Il 4 ottobre, giorno dedicato a San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, potrebbe tornare a essere una festa nazionale. Alla Camera dei deputati è infatti in discussione la proposta di legge A.C. 2097-2231-A, che mira a reintrodurre questa ricorrenza come giorno festivo, in occasione dell’ottavo centenario della morte del Santo, che cadrà nel 2026.
La scelta non è casuale: la figura di San Francesco continua a rappresentare un punto di riferimento universale per valori come la pace, la fraternità, l’attenzione agli ultimi e il rispetto per l’ambiente. Non a caso, la sua eredità spirituale ha varcato i confini religiosi, diventando patrimonio condiviso di tutta la società italiana.
Festa Nazionale di San Francesco d’Assisi, una ricorrenza che unisce
Il 4 ottobre è già oggi una data riconosciuta ufficialmente: dal 1939 San Francesco è patrono d’Italia, e nel 2005 è stato dichiarato “Giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse”.
La proposta di legge in esame intende però fare un passo ulteriore, restituendo alla ricorrenza la dimensione di festa nazionale, quindi con la sospensione delle attività lavorative e scolastiche. In questo modo, il Paese intero potrebbe celebrare insieme la memoria e l’attualità del messaggio francescano.
La storia della festa del 4 ottobre
Non tutti ricordano che il 4 ottobre era già considerato festa civile in Italia fino al 1977. Con la legge n. 54 di quell’anno, però, molte festività furono soppresse o accorpate per esigenze economiche e di produttività. Da allora la ricorrenza è rimasta celebrata a livello religioso e culturale, ma senza effetti sul calendario lavorativo.
La nuova proposta vuole dunque riportare questa data nel novero delle feste nazionali, restituendole il valore simbolico di giornata di unità per il Paese.
Cosa cambierebbe in concreto
Se la legge verrà approvata, il 4 ottobre diventerà un giorno festivo a tutti gli effetti. Questo significa che lavoratori e studenti non andrebbero al lavoro o a scuola, e avrebbero diritto al trattamento economico previsto per le festività nazionali.
Dal punto di vista organizzativo, si tratterebbe di una nuova data da inserire nel calendario delle giornate non lavorative, insieme al 25 aprile, al 2 giugno o al 1° maggio. Non si prevedono però spostamenti o “ponti”, dato che la data è fissa.
Quali sono oggi le festività nazionali
Attualmente, i giorni festivi civili e religiosi riconosciuti dalla legge italiana sono:
- 1° gennaio (Capodanno e Maria Madre di Dio),
- 6 gennaio (Epifania),
- il lunedì dopo Pasqua,
- 25 aprile (Liberazione),
- 1° maggio (Festa del Lavoro),
- 2 giugno (Festa della Repubblica),
- 15 agosto (Ferragosto – Assunzione),
- 1° novembre (Tutti i Santi),
- 8 dicembre (Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria),
- 25 dicembre (Natale),
- 26 dicembre (Santo Stefano).
A questi si aggiungono tutte le domeniche e le feste patronali. Alcune ricorrenze, come il 4 novembre (Unità nazionale e Forze armate), hanno invece valore solo commemorativo ma non comportano la sospensione dal lavoro.
Se la proposta in discussione sarà approvata, anche il 4 ottobre entrerà ufficialmente in questo elenco, con gli stessi effetti delle altre festività nazionali.
Festività Nazionale del 4 ottobre: quali effetti in busta paga (festività goduta, non goduta e lavorata)
Per i lavoratori, le festività hanno un impatto concreto sulla retribuzione:
- Festività goduta: quando la giornata cade in un giorno feriale e non si lavora, in busta paga compare la normale retribuzione, senza decurtazioni.
- Festività non goduta: se la ricorrenza cade di domenica o in un giorno già non lavorativo, spetta comunque un’indennità sostitutiva, pari a una quota della paga giornaliera.
- Festività lavorata: chi presta servizio in un giorno festivo ha diritto, oltre alla retribuzione ordinaria, a una maggiorazione prevista dal contratto collettivo (in genere tra il 30% e il 50%) oppure a un riposo compensativo.
Questo significa che, se il 4 ottobre diventerà festa nazionale, la maggior parte dei lavoratori avrà un giorno libero in più. Chi invece sarà chiamato a lavorare, soprattutto nei servizi essenziali, riceverà una retribuzione aggiuntiva o un riposo sostitutivo.
Leggi anche: E’ obbligatorio lavorare nei festivi?
Quando potrebbe arrivare questa novità?
Il Parlamento discute la proposta proprio in vista del 2026, anno in cui ricorreranno gli 800 anni dalla morte di San Francesco. Un anniversario importante non solo per la Chiesa cattolica, ma per l’intera comunità nazionale, che riconosce nel Santo di Assisi un simbolo identitario e morale.
Ripristinare il 4 ottobre come festa nazionale significherebbe dare ancora più risalto a quell’anniversario, ma anche restituire stabilmente al Paese un momento di riflessione collettiva sui valori che San Francesco ha incarnato.
Il dibattito parlamentare è aperto e la proposta è già all’esame dell’Aula. Se dovesse essere approvata, dal 2026 l’Italia potrebbe tornare ad avere un giorno di festa in più, questa volta dedicato a uno dei suoi simboli più amati e riconosciuti nel mondo.
Fonte
Per approfondire: Proposta di legge A.C. 2097-2231-A – Istituzione della festa nazionale di San Francesco d’Assisi