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di Antonio Maroscia - 26 Aprile 2017
Il Garante della Privacy ha ribadito il proprio sì alla geolocalizzazione sul lavoro dei mezzi di trasporto, anche se si tratta di un’intera flotta aziendale, ma solo dopo un accordo sindacale o l’autorizzazione della DTL e in ogni caso va garantita la privacy dei dipendenti.
Come previsto dallo Statuto dei lavoratori, così come integrato e modificato dal Jobs Act, in caso di utilizzo di mezzi di controllo a distanza dei lavoratori, è necessario il consenso dei lavoratori, tramite accordo sindacale o l’autorizzazione della Direzione Territoriale del lavoro, se non vi è accordo sindacale, normalmente per le aziende sotto i 15 dipendenti.
Nel caso specifico* il controllo a distanza avviene tramite geolocalizzazione sul lavoro, ovvero tramite sistemi GPS per il tracciamento satellitare della flotta aziendale usata dai lavoratori dipendenti.
Il Garante della Privacy ha ribadito il proprio sì all’uso di questi sistemi ma, anche dopo le modifiche intervenute in materia a seguito del Jobs Act, deve essere prima raggiunto un accordo sindacale come prevede la normativa (o autorizzazione dalla DTL) e comunque dovrà essere rispettata la privacy dei lavoratori, cioè i sistemi installati non potranno tracciare dati personali, ma solo dati relativi al lavoro.
Il Garante specifica che oltre all’accordo sindacale prima di usare la geolocalizzazione sul lavoro, l’azienda dovrà prima:
Il Garante della privacy ha risposto ad una richiesta di verifica preliminare presentata da una compagnia che offre servizi idrici e assistenza per problemi alla rete.
La geolocalizzazione o localizzazione geografica dovrà avvenire sui veicoli usati per gli interventi e avrà molteplici scopi come:
* Provvedimento Garante Privacy [doc. web n. 6275314]