L’assegno unico e universale – AUU consiste in una misura di sostegno alla natalità e genitorialità disposta dal d. lgs. n. 230 del 2021 ed entrata in vigore dal primo marzo 2022.
L’INPS eroga mensilmente la prestazione direttamente sul conto corrente del beneficiario e le date dei pagamenti sono già comunicate a inizio anno dall’Istituto. Le uniche variazioni riguardano normalmente solo coloro che hanno presentato la domanda in corso di mese, oppure coloro che presentano variazioni nel nucleo familiare.
In questi giorni non sono poche però le segnalazioni, da parte delle famiglie, relative ad un pagamento dell’AUU in ritardo, cioè l’accredito non è ancora arrivato nonostante la metà del mese sia già passata da un pezzo. Ma quali potrebbero essere i motivi di questi rallentamenti e come fare a risolvere il problema?
Pagamento in ritardo dell’assegno unico aprile 2024
Ma quali sono le normali date di pagamento dell’Assegno Unico? Alcune settimane fa avevamo precisato che l’assegno unico per la mensilità di aprile 2024 sarebbe stato pagato:
- dal 17 al 19 aprile per tutte le domande pervenute nei mesi anteriori e senza variazioni;
- altrimenti, entro fine mese in caso di nuova richiesta dell’assegno unico inoltrata entro lo scorso marzo o in ipotesi di variazione del nucleo familiare.
Ebbene, come accennato in apertura, la prestazione versata da Inps alle famiglie con almeno un figlio a partire dal settimo mese di gravidanza e fino ai 21 anni (a specifiche condizioni), sta in questi giorni attraversando – almeno per alcune famiglie – un periodo di ritardi nel pagamento mensile.
Sui social network più di un cittadino ha segnalato di non aver avuto, all’interno della piattaforma Inps, alcuna indicazione circa la data del pagamento, cosa mai successa con i pagamenti precedenti (erogati attorno a metà mese).
Quali sono i motivi dei ritardi?
Una delle risposte al quesito sulla lentezza nei pagamenti va rintracciata (anche) nell’addio al reddito di cittadinanza. Quei nuclei familiari che fino allo scorso anno, incassavano l’assegno unico e universale insieme al reddito di cittadinanza (poi archiviato a fine 2023) potrebbero subire dei ritardi nei pagamenti mensili.
I beneficiari dell’RdC infatti non dovevano fare domanda di AUU, in quanto la situazione familiare e l’ISEE del nucleo beneficiario era rilevata autonomamente dall’INPS.
Oggi lo scenario è cambiato e chi beneficia delle nuove misure Assegno di inclusione – Adi e Supporto formazione e lavoro – Sfl non ha più questo automatismo.
In sostanza, la fine dell’esperienza del reddito di cittadinanza avrebbe avuto effetti sulle tempistiche di erogazione dell’assegno unico, come hanno notato proprio quelle famiglie che fino allo scorso anno percepivano l’assegno per figli a carico, insieme al RdC.
E se è vero che l’Inps aveva indicato date di accredito comprese tra il 17 e il 19 aprile (per le domande pervenute nei mesi anteriori e senza novità nel nucleo familiare), in verità anche i percettori (ex beneficiari del RdC) che avrebbero dovuto aspettarsi l’accredito a metà mese, probabilmente dovranno aspettare invece l’ultima settimana di aprile – come ad es. coloro che hanno avuto variazioni nel nucleo. Infatti la procedura è oggi diversa e, di conseguenza, per ragioni tecniche sono più lunghi i tempi di erogazione.
Ritardo nella presentazione dell’ISEE e della relativa documentazione
I ritardi dei pagamenti potrebbero essere legati anche all’ISEE (ovvero alla presentazione della DSU). Infatti per continuare a percepire l’intero ammontare spettante anche nel corso di quest’anno, era necessario presentare l’ISEE aggiornato al 2024 entro il 29 febbraio 2024.
L’Inps specifica quanto segue:
Alle famiglie che al momento della domanda siano in possesso di ISEE valido, l’Assegno è corrisposto in base alla corrispondente fascia ISEE. L’importo commisurato al valore dell’ISEE è corrisposto con decorrenza retroattiva con tutti gli arretrati, anche a coloro che al momento della presentazione della domanda non siano in possesso di ISEE, ma per i quali l’ISEE sia successivamente attestato entro il 30 giugno.
L’istituto di previdenza ha necessità di tempo per esaminare e valutare tutte le domande degli aventi diritto, pervenute non tempestivamente e – di conseguenza – chi ha presentato la documentazione e la domanda con ritardo rispetto alla scadenza di febbraio, potrebbe ricevere l’importo solo negli ultimi giorni di aprile. In ogni caso, dovrebbe trattarsi di un ritardo compreso entro la fine del mese.
Come comportarsi in caso di ritardi nei pagamenti?
Ora passiamo a vedere cosa fare nel caso in cui ci sia un ritardo nel pagamento dell’assegno unico di aprile. Qualora entro fine aprile l’assegno unico non sia ancora accreditato, potrebbero essere emersi degli elementi che hanno portato l’Inps a sospendere il versamento dell’assegno mensile.
Il nucleo familiare, in casi come questo, farà bene a chiedere delucidazioni ricordando però prima di dare un’occhiata all’AppIO e ai MyInps per verificare la data effettiva dei pagamenti ed eventuali avvisi.
Se ci si rende conto che il versamento dell’assegno unico non è ‘calendarizzato’ a breve, si potrà contattare l’istituto di previdenza con il numero verde 803 164 per le chiamate da rete fissa o il numero 06 164 164 per le chiamate da cellulare (a pagamento). Gli orari entro cui contattare Inps sono 8-20 da lunedì al venerdì e il sabato 8-14.
Non dimentichiamo poi l’utilizzo di Inps Risponde, servizio che consente di inviare all’istituto richieste di informazioni su servizi e pratiche e chiarimenti normativi, come pure di controllare lo stato di lavorazione delle richieste. Da notare altresì che il servizio è disponibile, a costo zero, anche per smartphone e tablet con sistema operativo IOS e Android.
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