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Buoni pasto elettronici: cosa sono, come funzionano e dove spenderli

Cosa sono e come funzionano i buoni pasto elettronici? Ecco la nostra guida aggiornata alle ultime novità: dove spenderli, tassazione, importi


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di - 25 Ottobre 2021

I buoni pasto elettronici sono un benefit elargito dal datore di lavoro ai propri dipendenti per far fronte alla spesa sostenuta dagli stessi per il pranzo (o la cena a seconda degli orari di lavoro). Dalla Legge di Bilancio 2020 il legislatore ha iniziato a spingere sul formato elettronico modificando, come vedremo in seguito, la base esente dalla tassazione. Ma prima di vedere nel dettaglio è necessaria una breve premessa.

I lavoratori solitamente provvedono in maniera autonoma alla loro pausa pranzo, ciò significa che possono portarsi il pranzo e consumarlo in azienda se c’è uno spazio idoneo, oppure uscire e pagare quanto consumato (almeno nelle piccole aziende funziona così). L’azienda, però, potrebbe decidere di intervenire e sollevare il lavoratore da questo onere in alcuni modi differenti, tra cui la consegna del buono pasto elettronico o cartaceo.

Nel caso in cui l’azienda non abbia al suo interno la mensa, può decidere quindi di supportare i lavoratori nella gestione economica della loro pausa pranzo, erogando i ticket per mangiare presso i ristoranti convenzionati. Gli stessi potranno inoltre essere usati per la spesa di beni alimentari presso i negozi che accettano questa forma di pagamento. Questi buoni sono sostanzialmente una forma di pagamento che appunto il datore di lavoro eroga ai lavoratori per consumare il loro pranzo.

Ma vediamo bene come funzionano e dove usarli.

Buono pasto: elettronico o cartaceo. Differenze

Come detto in premessa, il datore di lavoro ha alcuni possibili modi di erogazione del buono pasto: cartaceo oppure elettronico. La differenza però non è solo nella forma di pagamento, fisica o elettronica, ma anche nella loro tassazione.

Il legislatore infatti, per evitare usi impropri degli stessi, attraverso una diversa tassazione, spinge perchè vengano usati di più quelli in formato elettronico.

Buoni pasto cartacei

I buoni pasto cartacei consistono in blocchetti in cui sono contenuti una serie di ticket da utilizzare esattamente come banconote, in base a quanto il lavoratore deve pagare consegnerà al negoziante uno o più ticket estratti dal blocchetto.

In questo caso l’importo giornaliero esente da tassazione è pari a euro 5,29 euro. Con la legge di Bilancio 2020 l’importo dovrebbe passare da 5,29 euro a 4,00 (salvo ripensamenti in sede di approvazione da parte del Parlamento, del Ddl Bilancio).

Buoni pasto elettronici

Il buono pasto elettronico, invece, ha le caratteristiche delle carte prepagate su cui ogni mese il datore di lavoro ricarica l’importo spettante. Il funzionamento è simile a quello di un bancomat, il pagamento infatti avviene proprio con l’inserimento della carta nell’apposito lettore che va a decurtare l’importo di quanto speso.

I ticket elettronici sono esentasse fino al limite di 8 euro giornalieri (la Manovra 2020 ha previsto l’aumento del limite dai 7 agli 8 euro odierni).

I più famosi buoni pasto elettronici sono Sodexo, Pellegrini, Lunch pass, Ticket restaurant, ma ce ne sono anche altri più o meno validi ed equivalenti.

Leggi anche: Buoni pasto: normativa, come funzionano, importo e tassazione

Cosa deve fare l’azienda che decide di erogare i buoni pasto

Il datore di lavoro, in linea generale, non è obbligato a erogare ai suoi dipendenti i buoni pasto, a meno che non espressamente previsto dal CCNL applicato. Quello che può fare l’azienda è decidere l’erogazione.

In linea di massima il ticket spetta al lavoratore in virtù della sua presenza in azienda, proprio per sopperire alla necessità di dover effettuare la pausa pranzo. Se il lavoratore è assente, infatti, l’onere della sua pausa non dipendente dal datore di lavoro. In aggiunta il datore di lavoro può vincolare l’erogazione del ticket in virtù di un numero minimo di ore di lavoro per ogni giorno lavorato.

Ad esempio, quindi, all’interno del regolamento aziendale potrebbe essere disciplinato che l’erogazione del ticket avviene al raggiungimento di 6 ore di lavoro giornaliere.

Qualora quindi il datore di lavoro decida di erogare i ticket deve compiere alcuni passaggi.

Innanzitutto, deve prendere contatti con l’azienda che erogherà il servizio di buoni pasto per capire le modalità di acquisto e poi poterli distribuire ai lavoratori. Una volta acquistati i buoni e consegnati ai lavoratori sarà premura di questi ultimi individuare gli esercizi commerciali, come bar, ristoranti e supermercati, convenzionati per poterli spendere.

Buono pasto elettronico: quanto vale

Generalmente il valore dei buoni pasto elettronici è di 7,00 euro giornalieri. Questo sulla base del famoso principio della non tassazione.

Da aggiungere comunque che l’importo elargito al dipendente potrebbe essere maggiore o minore rispetto al limite previsto dal legislatore:

Buoni pasto elettronici: dove spenderli

Diversi sono gli esercizi commerciali convenzionati in cui spenderli ovvero dove si possono utilizzare i buoni pasto in formato elettronico.

In linea generale si possono spendere in supermercati, bar, ristoranti e pizzerie, assolvendo così pienamente l’idea del datore di lavoro di alleggerire la pausa pranzo dei suoi lavoratori.

E’ compito del lavoratore informarsi in via preventiva se l’esercizio commerciale in cui vorrebbe utilizzare i suoi ticket vengono accettati, in quanto anche l’esercizio stesso deve avere attivato una convenzione con l’azienda di distribuzione dei ticket.

Uso cumulativo di oltre 8 buoni pasto

Vi è inoltre un limite di utilizzo giornaliero dei buoni pasto; è infatti possibile spendere un massimo di 8 buoni pasto nella stessa spesa giornaliera perchè questi siano ancora esenti da tassazione.

Leggi anche: Uso cumulativo di oltre 8 buoni pasto: chiarimenti Agenzia delle Entrate

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Tags: Busta Paga