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Spese frequenza università privata, i nuovi limiti di detrazione in dichiarazione dei redditi

A quanto ammontano i limiti di detrazione in dichiarazione dei redditi per le spese universitarie private e pubbliche? Ecco i dettagli.


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di - 14 Febbraio 2024

Quanto si può scaricare nella prossima dichiarazione dei redditi rispetto alle spese universitarie pagate nel 2023? La risposta è diversa a seconda se il contribuente o il suo familiare a carico hanno frequentato un’università pubblica o un’università privata.

Per la prima non sono previsti limiti di spesa, ciò vuol dire che può essere scaricata al 19% tutto l’importo pagato per l’iscrizione e non solo. Sempre tenendo conto dei nuovi paletti alle detrazioni Irpef previsti dalla riforma fiscale. Per quanto riguarda invece le università private, i limiti sono individuati anno per anno con un decreto del MIUR. Ciò avviene tenendo conto degli importi medi delle tasse e contributi dovuti alle università statali.

Rispetto alla prossima dichiarazione dei redditi, 730 o modello Redditi, i limiti sono stati fissati  con il decreto 7 dicembre pubblicato in data 30 gennaio in Gazzetta Ufficiale (GU Serie Generale n.24 del 30-01-2024).

I nuovi paletti valgono anche per le università telematiche che tanto si stanno diffondendo negli ultimi anni.

Detrazioni spese universitarie: un cenno

Prima di rivelare i nuovi limiti di spesa, è utile richiamare alcune delle principali spese universitarie che possono essere scaricate. Iniziamo subito col dire che nessuna detrazione spetta per l’acquisto dei testi universitari. Né per il materiale di cancelleria.

Detto ciò, la detrazione riguarda le spese per la frequenza di (vedi circolare n° 14/2023 – art. 15 c.1 lett. e) del TUIR):

Ad esempio sono detraibili rispetto ai suddetti corsi: le tasse di immatricolazione ed iscrizione (anche per gli studenti fuori corso); le spese sostenute per la c.d. “ricognizione”,  soprattasse per esami di profitto e laurea, ecc.

Nuovi limiti di detrazione per le spese di frequenza università privata

Come detto in apertura, la detrazione per la frequenza delle università private dipende dai limiti fissati anno per anno dal MIUR sulla base: dell’area disciplinare di afferenza del corso e per zona geografica in cui ha sede l’Ateneo presso il quale è presente il corso di studio.

Cosicché, per le spese 2023 che troveranno posto nella prossima dichiarazione dei redditi, si dovrà tenere conto delle seguenti soglie:

C’è un documento allegato al decreto in parola che permette di verificare la riconducibilità  del proprio corso di studio a una delle suddette aree disciplinari. In tal modo è possibile individuare il limite di spesa da considerare.

Dunque, le spese indicate nel quadro E del 730 o del quadro RP del modello Redditi 2024 (periodo d’imposta 2023) non potranno essere superiori al limite come sopra individuato.

Per i corsi di dottorato, di specializzazione e master universitari di primo e di secondo livello € operano invece i seguenti limiti, rispettivamente per Nord, Centro, Sud e isole: 3.900, € 3.100, € 2.900.

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Fisco e Tasse
Tags: ABC Fiscodetrazioni fiscaliDichiarazione dei Redditi