Nuove regole per i bonus casa. Dal 1° marzo 2023 la ritenuta sui bonifici parlanti – quelli, per intenderci, che sono necessari per ottenere le varie agevolazioni fiscali – passa dall’8 all’11%. Ad introdurre questa novità è stata la Legge di Bilancio 2024.
Sono diverse le agevolazioni edilizie interessate dall’aumento della ritenuta sui bonifici parlanti: si parte dal superbonus, si passa dall’ecobonus per arrivare fino al sismabonus. Ma non solo: la novità impatta anche sul bonus ristrutturazione e sul bonus barriere architettoniche al 75%.
Quale effetto avrà questa novità sui contribuenti e sulle imprese. A pagarne le conseguenze saranno prima di tutto queste ultime, che vedranno calare la liquidità immediata. L’aumento delle trattenute effettuate sui bonifici parlanti, sostanzialmente, consiste in un aumento di quanto viene trattenuto sugli importi ricevuti e che, in un secondo momento, verranno recuperati come rivalsa sull’Irpef o sull’Ires.
Bonifici parlanti: cosa cambia per i bonus casa
Dal 1° marzo 2024 si andranno ad applicare alcune delle misure che sono state inserite all’interno della Legge di Bilancio 2024. E che riguardano direttamente i bonus casa. Le banche e Poste Italiane, infatti, aumenteranno le ritenute che verranno applicate sui bonifici parlanti effettuati dai beneficiari delle agevolazioni.
Ad essere interessati da questa novità sono i pagamenti connessi ai lavori relativi al:
- superbonus;
- ecobonus;
- sismabonus;
- bonus ristrutturazione;
- bonus barriere al 75%.
A titolo di acconto Irpef verrà applicata una ritenuta che passa all’11% dal precedente 8%. Ad essere sottoposta alla suddetta ritenuta sono tutte le somme dovute dai committenti per poter usufruire delle agevolazioni fiscali.
La modifica è stata prevista dall’articolo 1, comma 88, delle Legge n. 213/2023 – ossia la Legge di Bilancio 2024 – e andrà ad incidere immediatamente sulla liquidità delle imprese. Sarà necessario, infatti, andare ad applicare a titolo di acconto per le imposte dovute del beneficiari delle agevolazioni, con il successivo obbligo di rivalsa. Volendo sintetizzare al massimo, la somma viene trattenuta dall’importo del bonifico e, in un secondo momento, viene recuperato dall’azienda stessa.
Purtroppo – almeno dal punto di vista delle aziende – il 3% delle somme non andranno a finire nella disponibilità delle stesse, con il rischio di possibili ripercussioni sull’andamento del cantiere.
Le conseguenze dell’aumento della ritenuta sui bonifici parlanti
La Legge di Bilancio 2024 ha previsto, in linea generale, esclusivamente l’aumento dell’anticipo delle imposte che devono essere versate. Le conseguenze di questa novità potrebbero essere diverse e molto pesanti.
Il Sole 24 Ore ha stimato un aumento per l’Erario pari a 622 milioni di euro. Maggiori entrate per lo Stato, ma una minore liquidità immediata per le aziende. Una situazione che potrebbe tradursi in una maggior difficoltà nel pagare i fornitori e – di conseguenza – a far proseguire i cantieri. Una delle ipotesi che stanno circolando è che le aziende potrebbero chiedere un aumento degli importi dai committenti, per riuscire ad ottenere una maggiore liquidità, almeno nell’immediato.
Ricordiamo che l’applicazione della ritenuta viene calcolata dalle banche in maniera automatica. In alcuni casi le imprese potrebbero non avere sufficiente capienza fiscale per poter utilizzare i crediti dell’anticipo delle somme in compensazione. In altre parole, il rischio a cui si starebbe andando incontro è che i crediti possano rimanere nuovamente bloccati per le aziende che effettuano un numero limitato di operazioni.
La percentuale da applicare alla ritenuta è un tema caldo e che ha acceso gli animi nel corso del tempo. Nel corso degli anni si sono visti degli aumenti e delle diminuzioni da quando è stata introdotta la misura.
La percentuale da applicare alla ritenuta sui bonifici parlanti per le agevolazioni fiscali è variata nel tempo. Nel corso degli anni è variata come segue:
- 2010: 10%;
- 2011: 4%;
- 2015: 8%.
Si è cercata una sorta di equilibrio tra i soggetti coinvolti. Ma che al momento non sembra soddisfare gli operatori.