecco cosa dice la Consulta.


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di - 4 Aprile 2024

Il reddito di cittadinanza non deve sostenere la ludopatia. È quanto sostenuto dalla sentenza n. 54 del 29 marzo 2024 della Corte Costituzionale, attraverso la quale i giudici hanno sostenuto che l’ormai scomparso sussidio non debba aiutare chi si rovina al gioco.

La questione di costituzionalità è stata sollevata per un caso di una persona che aveva inoltrato la richiesta per il reddito di cittadinanza senza dichiarare le vincite precedenti al gioco. Ma, soprattutto, non ha comunicato le vincite percepite mentre riceveva il sussidio.

La Consulta ha respinto le questioni relative alla legittimità costituzionale del contributo sollevate in riferimento agli articoli 3, secondo comma, e 25 della Costituzione sulle disposizioni del Decreto Legge n. 4/2019. I giudici, inoltre, hanno sottolineato come il meccanismo non sia stato progettato per dare un appoggio economico alle persone che si trovano in difficoltà economica perché giocano d’azzardo.

Il reddito di cittadinanza non deve alimentare la ludopatia

La sentenza n. 54/2024 della Corte Costituzionale è destinata a fare scuola. Secondo i giudici, infatti, il meccanismo attraverso il quale è stato costruito il reddito di cittadinanza impedisce l’accesso alla misura a quanti, grazie alle vincite al gioco, superano le soglie di reddito necessarie per accedervi. Anche se gli stessi sono diventati poveri a causa, invece, delle perdite che hanno registrato.

Sostanzialmente, secondo i giudici, non spetterebbe allo Stato fornire assistenza a quanti si siano rovinati con il gioco. L’ostacolo ad accedere al sussidio non è la povertà generata dalla ludopatia, ma la ludopatia stessa. Questa, infatti, costituisce uno degli ostacoli che, almeno in linea teorica, dovrebbe rimuovere proprio la Repubblica.

Utilizzare il reddito di cittadinanza per il gioco d’azzardo – secondo la Corte Costituzionale – è vietato. Il sussidio, infatti, ha un compito ben preciso: quello di realizzare un principio di eguaglianza sostanziale, che non può essere invocato da quanti stanno violando le regole su cui si basa il programma a cui partecipano.

Le vincite al gioco devono essere dichiarate

È necessario poi ricordare che le vincite al gioco devono essere dichiarate. Mentre non risulta essere possibile prendere in considerazione le perdite che sono correlate all’attività del gioco. Questo significa, in altre parole, che nel momento in cui una persona si trova in povertà nonostante le vincite, questa situazione è da ascriversi al fatto che ha deciso di dissipare il proprio reddito con il gioco.

Nella sentenza si legge che:

La giocata on line assume il carattere di una qualunque spesa, in questo caso voluttuaria, che la persona ha effettuato con un reddito di cui ha la disponibilità, coincidente con l’accreditamento delle vincite sul suo conto gioco; non si può, quindi, pretendere che la solidarietà pubblica si faccia carico di una spesa di tal genere».

Poiché devono essere dichiarate le vincite al gioco, senza che sia possibile considerare le relative perdite, la situazione di povertà «in cui la persona si sia venuta a trovare nonostante le vincite è, insomma, comunque quella di chi, avendo una disponibilità economica, l’ha dissipata giocando.

Comportarsi in maniera differente porterebbe ad alimentare la ludopatia nei soggetti che ancora ne soffrono. Il rischio maggiore, però, sarebbe quello di creare una rete di salvataggio che porterebbe ad una deresponsabilizzazione del soggetto che gioca.

Chi ha il vizio del gioco non può essere aiutato

La Corte Costituzionale ha preso posizione a trecentosessanta gradi sulla ludopatia. È stata anche respinta l’ipotesi per la quale il reddito di cittadinanza potesse incentivare il gioco d’azzardo. O, addirittura, arrivare a deresponsabilizzare le persone ludopatiche. I giudici hanno sottolineato che risulterebbe essere controproducente alimentare la ludopatia.

I giudici, inoltre, hanno escluso le violazioni del principio di determinatezza della legge penale, che, volendo sintetizzare al massimo, prevede che le leggi debbano essere sufficientemente chiare per poter essere capite da chiunque.

Il reddito di cittadinanza, tra l’altro, può essere richiesto tramite i centri di assistenza fiscale, così come prevede la legge. Questo significa che, benché la normativa che lo ha istituito possa sembrare complicata, è possibile comprendere appieno quali siano gli obblighi a cui sottostare nel momento in cui si dichiarano delle vincite a giovo si inoltra la richiesta per ottenere il reddito di cittadinanza.

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Tags: Corte CostituzionaleReddito di Cittadinanza