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Inail: nel 2020 previsto il boom di malattia sul lavoro, causa stress

Irritazione agli occhi, stanchezza, raucedine: alcuni dei sintomi del cd stress da lavoro destinato a "mietere tantissime vittime" in Italia.


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di - 21 Ottobre 2010

Secondo uno studio presentato a Roma, nel corso della conferenza internazionale Ioha, promossa dall’Associazione italiana degli igienisti industriali (Aidii),  INAIL ed ex Ispesl, nel 2020 ci sarà il boom di assenza dal lavoro dovuto a stress.

Così, Giovanni Battista Bartolucci, professore ordinario di Medicina del lavoro all’università di Padova, spiega che queste “sono tutte cause correlate allo stress per inattività lavorativa dovute soprattutto al tipo di mansioni, ai conflitti con colleghi e superiori, al carico lavorativo e a cause multifattoriali legata al vissuto della persona”.

Tra le patologie più diffuse ” legate allo stress, oltre al mobbing c’e la sindrome da burnout, che colpisce chi esercita professioni d’aiuto, come medici e paramedici negli ospedali, quando non riescono a soddisfare appieno le richieste dell’utente, per cui finiscono per estraniarsi”.

Spiega Cavallo, vicepresidente dell’Aidii che, tra i rischi “da ufficio” ci sono “i toner delle stampanti (vanno manipolati da esperti e in ambienti ben ventilati), gli inchiostri, i sistemi di digitalizzazione delle immagini, i rivestimenti degli immobili. Meglio destinare ambienti dedicati per stampanti e fotocopiatrici, far rispettare il divieto di fumare, usare materiali e macchinari certificati, utilizzare luci indirette, ossia con portalampade schermati, che non abbiano cioè la lampadina scoperta”.

I sintomi più comuni che, non sempre fanno pensare a “stress da lavoro” sono Irritazione degli occhi, raucedine, stanchezza fisica, difficoltà di concentrazione. “Un insieme di sintomi aspecifici”, precisa ancora il vicepresidente Aidii, “denominati “sick building syndrome“, ossia sindrome dell’edificio malato, riscontrata almeno nel 60% degli occupanti”.

Esistono, inoltre, anche le febbri per scarsa manutenzione dell’impianto di condizionamento, oppure la classica “legionellosi”, ossia “la malattia del legionario”, dovuta allo sviluppo di un batterio gram-negativo nel condizionatore che viene diffuso provocando una polmonite batterica difficile da diagnosticare e da curare”.

Alcuni semplici accorgimenti come far ricambiare giornalmente l’aria durante le pulizie – anche quando fa molto freddo – e usare sistemi di aspirazione con filtri ad alta efficacia, per non reimmetere  nell’ambiente le particelle depositate sulle superfici potrebbero aiutare ad evitare tali rischi.

Fonte: www.inail.it

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Categories: Attualità
Tags: INAILlavoromalattia