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di Antonio Maroscia - 11 Ottobre 2016
Il Garante per la privacy e la protezione dei dati personali ha rilasciato la newsletter del 10 ottobre, nella quale è contenuto un importante parere sulla geolocalizzazione dei lavoratori.
E’ possibile usare sistemi di geolocalizzazione del lavoratore per la rilevazione delle presenze, ma solo con rispetto di alcune garanzie.
Il parere, rilasciato dal Garante con doc. web n. 5497522 che alleghiamo a fondo pagina, ha riguardato due società appartenenti ad uno stesso gruppo che si occupa di ricerca, selezione e somministrazione di lavoro a tempo determinato.
Secondo il Garante le due aziende potranno chiedere ai propri dipendenti, impiegati presso altre ditte o che svolgono sistematicamente attività “fuori sede”, di installare una app sui propri smartphone, in grado di rilevare l’inizio e la fine della propria attività lavorativa, ovvero per “timbrare” virtualmente il cartellino.
I lavoratori comunque potranno rifiutarsi per qualsiasi ragione di scaricare l’app e potranno continuare a entrare e uscire dal posto di lavoro impiegando i sistemi tradizionali in uso.
Attraverso l’uso di questa applicazione, che utilizza i dati di geolocalizzazione, le società vorrebbero snellire le procedure relative alla gestione amministrativa del personale, che viene collocato di volta in volta presso altre ditte.
Si vuole inoltre semplificare la rilevazione della presenza dei dipendenti che lavorano per lo più all’esterno della sede aziendale.
Il Garante ha quindi permesso l’uso dell’applicazione per la raccolta dei dati così come sopra descritto, a patto che: