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di Paolo Ballanti - 25 Settembre 2020
La legge delega che prende il nome di Family Act, contiene al suo interno una misura che mira all’introduzione di un assegno unico o assegno universale che racchiuda in un unica misura una serie di misure fiscali e previdenziali attualmente presenti a sostegno delle famiglie con figli a carico. Dopo l’approvazione della Camera, la norma in questi giorni è all’esame del Senato
Il provvedimento si innesta nella più ampia riforma del cosiddetto “Family act” inaugurata dall’esecutivo Conte nella riunione del Consiglio dei ministri dell’11 giugno 2020.
Analizziamo nel dettaglio il ddl e le principali caratteristiche ed obiettivi dell’assegno unico.
Il riordino delle misure a sostegno della genitorialità è compreso nella cornice di riforma denominata “Family act” voluta dal Governo Conte e discussa nella riunione del Consiglio dei ministri dell’11 giugno scorso.
In quella sede, su proposta delle ministre del Lavoro Nunzia Catalfo e delle Pari opportunità Elena Bonetti, è stato licenziato un disegno di legge di delega al Governo ad adottare misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia.
Con l’obiettivo di velocizzare l’iter parlamentare, il ddl è stato inserito come emendamento ad una proposta di legge già incardinata alla Camera da giugno 2018, a firma dei deputati Graziano Delrio e Stefano Lepri.
Lo scorso 21 luglio la proposta di legge C-687 ha ricevuto l’ok di Montecitorio con 452 voti a favore e un astenuto. Due giorni dopo (il 23) il testo è passato al Senato all’esame della Commissione lavoro, dove è attualmente in attesa di essere discusso.
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L’intento del legislatore nel mettere mano alla platea delle agevolazioni per genitori e famiglie è essenzialmente quello di favorire la natalità, sostenere la genitorialità e promuovere l’occupazione in particolare femminile.
Con questi obiettivi la legge delega vuole impegnare il Governo ad adottare, entro i dodici mesi successivi la sua entrata in vigore, uno o più decreti legislativi volti a riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico.
Per farlo, lo strumento scelto è l’assegno unico universale. Vediamo, quindi come dovrebbe funzionare questa misura e quali sono i requisiti per ottenerlo.
Il beneficiario l’assegno deve rispettare una serie di requisiti soggettivi. In particolare questi dev’essere:
In deroga ai requisiti citati e previa richiesta dei servizi sociali e sanitari territoriali deputati alla tutela della natalità, maternità, infanzia e adolescenza può essere concesso comunque il contributo da parte di un’apposita commissione nazionale, istituita con decreto ministeriale.
L’assegno è riconosciuto per ogni figlio a carico e parametrato in base a:
Come anticipato l’assegno spetterà per i figli a carico a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al ventunesimo anno di età. L’importo del contributo sarà maggiorato in caso di figlio successivo al secondo.
Il testo di legge prevede una diminuzione della somma per la fascia di età 18 – 21 anni. In quest’ultimo caso il ddl ipotizza un’erogazione diretta al figlio (previa richiesta dello stesso) con l’obiettivo di favorirne l’autonomia.
Il sussidio è riconosciuto a patto che il figlio:
In presenza di figli portatori di handicap è riconosciuto un assegno maggiorato dal 30 al 50%, con percentuale parametrata in base al grado di invalidità.
Viene altresì garantita la corresponsione del contributo dopo il ventunesimo anno di età del figlio, in deroga alle disposizioni ordinarie.
Eccezion fatta per la particolarità di coloro che già percepiscono il Reddito di cittadinanza, l’erogazione dell’assegno avverrà, nelle intenzioni del ddl, sotto forma di credito d’imposta (da far valere in dichiarazione dei redditi modello 730 / UNICO) ovvero erogazione mensile di una somma di denaro.
L’ammontare dell’assegno viene ripartito tra i genitori ovvero, in loro assenza, a chi esercita la responsabilità genitoriale.
In caso di separazione legale ed effettiva nonché di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, l’assegno spetta in mancanza di accordo al genitore affidatario.
A fronte di affidamento congiunto o condiviso, l’assegno è ripartito in egual misura tra i genitori.
Come espressamente previsto nel ddl, l’assegno è pienamente compatibile con il Reddito di cittadinanza, oltre ad essere corrisposto unitamente allo stesso e con le medesime modalità di erogazione (nello specifico a mezzo ricarica della Carta RdC).
L’assegno universale ha, come anticipato, lo scopo di racchiudere in un unico strumento le misure a sostegno delle famiglie per i figli a carico, di conseguenza la sua introduzione segna l’eliminazione di una serie di interventi previdenziali e fiscali:
Per i datori di lavoro la soppressione degli ANF porterà ad una progressiva riduzione dei contributi INPS a loro carico, per la parte appunto destinata al finanziamento degli assegni familiari (cosiddetti “contributi CUAF”).