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Dipendenti pubblici, riconosciuti 34 anni di anzianità arretrata sugli stipendi

La Corte Costituzionale ha decretato il diritto dei dipendenti pubblici a ricevere 34 anni relativi all'anzianità non riconosciuta.


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di - 7 Febbraio 2024

34 anni anni di arretrati di retribuzione individuale di servizio: è quanto potrebbero ricevere i dipendenti pubblici. A decidere in questo senso è la Corte Costituzionale, che, con una recente sentenza, ha aperto la strada al riconoscimento degli arretrati per un diritto maturato tra il 1991 ed il 1993. E che riguarda la Retribuzione Individuale di Anzianità, che in questi anni è stata sostanzialmente congelata.

La RIA – che costituisce a tutti gli effetti una voce dello stipendio – spettava ai dipendenti pubblici fino al 1990. Il Decreto Legge 384/1992, però, l’aveva prorogata fino al 1993. Con la Legge n 388/1992 erano stati esclusi da questi aumenti i dipendenti pubblici che avevano maturato il diritto dopo il 1990. Ma vediamo cosa succede adesso.

Chi ha diritto agli arretrati per anzianità di servizio

Ma cerchiamo di capire perché a questo punto i dipendenti pubblici potrebbero avere diritto a ricevere gli arretrati. Gli aumenti legati alla RIA – ossia l’anzianità di servizio – erano stati previsti con il vecchio contratto in vigore nella pubblica amministrazione. Erano legati, sostanzialmente, agli anni di servizio. I lavoratori ne avevano diritto dopo cinque anni di lavoro, con degli incrementi per quanti avessero una seniority più lunga: 10 o 20 anni.

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’ultimo stop alla proroga – arrivato un po’ tardi: solo nel 2020 – illegittimo. Il motivo di questa decisione è legato all’introduzione di una modifica innovativa con efficacia retroattiva.

Tra l’altro il legislatore era intervenuto su una materia che era stata oggetto di fin troppi contenziosi. E per i quali vi erano dei giudizi pendenti nei quali parte in causa era la stessa Pubblica Amministrazione. Un provvedimento ritenuto illegittimo perché mancavano delle ragioni imperative di interesse generale. In altre parole il Parlamento è entrato a gamba testa nei processi in corso, approvando incostituzionalmente una legge retroattiva.

L’irretroattività delle non norme, in estrema sintesi, non può essere applicata unicamente al settore penale per bloccare delle incriminazioni a posteriori. Ma vale per tutti i settori, anche quando coinvolgono la pubblica amministrazione.

Il legislatore ha la possibilità di approvare delle leggi retroattive in materie extrapenali, ma solo quando ci sono delle stringenti necessità. come ad esempio una imperativa ragione di interesse generale.

Al via il ricalcolo della pensione e dello stipendio, ma per quali dipendenti pubblici?

I dipendenti pubblici hanno sostanzialmente vinto. La Corte Costituzionale ha stabilito che gli aumenti di anzianità devono essere riconosciuti a quanti ne avevano maturato il diritto fino al 1993. Questo, almeno sulla carta, dovrebbe comportare il riconteggio delle retribuzioni e dei contributi anche nel corso degli anni successivi. E permetterebbe di ottenere una pensione più alta.

A questo punto, però, è necessario comprendere in quale modo questa sentenza potrà essere realmente recepita. Non è chiaro al momento se possa interessare unicamente quanti avevano contestato la legittimità della norma ora ritenuta incostituzionale dalla Consulta. O se potrà essere applicata a tutti i dipendenti pubblici che, tra il 1991 ed il 1993, avevano maturato il diritto ad ottenere i vari aumenti.

Al momento, inoltre, mancano anche delle indicazioni pratiche per riuscire a comprendere quali procedure è necessario attivare per farsi riconoscere gli arretrati. anche da quanti ne hanno realmente diritto.

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Tags: Corte CostituzionalePubblico Impiego