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Premi produttività con tassazione agevolata: ecco cosa cambia nel 2023

Ecco come funziona e come cambia nel 2023 la tassazione dei premi di risultato o premi di produttività. Guida aggiornata con esempi pratici.


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di - 20 Gennaio 2023

In vigore dal 1° gennaio 2023, la Legge 29 dicembre 2022 numero 197 prevede, per i premi di produttività e le somme erogate nell’anno corrente, la riduzione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva dal 10 al 5%.

La modifica rientra, insieme alla tassazione agevolata delle mance tra le misure della Manovra 2023 finalizzate a diminuire la pressione fiscale, ovvero il taglio del cuneo fiscale sulle buste paga dei lavoratori dipendenti. Sempre per quanto riguarda le agevolazioni in busta paga da ricordare anche la detassazione del fringe benefit bonus benzina fino a 200 euro.

Analizziamo la questione in dettaglio.

Premi produttività con tassazione agevolata: cos’è e come funziona

Ad essere ritoccata è l’imposta sostitutiva di Irpef ed addizionali regionali e comunali da applicare sui premi di risultato di ammontare variabile e sulle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa, entro un determinato limite di importo complessivo annuo ed in favore di lavoratori dipendenti titolari di redditi non eccedenti, nell’anno precedente, gli 80 mila euro.

La tassazione agevolata sui premi di risultato, disciplinata dalla Legge 208/2015 articolo 1, comma 182 e seguenti, permette, salvo espressa rinuncia del lavoratore stesso, di subire una ritenuta fiscale ridotta rispetto all’applicazione degli scaglioni d’imposta ordinari del 23, 25, 35 e 43%.

A chi si applica la detassazione premi di produttività

Il beneficio opera in favore di quanti, nel settore privato, sono alle dipendenze di imprese, lavoratori autonomi, enti pubblici economici ed enti non commerciali.

In aggiunta si richiede di aver totalizzato, nell’anno precedente, un reddito di lavoro dipendente non superiore ad 80 mila euro. Nel conteggio del reddito sono ricomprese altresì le somme soggette all’imposta sostitutiva, le pensioni di ogni genere e gli assegni equiparati, nonché la quota di Tfr liquidata in forma sperimentale in busta paga (il cosiddetto Quir).

Al contrario, sono esclusi dal conteggio altri redditi soggetti a tassazione separata e gli stessi premi di risultato sostituiti dalle prestazioni di welfare.

Chi è escluso?

Sono esclusi dal beneficio dell’imposta sostitutiva i titolari di redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente. E’ il caso ad esempio di collaboratori coordinati e continuativi ed amministratori.

Casi particolari

L’accesso al beneficio in parola è ammesso anche nelle ipotesi di:

Da notare poi che nel conteggio del limite di reddito dev’essere ricompreso anche il reddito di lavoro dipendente riconducibile ad un’attività svolta all’estero, sebbene non tassato in Italia.

Nel caso dei lavoratori cosiddetti “impatriati” rileva l’intero reddito di lavoro percepito.

Quali somme hanno diritto alla detassazione?

Possono beneficiare dell’imposta sostitutiva:

entro il limite complessivo di 3 mila euro (calcolato sommando sia premi che utili), elevato a 4 mila euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori.

Premi di risultato

Nel computo del limite si assumono tutti i premi percepiti dal dipendente nel corso dell’anno, a prescindere da chi li ha corrisposti, al lordo della ritenuta fiscale del 5 – 10% ma al netto delle trattenute previdenziali obbligatorie.

I premi devono, in particolare, essere:

Per poter legittimamente fruire dell’imposta sostitutiva:

Quali sono gli esempi di incremento?

Esempi di incremento sono:

Come misurare il miglioramento dell’attività aziendale?

La misurazione dell’incremento deve avvenire in modo obiettivo grazie ad indicatori come:

Utili

A differenza dei premi, la tassazione agevolata riguardante le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa, spetta a prescindere dagli incrementi di produttività appena citati.

Si possono sostituire i premi con il welfare aziendale?

I contratti collettivi possono consentire al lavoratore di sostituire, in tutto o in parte, i premi con le somme e i valori rientranti nel cosiddetto welfare aziendale.

In queste ipotesi i relativi importi non concorrono, in osservanza dei limiti previsti, a formare il reddito di lavoro dipendente e non sono tantomeno soggetti all’imposta sostitutiva.

Si citano tra gli altri:

Come si applica la tassazione agevolata?

Sulle somme riconosciute per incrementi di produttività, il datore di lavoro applica in busta paga una trattenuta pari al 5 – 10% dell’ammontare, quest’ultimo ottenuto al netto dei contributi previdenziali a carico del lavoratore.

Di norma la liquidazione in cedolino dei premi avviene dopo aver verificato che il risultato indicato nel contratto collettivo è stato raggiunto.

Le somme trattenute a titolo di imposta sostitutiva devono essere:

Cosa cambia con la tassazione al 5%?

Ipotizziamo che un dipendente riceva un premio di risultato pari a 1.000 euro lordi. A questo punto è necessario:

Di conseguenza, il premio netto è il risultato di 1000,00 – 91,90 – 90,81 = 817,29 euro.

Al contrario, considerando l’aliquota 2023 al 5%, il recupero fiscale sarebbe di 45,41 euro e il premio netto di conseguenza 1000,00 – 91,90 – 45,41 = 862,69 euro.

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Tags: Busta Pagadetassazione premi produttività