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di Andrea Amantea - 23 Settembre 2020
In questi giorni stiamo sentendo parlare spesso di riforma Irpef, taglio del cuneo fiscale, family act, assegno unico per i figli ecc. Il nostro sistema fiscale è caratterizzato da un’elevata complessità, le norme lasciano spesso spazio ad interpretazioni, che solo l’intervento dell’Agenzia delle entrate riesce a limitare; in alcuni casi andando oltre quelle che sono le previsioni normative.
Le diverse tassazioni Irpef, Ires, sostitutive ecc, combinate con gli innumerevoli bonus di continuo oggetto di novelle da parte dei vari decreti legge adottati dal Governo hanno creato un “ambiente fiscale” fatto di provvisorietà e confusione. Le continue proroghe dei versamenti adottate nel periodo covid-19 hanno portato il Governo ad accelerare l’adozione di una riforma fiscale adeguata.
Un quadro generale della situazione prospettica può essere fatto anche sulla base delle linee guida del Governo sul Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.
Come si legge nelle linee guida del Governo, Piano nazionale Ripresa e Resilienza, due delle principali linee di azione del Governo sono:
“Il sistema fiscale eccessivamente complesso rappresenta infatti, un significativo onere burocratico per i privati e le imprese, mentre il cuneo fiscale elevato impedisce maggiori margini di competitività alle imprese e la possibilità di offrire una retribuzione proporzionata e dignitosa al lavoratore”.
Il processo di riforma è già stato avviato con la Legge di Bilancio per il 2020 con l’istituzione di un apposito Fondo con una dotazione di 3 miliardi nel 2020 (5 miliardi a partire dal 2021) per aumentare l’importo netto che i lavoratori ricevono in busta paga.A parità di costo per il datore di lavoro.
L’obiettivo dunque è la riduzione del cuneo fiscale.
L’articolo 1, comma 7, della Legge di bilancio per il 2020 (L. 160/2019) ha previsto l’istituzione di un Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti, stanziando 3 miliardi di euro per l’anno 2020 e 5 miliardi di euro annui a decorrere dal 2021.
Con il D.L. 3/2020 il Governo è intervenuto in tal senso con l’introduzione del bonus 100 euro. Ha preso il posto del Bonus Renzi.
E rappresentato dalla differenza tra il costo del lavoro e il netto percepito dal lavoratore in busta paga; dunque quale costo del lavoro si considerano le tasse nonché la quota contributiva a carico del datore di lavoro e del lavoratore stesso.
Oltre al cuneo fiscale, l’obiettivo è la riduzione della pressione fiscale “sui ceti medi e le famiglie con figli”.
In materia di Irpef si parla di rateizzazione del carico fiscale; si potrebbe arrivare anche per le imprese e i professionisti a versamenti Irpef mensili; dunque potrebbe essere abbandonato il meccanismo del saldo e 1° acconto a giugno e 2° acconto a novembre.
Nelle linee guida sul Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, particolare attenzione è dedicata al family act. Lo spunto parte dalla crisi demografica che caratterizza il nostro paese. L’obiettivo è quello di integrare aiuti economici e servizi alle famiglie per limitare gli oneri connessi con la cura dei figli. Anche per consentire una realizzazione professionale dei genitori.
Difatti, l’11 giugno 2020, il Consiglio dei ministri n. 51,:
“Il testo delinea la cornice normativa e le scadenze temporali entro le quali il Governo sarà chiamato ad approvare i decreti legislativi di attuazione della delega”.
Family act basato sui seguenti principi e criteri direttivi ossia:
Di recente la Camera ha approvato la delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e la dote unica per i servizi.
Il family act parte con l’assegno universale o assegno unico per i figli.
Le risorse necessarie ad attivare l’assegno unico, passa dall’abrogazione di diverse misure quali:
Ancora, le risorse per l’assegno unico potrebbero arrivare dal taglio delle detrazioni fiscali per familiari a carico e dell’assegno per il nucleo familiare (ANF), ex decreto legge 69/1988.
L’assegno sarà riconosciuto sulla base della condizione economica del nucleo familiare, come individuata dall’ISEE.
Difatti, il riconoscimento dell’assegno dovrebbe partire da gennaio 2021:
Un ulteriore intervento riguarda il taglio dei Sussidi Ambientali Dannosi (SAD); sussidi intesi quali incentivi diretti o indiretti a famiglie ed imprese che svolgono attività dannose per l’ambiente.
Per sussidi s’intendono non solo i trasferimenti diretti, ma anche le esenzioni e le agevolazioni nell’ambito dei diversi regimi di tassazione (le cosiddette “spese fiscali”). Ad esempio, quelle riguardanti le accise sui prodotti energetici o le aliquote agevolate dell’IVA.
Oltre il 97% dei sussidi dannosi per l’ambiente individuati nel Catalogo è costituito da sconti fiscali, mentre appena il 3% è dato da trasferimenti diretti.
Indicazioni rinvenibili nel Dossier del Senato “Ufficio Valutazione Impatto” di maggio 2018.
L’obiettivo del taglio in parola, è quello di favorire un modello di produzione e consumo sostenibili per l’ambiente.