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Bonus assunzioni donne vittime di violenza, al via il contributo INPS collegato al Reddito di Libertà

Arriva il bonus anti violenza, contributo da 666 euro al mese per assumere donne disoccupate che percepiscono il reddito di libertà.


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di - 7 Marzo 2024

Un contributo pari a 666 euro al mese: è quanto ammonta il bonus anti violenza riservato alle aziende private che dovessero decidere di assumere delle donne vittime di violenza. Con la circolare n. 41 del 5 marzo 2024, l’Inps ha fornito le istruzioni operative per applicare la misura, che è stata prevista dalla Legge di Bilancio 2024. Ed il cui scopo è quello di rendere autonome economicamente le donne che hanno subito violenza.

Il bonus consiste in un esonero per le assunzioni di donne disoccupate vittime di violenza, beneficiarie del Reddito di libertà e la circolare INPS fornisce le prime indicazioni operative per fruire del beneficio.

Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo in cosa consiste questa importante misura.

Bonus anti violenza: come funziona

Per il triennio 204-2026 i datori di lavoro possono usufruire di un particolare bonus nel caso in cui dovessero assumere delle donne disoccupate vittime di violenza. E che stiano beneficiando della misura denominata Reddito di libertà, che prevede un contributo pari a 400 euro al mese per un massimo di dodici mensilità. Il bonus anti violenza prevede l’esonero dai contributi previdenziali al 100% fino ad un massimo di 8.000 euro.

A fornire le istruzioni necessarie per accedere all’agevolazione ci ha pensato la circolare n. 41 del 5 marzo 2024 dell’Inps. Il bonus anti violenza è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2024: l’esonero contributivo vale per due anni nel caso in cui la lavoratrice sia stata assunta con un contratto a tempo indeterminato.

Entrando un po’ più nel dettaglio, l’esonero contributivo spetta per diverse tipologie di lavoro, anche quando hanno delle durate differenti:

La misura è pensata esplicitamente per le donne vittime di violenza, senza o con figli minori, che sono seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai Servizi Sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. L’obiettivo è quello di sostenere l’autonomia economica delle vittime.

Cos’è il Reddito di Libertà

Il reddito di libertà consiste in una speciale misura di sostegno economico, prevista prevista come aiuto per le donne vittime di violenza. E’ stata istituita nel 2020 e poi riproposta fino ad oggi tramite finanziamenti al Fondo speciale gestito dall’INPS.

Ora, anche sull’onda emotiva degli ultimi fatti di cronaca, il Governo ha deciso di inserire nuovamente la misura in Manovra rifinanziandola con 6 milioni di euro in più per il 2024 e rendendola di fatto strutturale.

Leggi anche: Reddito di libertà: aiuto per le donne vittime di violenza strutturale dal 2024

Quali contributi sono esclusi dall’agevolazione

È necessario sottolineare che non tutta la contribuzione risulta essere oggetto di sgravio. Sono esclusi dal bonus antiviolenza:

Chi può richiedere il bonus assunzioni di donne disoccupate vittime di violenza

Destinatarie di questo particolare bonus sono le donne residenti in Italia, che possono essere o cittadine italiane o comunitarie. Nel caso in cui fossero cittadine di uno Stato extracomunitario, devono essere in possesso di un regolare permesso di soggiorno.

Per accedere all’agevolazione la lavoratrice deve essere disoccupata e aver dichiarato la propria disponibilità immediata a svolgere una qualsiasi attività lavorativa. Deve, inoltre, aver dato la disponibilità a partecipare alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego.

La lavoratrice, inoltre, deve percepire il reddito di libertà o, per la sola Provincia Autonoma di Trento, l’assegno di autodeterminazione.

Quanto spetta mensilmente

Come abbiamo visto l’agevolazione prevista dal bonus anti violenza spetta anche per i contratti a tempo determinato. In questo caso, però, dura al massimo dodici mesi. La soglia massima dell’esonero contributivo è pari a 8.000 euro all’anno, che corrispondono a 666,66 euro al mese. Nel caso in cui il rapporto di lavoro sia a tempo parziale, il massimale dell’agevolazione deve essere ridotto proporzionalmente.

Gli esoneri contributi spettano rispettando complessivamente i seguenti limiti di spesa:

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Tags: Bonus e agevolazioniINPS