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di Paolo Ballanti - 19 Ottobre 2018
L’indennità di trasferta altro non è che la somma che viene riconosciuta in busta paga al dipendente per via del disagio provocatogli dal dover svolgere l’attività in un luogo diverso dalla sua sede abituale e per rimborsarlo delle spese sostenute durante questo periodo.
Per trasferta si intende lo svolgimento temporaneo dell’attività lavorativa in un luogo diverso rispetto alla sede in cui si svolge abitualmente la prestazione. Al termine della trasferta il dipendente torna alla sua sede di lavoro e quindi si procedere al rimborso spese di trasferta
La trasferta si distingue dal trasferimento per il fatto che quest’ultimo consiste in uno spostamento del luogo di lavoro definitivo e senza limiti di durata. Inoltre non possono rientrare fra le spese di trasferta quelle sostenute dal lavoratore per raggiungere la sede di lavoro, ove lo stesso abiti in un comune differente dalla sede aziendale.
La somma erogata come indennità per le spese di trasferta gode di un particolare regime sia per il pagamento dei contributi che delle tasse. Vediamo quindi cos’è, come si calcola, le modalità di pagamento e l’imponibile INPS e fiscale e infine cosa vuol dire trasferta italia in busta paga.
L’indennità di trasferta spetta in tutti i casi in cui il dipendente venga temporaneamente comandato dall’azienda a dover svolgere la sua attività in un luogo diverso da quello in cui abitualmente lavora, con previsione di un suo rientro nella sede originaria quando le esigenze che ne hanno giustificato lo spostamento vengano meno.
L’indennità non spetta qualora il dipendente operi in maniera continua e permanente in un luogo diverso da quello cui formalmente è assegnato, dove peraltro non torna mai per lo svolgimento delle sue mansioni. In questi casi c’è una totale assenza di qualsiasi collegamento con la sede di lavoro.
A quanto ammonta il rimborso spese di trasferta? Generalmente sono i contratti collettivi a stabilire il trattamento economico. Il CCNL Metalmeccanica – Industria prevede un’indennità giornaliera pari a:
In alternativa all’indennità di trasferta (che ha carattere forfetario in quanto stabilita a monte dal contratto collettivo) il datore può rimborsare le spese effettivamente sostenute.
Altri contratti prevedono invece un sistema “misto” dove all’erogazione dell’indennità si affianca il rimborso spese. E’ il caso del CCNL Turismo – Confcommercio che accanto all’indennità di trasferta (calcolata in percentuale sulla retribuzione mensile) prevede il rimborso:
Come affermato dal Ministero del Lavoro (Interpello n. 14/2010) il datore è libero di erogare ai propri dipendenti un’indennità di trasferta di importo superiore a quanto stabilito dal contratto collettivo.
Le modalità di pagamento dell’indennità di trasferta devono essere tracciabili (tra gli altri si citano bonifico bancario o assegno), nel rispetto della Legge di Bilancio 2018 (Legge n. 205/2017) che ha vietato dal 1° luglio scorso la corresponsione della retribuzione in contanti.
Lo ha chiarito l’Ispettorato Nazionale del Lavoro con una nota del 10 settembre 2018. L’INL spiega che data la natura “mista” del rimborso spese di trasferta (risarcitoria e retributiva) si ritiene necessario ricomprendere l’indennità di trasferta tra le somme rientranti negli obblighi di tracciabilità.
Leggi anche: Tracciabilità della retribuzione: come avviene la verifica ispettiva
L’indennità di trasferta deve altresì risultare nel Libro Unico del Lavoro e nel cedolino paga consegnato al dipendente.
Sull’assoggettamento dell’indennità di trasferta a contributi e tasse è necessario distinguere fra:
Per la trasferta nello stesso comune della sede di lavoro, l’indennità di trasferta è soggetta sia a contributi INPS che alla tassazione fiscale.
Cosa vuol dire trasferta italia in busta paga? E trasferta estero? Qualora il dipendente svolga temporaneamente l’attività fuori dal territorio comunale in cui insiste la sua sede di lavoro, la legge (art. 51 DPR n. 917/86 denominato Testo Unico delle Imposte sui Redditi o TUIR) prevede delle soglie di esenzione, all’interno delle quali gli importi riconosciuti non sono soggetti a contributi e tasse, mentre l’importo residuo è soggetto.
Nel caso in cui il contratto collettivo (o il datore) riconosca solamente un’indennità di trasferta forfetaria:
Per le suddette soglie la normativa prevede che non si debbano neanche tenere le cosiddette “pezze d’appoggio”; non è necessario quindi conservare scontrini fiscali, ricevute del ristorante, note spese varie ecc. Inoltre questi importi non concorrono alla formazione del reddito del dipendente (non vanno cioè indicati nella certificazione unica o nel 730)
Importo trasferte forfettarie | |
Trasferte Italia | Trasferte estero |
euro 46,48 al giorno | euro 77,46 al giorno |
Laddove invece venga riconosciuto oltre all’indennità di trasferta il rimborso delle spese di trasferte effettivamente sostenute (cosiddetto “sistema misto”), per gli spostamenti in Italia: