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di Massima Di Paolo - 29 Aprile 2013
Lo scorso 24 aprila, i sindacati Cgil, Cisl e Uil e la Confindustria, hanno siglato un accordo interconfederale sulla detassazione del salario di produttività. L’accordo dà attuazione al decreto sulla detassazione dei premi di produttività e alla circolare esplicativa del Ministero del Lavoro.
Come ricorderete, infatti, lo scorso 29 marzo, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nr. 75, il DPCM del 22 gennaio 2013 con il quale si disciplinano le misure sperimentali per l’incremento della produttività del lavoro nel 2013. Si sta parlando, in pratica della detassazione sui premi di produttività per l’anno 2013.
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L’accordo prevede due modalità per estendere l’area di applicazione della detassazione attraverso un ampliamento della pratica contrattuale:
Per la CGIL “l’intesa costituisce un passo in avanti importante nell’ambito delle relazioni industriali e, andrà estesa a tutte le altre associazioni d’impresa per allargare così i benefici al maggior numero di lavoratori e lavoratrici”.
“L’accordo – prosegue la nota – riafferma il ruolo del contratto nazionale di lavoro come fonte primaria della contrattazione e favorisce la crescita della contrattazione di secondo livello valorizzando il ruolo delle Rsu. La CGIL favorevole alla detassazione del salario di produttività non firmò l’accordo sulla produttività tra governo e parti sociali del 21 novembre scorso in quanto non ne condivideva alcuni punti”.
Per la Cisl, “si tratta di un accordo nel segno dell’innovazione; rappresenta, infatti, un’evoluzione dell’accordo del 28 giugno 2011 e persegue l’obiettivo di portare più salario netto ai lavoratori e di favorire anche nelle piccole imprese, prive di rappresentanza sindacale, la pratica della contrattazione e la possibilità di introdurre elementi di innovazione organizzativa attraverso un uso più mirato del sistema degli orari”.
“Un accordo – continua Bonanni – che cerca di dare un percorso comune agli interessi dei lavoratori e delle imprese nel segno di una maggiore competitività del nostro sistema industriale e di maggiori opportunità salariali per i lavoratori”.