Più volte su queste pagine ci siamo soffermati sull’assegno unico ed universale, una misura di sostegno al reddito delle famiglie con figli a carico, che di fatto è stata introdotta anche per razionalizzare ed accorpare vari aiuti precedentemente in vigore. Di fatto l’assegno in oggetto ha infatti sostituito quasi tutte le agevolazioni per i genitori, tranne il bonus nido.
La stima più aggiornata indica in circa 7 milioni il numero di famiglie che oggi beneficiano dell’assegno unico ed universale, e questo secondo regole ad hoc che non prevedono, per le famiglie che già ricevono il contributo mensile dallo scorso anno, l’obbligo di rifare la domanda per il versamento della prestazione. Sicuramente una semplificazione burocratica di cui si sentiva il bisogno.
Questo vuol dire che il rinnovo dell’assegno si compirà in modo automatico. Con una essenziale precisazione: i genitori beneficiari dovranno ricordare di rifare l’Isee per ricevere la somma spettante proporzionata alla loro situazione economica. E dovranno rispettare detto obbligo entro un termine ben preciso. Approfondiamo di seguito questi aspetti, che è preferibile conoscere per non rischiare di incassare meno di quanto spetterebbe. I dettagli.
Assegno unico 2023, come e quando aggiornare l’Isee
Presentare l’ISEE aggiornato non è un vero e proprio obbligo ai fini della domanda e del riconoscimento dell’assegno unico e universale, ma attenzione perché il nucleo familiare che non lo presenta incasserà l’ammontare minimo previsto, perciò viene considerato al pari di coloro che presentano un ISEE più alto di 40mila euro.
Nel caso in cui l’indicatore in oggetto non sia aggiornato entro il 28 febbraio si riceverà solo l’importo minimo di 50 euro a figlio. Sarà comunque possibile comunicare l’ISEE anche nei mesi posteriori, e fino al 30 giugno prossimo, senza rischiare di perdere gli arretrati dell’assegno unico. L’ISEE è fondamentale perché costituisce quell’indicatore su cui Inps parametra l’effettivo importo mensile del contributo dell’assegno unico, in base alle specifiche condizioni economiche del nucleo familiare.
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Onde conseguire il rinnovo automatico, ma con la somma proporzionata al reddito e senza riduzioni, è dunque necessario entro il 28 febbraio:
- presentare l’ISEE aggiornato sul sito dell’Inps;
- oppure fare riferimento ai servizi ad hoc di un Caf.
Invece, in riferimento a coloro che non hanno ancora richiesto l’assegno o a coloro che hanno visto la propria domanda respinta, revocata, rinunciata o decaduta è comunque possibile fare una nuova domanda.
Rimarchiamo un aspetto molto importante: la legge di Bilancio del Governo Meloni ha aumentato gli importi dell’assegno unico. Le maggiorazioni partiranno dal prossimo primo marzo. Ma appunto, onde evitare sorprese, l’Inps sollecita a presentare l’Isee aggiornato, perché altrimenti l’assegno risulterà ridotto.
Assegno unico automatico: anche senza nuova richiesta
Dal primo marzo di quest’anno, il genitore che ha fatto una domanda di assegno unico e universale per i figli a carico tra gennaio 2022 e febbraio 2023 e ha ottenuto l’accettazione, potrà sfruttare l’erogazione automatica della prestazione da parte dell’Inps, senza dovere di fare una nuova domanda di assegno. Attenzione però perché, come abbiamo detto, occorre comunque rinnovare l’ISEE per incassare l’ammontare completo.
Nel complesso è un’agevolazione per gli utenti attivata grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia (PNRR), con lo scopo di sfruttare al meglio i dati dell’Istituto, offrendo un servizio innovativo e riducendo gli adempimenti burocratici per i cittadini. Per detti nuclei familiari l’Inps infatti agirà in automatico, usando i dati dei propri archivi, e facendo scattare il versamento con continuità dell’assegno (con aumenti in vista).
Tuttavia è anche vero che gli aventi diritti all’assegno unico debbono ricordare di rendere note eventuali modifiche alle informazioni anteriormente date all’Inps entro il 28 febbraio 2023 (ad esempio: maggiore età figli, nascita di altri figli, variazione/inserimento della condizione di disabilità, separazione, variazione dell’IBAN ecc.), integrando così la domanda originariamente inviata. Ciò comporterà modifiche all’importo mensile della prestazione.
Aumenti assegno unico unico 2023: solo dopo l’aggiornamento ISEE
Per calcolare l’assegno unico ogni interessato deve ricordare l’obbligo di presentare una nuova DSU per il 2023 e rinnovare l’ISEE. La dichiarazione sostitutiva unica – DSU è quel documento che include le informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimoniale utili a dettagliare la situazione economica del nucleo familiare, con cui si consegue l’indicatore ISEE per la richiesta di prestazioni sociali agevolate.
In ipotesi di mancato rinnovo dell’ISEE, l’ammontare mensile del contributo assegno unico sarà calcolato, a cominciare da marzo 2023, con riferimento agli importi minimi previsti dalla legge. Ricordiamo altresì che oggi l’assegno base per il figlio minorenne corrisponde a 175 euro al mese, previsto per i nuclei con ISEE non maggiore di 15 mila euro annui. Sopra questo livello l’importo cala via via di 0,5 euro all’aumentare di 100 euro del valore dell’indicatore ISEE. Perciò a 20 mila euro si incassa 150 euro e così via, fino alla soglia massima di 40 mila euro di Isee. Superato anche questo valore – e in ogni caso per i nuclei che non fanno la relativa dichiarazione – l’ammontare mensile resta fisso a 50 euro, ovvero il minimo.
Infine, l’assegno unico da questo mese sarà fatto oggetto di rivalutazione sulla scorta dell’andamento dell’inflazione. In particolare, lo scatto dell’8,1% atterrà non soltanto agli importi (a cominciare da quello base di 175 euro mensili) ma anche alle soglie Isee in relazione a cui l’importo della prestazione viene modulato.