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Fincantieri: continuano le proteste dei lavoratori e il sindaco di Castellamare chiede l'esercito


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di - 26 Maggio 2011

Non si placano le proteste degli operai della Fincantieri che, da due giorni sono sul piede di guerra, dopo l’annuncio fatto dall’azienda della chiusura dello stabilimento di Castellamare di Stabia (Na), di quello di Sestri Ponente e del ridimensionamento di Riva Trigoso (Genova).

Il drastico piano era già stato annunciato a fine 2010, dove nel corso dell’incontro tra azienda e sindacati, era stato comunicato a quest’ultimi che, che per la metà del 2011 i lavoratori in cassa integrazione sarebbero passati da 800 a 2200.

Il piano della Fincantieri prevede 2.551 esuberi su 8.200 dipendenti, oltre la chiusura degli stabilimenti sopra indicati. Per lo stabilimento di Genova, è previsto il mantenimento della parte meccanica e il trasferimento delle costruzioni navali militari al Muggiano. Le navi da crociera continueranno a fabbricarsi negli stabilimenti di Ancona e Marghera.

Per cercare di frenare le proteste dei lavoratori che, hanno occupato strade e stazioni della circumvesuviana, il sindaco di Castellamare ha invocato addirittura l’intervento dell’esercito. “Qui ci vorrebbe l’esercito; la situazione sta diventando insostenibile”. “Sono in atto azioni sovversive in città. La protesta degli operai deve assolutamente rientrare e restare nei limiti della legalità. Chiedo, in maniera accorata, al prefetto di concentrare ora, subito, a Castellammare di Stabia tutte le forze necessarie a recuperare il controllo della piazza e a ripristinare la legalità.

Un solo attimo di ritardo potrebbe far arrivare le cose troppo oltre. Se necessario  coinvolgere l’Esercito. Chiedo allo Stato, in tutte le sue articolazioni, di non lasciare sola la città di Castellammare in questo difficile momento”.

Per il Segretario Generale della CGIL il nuovo piano presentato dall’azienda “sembra costruito per alimentare il conflitto e non per ragionare nel merito”.

I tre principali sindacati, CGIL, CISL, UIL, hanno inviato una lettera al vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani, per chiedere un incontro sulla vicenda Fincantieri “finalizzato – scrivono nella lettera – alla ricerca di tutti i possibili strumenti di sostegno ed intervento da parte della UE da collegare sinergicamente alle azioni che dovranno mettere in campo il Governo Nazionale, gli Enti Locali e la stessa Azienda”.

Positiva la risposta di Tajani: l’incontro si terrà venerdì 27 maggio presso la sede della rappresentanza della Commissione Europea in Italia a Roma in via IV Novembre 149 alle ore 17.

Intanto il ministro dello Sviluppo economico ha convocato per venerdì 3 giugno i vertici dell’azienda Fincantieri e i sindacati nazionali per discutere il piano di riorganizzazione industriale.

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Categories: Attualità