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di Paolo Ballanti - 31 Gennaio 2022
Mancato preavviso: cosa comporta? Che succede alla busta paga? E quando è ammesso? Il preavviso, disciplinato dall’articolo 2118 del Codice Civile, è quell’arco di tempo che consente alla parte che subisce il recesso dal contratto di lavoro di:
e, nel frattempo, continuare a prestare l’attività lavorativa (ricevendo la retribuzione) con annessi tutti i diritti e gli obblighi legati al rapporto di lavoro, il quale proseguirà sino alla data di cessazione.
In tal senso:
La durata del preavviso è demandata dal codice civile ai contratti collettivi, agli usi o secondo equità. Di norma è il CCNL a disciplinare in materia, in ragione delle seguenti variabili:
Il preavviso, applicabile ai soli rapporti di lavoro a tempo indeterminato, dev’essere generalmente lavorato, in modo tale da addivenire alle esigenze della parte che subisce il recesso (come sopra descritte).
Il comportamento di chi interrompe il rapporto di lavoro senza preavviso apre la strada ad una serie di conseguenze, in particolare economiche. Queste si concretizzano infatti nel riconoscimento di un’apposita indennità sostitutiva del preavviso.
Analizziamo quest’ultimo aspetto in dettaglio.
Il datore di lavoro che risolve il contratto (licenziamento) senza rispettare il periodo di preavviso è tenuto a corrispondere in busta paga un’apposita indennità sostitutiva. Questo accade tanto nel caso in cui il dipendente accetti il recesso immediato quanto nell’ipotesi di mancanza del consenso del lavoratore.
L’indennità in questione dev’essere pertanto calcolata in base alla retribuzione che sarebbe spettata al dipendente se avesse proseguito l’attività nel corso del preavviso. Nel calcolo devono essere inclusi, ad esempio:
Sono invece da escludersi le somme riconosciute a titolo di rimborso spese. Vi sono comunque dei casi in cui il licenziamento in tronco è previsto anche senza comportare l’indennità sostitutiva come vedremo in seguito.
Dal punto di vista contributivo l’indennità sostitutiva del preavviso entra a pieno titolo nell’imponibile su cui vengono calcolati i contributi carico dipendente e quelli conto azienda.
All’interno della denuncia UniEmens (da inviare mensilmente all’INPS) la somma riconosciuta a titolo di indennità sostitutiva del preavviso dev’essere:
Dal punto di vista fiscale, l’indennità sostitutiva del preavviso è soggetta a tassazione separata.
Il calcolo avviene applicando la stessa aliquota per utilizzata per tassare il TFR all’importo dell’indennità al netto dei contributi previdenziali conto dipendente.
Qualora sia il dipendente colui che risolve il contratto senza concedere il preavviso all’azienda (dimissioni) quest’ultima trattiene un importo a titolo di mancato preavviso.
Possono in particolare verificarsi tre situazioni:
La trattenuta per mancato preavviso, inserita in busta paga, è calcolata in ragione del compenso che sarebbe spettato al lavoratore se avesse continuato a lavorare (retribuzione normale + ratei di mensilità aggiuntive) con la differenza che, rispetto all’indennità sostitutiva, l’importo assume carattere risarcitorio e, pertanto, viene trattenuto direttamente dal netto a pagare.
Anche in questo caso esistono casi in cui la legge prevede il diritto del lavoratore di dimettersi senza preavviso senza perdere il mancato preavviso come vedremo qui di seguito.
Leggi anche: Dimissioni per giusta causa: istruzioni per l’uso
Esistono una serie di ipotesi in cui il preavviso, pur se non rispettato, non comporta alcuna conseguenza per la parte interessata, posto che è la legge stessa a consentire il recesso immediato.
Ci riferiamo in particolare a:
In queste ultime due casistiche è bene sottolineare che il recesso immediato è motivato da:
Sono inoltre esclusi dall’obbligo del preavviso il lavoratore o la lavoratrice che si dimettono nel periodo in cui è vietato il licenziamento, nello specifico per: