Sempre più nel mondo Hr, delle risorse umane, e in quello dell’orientamento professionale si sente parlare di bilancio delle competenze come strumento utile ed efficacie.
Non solo per i disoccupati o per i lavoratori che vogliono reinventarsi bensì anche per l’impresa come vero e proprio modello di gestione aziendale andando pertanto ad agire sulle performance del proprio team e di conseguenza sulla produttività.
Vediamo di cosa si tratta, perchè è importante farlo e come si compone.
Bilancio delle competenze: cos’è e perché farlo
Il bilancio delle competenze è quindi uno strumento utile ed efficacie usato sempre più nel mondo HR e risorse umane, ma anche nell’ambito aziendale.
L’obbiettivo principale del bilancio è quello di mappare in modo esaustivo tutte le competenze acquisite di una persona in una fase qualsiasi della vita professionale ovvero sia all’inizio di una carriera da costruire sia durante un percorso di realizzazione personale già iniziato.
Tramite alcune attività specifiche quali ad esempio colloqui individuali o di gruppo (al fine di aumentare la consapevolezza tramite il confronto con altri) e test di auto-valutazione il bilancio ha l’arduo compito di realizzare una sorta di fotografia “ai blocchi di partenza” della persona beneficiaria.
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Dopo questa iniziale instantanea, che potremmo definire più superficiale, si parte con una vera e propria fase più specifica e profonda. Si effettua infatti, una indagine più scrupolosa tramite domande che pongono in relazione le due sfere della persona: quella più strettamente professionale e quella più umana e personale.
Punti di interesse del lavoratore
Diviene fondamentale pertanto andare a delineare:
- quali sono i punti di interesse del lavoratore,
- le nuove aree di apprendimento che vuole intraprendere,
- le proprie attitudini,
- ma anche le motivazioni che lo spingono e che lo hanno spinto a determinate scelte nonché andare porlo nelle condizioni di poter stabilire
- e soprattutto riconoscere i propri punti di forza e i punti di miglioramento sui quali si vuole agire.
La persona – anche se si tratta indubbiamente di un percorso volto ad aumentare la sua professionalità – non deve essere vista esclusivamente per “ciò che sa fare” o come si presenta, ma per “chi è “ realmente. Questo non è nient’altro che la somma dei valori accumulati nel tempo e dalla differente sensibilità che contraddistingue ognuno di noi.
Nel bilancio hanno dunque un ruolo cardine anche tutte quelle competenze delle quali le persone tendenzialmente hanno poca conoscenza di sé e che invece, se potenziate in modo adeguato ed utilizzate nella giusta maniera nell’occasione giusta, possono permettere davvero una svolta professionale.
Panoramica a 360° dell’individuo
Il suo contenuto pertanto si concretizza con una panoramica a 360° dell’individuo con lo scopo di condurlo dal punto A (mappatura /fotografia iniziale) al punto B (raggiungimento del desiderata) tramite un percorso studiato ah hoc e pertanto più efficace con ampi margini di miglioramento e senza dispendio di inutili energie.
E’ importante quindi ricordare che oltre al bilancio iniziale e quello finale si possono effettuare dei “bilancini” intermedi; questi si adoperano come se fossero dei check up del percorso intrapreso per verificare ad esempio se sia necessario cambiare rotta oppure proseguire coerentemente e con determinazione nel cammino intrapreso.
Bilancio delle competenze: come è fatto e a cosa serve
Vediamo infine dopo averne capito l’utilità e lo scopo più nel dettaglio quali possono essere le sezioni di un bilancio delle competenze ben fatto:
Consapevolezza
Si parte sempre da qui. Molto spesso il beneficiario non si rende conto (o in maniera del tutto approssimativo) di quali siano le sue vere competenze.
E da un lato il percorso accademico effettuato è ben assimilato pochi sono i soggetti che riconoscono alcune abilità quali il saper ascoltare, parlare in pubblico, il saper organizzarsi, la mediazione, capacità di lavorare in team..;
Valorizzazione
Una volta presa coscienza del proprio passato bisogna anche saper valorizzare le proprie esperienze professionali e personali;
Analisi dei fabbisogni formativi
Nell’ottica di miglioramento è preminente capire cosa veramente sia necessario imparare ed iniziare da quello per poi in un secondo momento ampliare il raggio d’azione;
Orientare o Ri-orientare il percorso
Questa è senza dubbio la parte più difficile. Dopo aver preso consapevolezza e analizzato la propria situazione bisogna aver la voglia di mettersi in gioco…
Pianificazione dello sviluppo
Avendo chiaro l’obbiettivo che si vuole raggiungere e avendo la giusta energia per effettuarlo rimane solo che decidere:
- da dove e con cosa iniziare,
- dettare i tempi e rispettarli
- ma anche rivalutarsi e delineare un piano d’azione concreto e misurabile.
Non esiste bilancio delle competenze che si concluda con un TO DO per migliorare.
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