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di Massima Di Paolo - 5 Ottobre 2010
Lo scorso 4 ottobre, nella sede nazionale della Confederazione, alla presenza del Segretario Generale CGIL, Guglielmo Epifani, della Vice Segretaria Generale, Susanna Camusso e del Segretario Confederale, Fulvio Fammoni, la CGIL ha proposto la riforma degli ammortizzatori sociali.
Obbiettivo primario è quello di una semplificazione di tali ammortizzatori per estendere l’applicazione ai lavoratori attualmente esclusi quali giovani, precari, migranti e donne . Una riforma che se applicata, potrebbe estendere le tutele degli ammortizzatori sociali ad oltre 500mila lavoratori che oggi non ne possono usufruire.
In pratica, si prevede la “semplificazione degli strumenti normativi per tutti i settori che dai 7 attuali, si ridurrebbero a soli 2: la Cassa integrazione guadagni e la Disoccupazione, con aliquote unificate per tutte le qualifiche. Una sola differenziazione resterebbe per le imprese fino a 15 dipendenti (aliquote più basse) e nei settori dell’Edilizia e dell’Industria, in questi due settori le aliquote CIG sono maggiorate. La riforma prevede inoltre, la riduzione dei ‘modelli di contribuzione’, dai 24 attuali, si arriverebbe a 6”.
Tra le altre cose, si propone di:
Epifani ha dichiarato: “ è una riforma che offre maggiori certezze sia alle imprese che ai lavoratori”. Le aziende, ha spiegato il leader della CGIL “avranno una possibilità di strumenti molto più organica, rispetto alla attuale e quindi più efficiente rispetto ai cicli produttivi e ai processi riorganizzativi e agli elementi di crisi settoriali e territoriali”.
I lavoratori, ha aggiunto Epifani “potranno avvalersi di una logica più inclusiva, vale per la disoccupazione e vale per la riformata strumentazione della Cassa integrazione”. Rivolgendosi poi al Governo e alle altre forze sociali, Epifani ha concluso “bisogna ora far vivere la proposta e costruire insieme percorsi di coinvolgimento”.
il testo integrale della proposta lo trovate al seguente link: www.cgil.it