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Successione di contratti a termine, tutto regolare?

Oggi l'Avv. Pietro Cotellessa risponde ad una domanda relativa alla successione di contratti a termine.


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di - 23 Settembre 2013

Salve Avvocato, la scrivo per chiarirmi alcuni dubbi sulla successione di contratti a termine. Ho 29 anni e ho iniziato a lavorare presso quest’azienda l’8 ottobre 2012; dopo il rinnovo del contratto a tempo determinato a 24 ore fino al 31 marzo 2013, sono stato richiamato il 10 aprile 2013, sempre da quest’azienda, inizialmente con contratto da interinale tramite agenzie per il lavoro, e poi come sostituzione maternità dal 01 maggio 2013 a 30 ore.

Nel contratto c’è scritto che all’atto che rientra la collega dalla maternità, automaticamente il mio contratto finisce. Nel frattempo dal 1 settembre, sono state integrate 2 persone con contratto a 30 ore, provenienti da altri punti vendita, ma non mi è stata fatta invece nessuna proposta per un eventuale contratto definitivo.

Qualora, quando rientrerà la collega dalla sua maternità, il mio contratto non venisse rinnovato come devo procedere? E’ regolare quello che è successo in azienda?

Grazie intanto buona giornata.

Caro Dario,

relativamente al primo contratto a tempo determinato (con durata non superiore a dodici mesi) è prevista la possibilità di omettere l’indicazione delle ragioni dell’assunzione (contratto acausale), nel successivo contratto il motivo è stato indicato, quindi sotto questo profilo, appare legittimo il contratto stipulato.

Ho invece molti dubbi di legittimità relativamente all’assunzione del 10.04.2013, pur se con contratto di somministrazione, in quanto effettuata con lo scopo di aggirare la norma all’epoca in vigore che prevedeva un intervallo tra i contratti a termine di almeno 60 giorni l’uno dall’altro. Solo dal 28 giugno 2013, infatti, (data in cui è entrato in vigore il D.L. n. 76/2013) è stato reintrodotto l’intervallo di 10 o 20 giorni, in base alla durata del contratto. Precedentemente era ancora in vigore la normativa introdotta con la Riforma Fornero che prevedeva intervalli superiori. Il mancato rispetto degli intervalli fa sì che il secondo contratto si consideri a tempo indeterminato.

Nulla quaestio sulla possibilità di assunzione di altri dipendenti.

Potrebbe, quindi, inviare impugnativa stragiudiziale con la quale si intende rivendicare il mancato rispetto degli intervalli di tempo tra i contratti ed aprire una vertenza in tal senso. Le consiglio di attivarsi quanto prima nella ricerca di un avvocato giuslavorista che potrà assisterla al meglio.

Cordiali saluti

Avv. Pietro Cotellessa

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Categories: Leggi, normativa e prassi
Tags: Contratto a tempo determinatoEsperto risponde