Addio alla certificazione unica, almeno per i contribuenti che hanno aderito al regime forfettario e ai minimi. La novità, che scatterà dal prossimo anno, rientra nel progetto di razionalizzazione degli adempimenti fiscali.
L’eliminazione della certificazione unica è contenuta all’interno di un decreto legislativo in materia di semplificazione, approvato lo scorso 23 ottobre dal Consiglio dei Ministri. L’obiettivo è quello di andare a snellire gli obblighi in capo ai sostituti d’imposta in relazione agli emolumenti che andranno a versare a partire dal 1° gennaio 2024.
Tra l’altro questa importante novità coincide con l’obbligo generalizzato della fatturazione elettronica: dal prossimo anno, infatti, viene compiuto un nuovo passo. Tutte le partite iva, indipendentemente dal volume dei ricavi o dei compensi, saranno tenute ad emettere l’e-fattura.
Certificazione unica: per chi cambia
Lo scorso 23 ottobre 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo nel quale sono contenute alcune semplificazioni in materia di adempimenti tributari. Il legislatore, con questo documento, ha voluto introdurre un nuovo ed importante tassello per l’attuazione della riforma fiscale. Sono state introdotte, infatti, alcune importanti novità per quanto riguarda le dichiarazioni.
Oltre ad alcune novità strettamente legate al Modello 730 e alla dichiarazione dei redditi precompilata per i titolari di partita Iva, arriva anche un’importante razionalizzazione degli adempimenti previsti per i sostituti d’imposta. In particolare sono state previste alcune novità per quanto riguarda la certificazione unica relativa ai compensi erogati.
Il decreto legislativo, nello specifico, è andato a modificare quanto è contenuto all’interno dell’articolo 4 del Decreto n. 322 del Presidente della Repubblica. È stato previsto che, a decorrere dal periodo d’imposta 2024, i sostituti d’imposta non siano più tenuti a trasmettere e a consegnare la certificazione unica ai titolari di partita Iva. Almeno per quelli che hanno optato per il regime forfettario o per quello dei minimi.
L’eliminazione di questo adempimento – che è bene ricordarlo riguarda solo i soggetti che hanno aderito al regime forfettario o a quello dei minimi – costituisce una delle tante novità introdotte con l’intento di andare a semplificare gli adempimenti dei contribuenti. Il legislatore ha sollevato da questa incombenza i sostituti d’imposta. Il motivo di questa scelta è molto semplice: è stato esteso a tutti i titolari di partita Iva l’obbligo di aderire alla fatturazione elettronica.
Certificazione Unica Forfettari: cosa succede dal 1° gennaio 2024
Il decreto sulle semplificazioni tributarie, in estrema sintesi, ha reso palese che non ci saranno dei passi indietro rispetto alle novità che dovrebbero essere introdotte nel corso del prossimo anno.
Il Decreto PNRR 2 ha previsto che dal 1° gennaio 2024 scatterà l’obbligo della fatturazione elettronica per tutti i titolari di partita Iva. Non ci saranno più degli esonerati: ricordiamo, infatti, che da questo obbligo erano rimasti esclusi i titolari di partita Iva con ricavi o compensi inferiori a 25.000 euro.
Dal 1° luglio 2022, invece, la fatturazione elettronica era estesa a quanti avessero registrato dei ricavi o dei compensi superiori a 25.000 euro nel corso del 2021.
In questa occasione, quindi, nella platea dei soggetti obbligati ad emettere l’e-fattura sono entrati anche quanti sono in possesso di una partita Iva, ma rientrano nel regime forfettario, in quello di vantaggio o siano delle associazioni sportive dilettantistiche, delle associazioni senza fini di lucro e le pro loco, che abbiano provveduto ad esercitare l’opzione prevista dagli articoli 1 e 2 della legge n. 398 del 16 dicembre 1991. I proventi dalle attività commerciali, però, devono essere inferiori a 65.000 euro.
Certificazione unica e riforma fiscale
Il decreto Legislativo, in altre parole, attua uno dei tanti tasselli della riforma fiscale. È stato rivisto il calendario delle scadenze ed è stato introdotto l’obbligo di adesione alla fatturazione elettronica. Adesso si aggiunge anche il venir meno dell’obbligo di trasmissione della certificazione unica relativa ai contribuenti che hanno optato per il regime forfettario e per quello dei minimi.
Questo obbligo viene meno perché i dati relativi ai compensi vengono resi disponibili e in automatico presso gli archivi dell’Agenzia delle Entrate. Le fatture, infatti, dovranno passare attraverso il Sistema di Interscambio. Almeno tutte quelle relative alle operazioni effettuate dopo il 1° gennaio 2024.
In un certo senso è possibile affermare che l’eliminazione di questo obbligo costituisce uno dei primi effetti positivi del cosiddetto Fisco Digitale. Con questa operazione l’Esecutivo sta puntando a semplificare l’immenso panorama degli adempimenti a cui sono sottoposti tutti i contribuenti in Italia.