Chi rientra in Italia con il regime degli impatriati sperava di poter contare su un vantaggio fiscale anche sulla NASpI. L’Agenzia delle Entrate, con l’interpello n. 228 del 1° settembre 2025, ha però chiarito che, l’indennità di disoccupazione riconosciuta ai lavoratori dipendenti che hanno perso l’impiego, non rientra tra i redditi che possono beneficiare delle agevolazioni previste.
È una precisazione importante, perché riguarda direttamente tanti lavoratori che dopo un’esperienza all’estero hanno deciso di tornare nel nostro Paese e usufruire del regime agevolato. L’idea che la NASpI potesse essere trattata come reddito assimilato al lavoro aveva creato aspettative, ma la risposta dell’Agenzia ha posto fine a ogni dubbio.
Come funziona il regime per gli impatriati
Il regime speciale per i lavoratori impatriati è stato introdotto per incentivare il rientro di chi lavora all’estero. Prevede una tassazione ridotta, solitamente al 30%, sui redditi da lavoro dipendente, assimilato, autonomo o d’impresa prodotti in Italia. Lo scopo è chiaro: rendere più conveniente per i professionisti rientrare e contribuire al sistema economico italiano, mantenendo però un vantaggio fiscale temporaneo.
Questo beneficio, però, vale soltanto per i redditi che derivano da un’attività effettivamente svolta. Non è sufficiente che si tratti di somme collegate in qualche modo al lavoro, devono essere retribuzioni, compensi o redditi sostitutivi legati a un’attività produttiva.
Perché la NASpI è esclusa
Secondo l’Agenzia delle Entrate, la NASpI non può essere considerata un reddito agevolabile perché non è frutto di un’attività lavorativa in corso, ma un’indennità concessa a chi ha perso l’impiego. Si tratta quindi di un sostegno economico che non produce ricchezza attraverso lavoro svolto, ma che compensa la mancanza di un reddito. Per questa ragione deve essere tassata integralmente secondo le regole ordinarie dell’IRPEF, senza possibilità di riduzioni.
Il chiarimento mette in evidenza una distinzione netta: i redditi di lavoro sono agevolabili, i sussidi di disoccupazione no. Anche se formalmente la NASpI viene trattata come reddito assimilato al lavoro dipendente, la sua natura di prestazione assistenziale non consente di farla rientrare nel perimetro del regime speciale.
Le conseguenze per chi rientra
Chi rientra in Italia con il regime impatriati e successivamente perde l’impiego deve quindi sapere che l’indennità NASpI sarà tassata al 100% come un reddito ordinario. Non si tratta di un dettaglio marginale, perché l’impatto può essere significativo sulla pianificazione fiscale.
Molti lavoratori avevano ipotizzato che l’indennità potesse essere ricompresa nel 30% agevolato, ma la posizione dell’Agenzia delle Entrate è chiara e non lascia spazio a interpretazioni diverse. Il vantaggio fiscale resta limitato ai periodi di effettiva occupazione e ai redditi prodotti da lavoro, non alle fasi di disoccupazione.
NASpI lavoratori impatriati, le novità del 2025
Ricordiamo che dal 1° gennaio 2025 è cambiata la disciplina relativa ai lavoratori rimpatriati: con la legge di bilancio 2025 (art. 1, comma 187, legge n. 207/2024) è stata disapplicata la legge n. 402/1975 che garantiva la prestazione di disoccupazione a questa categoria.
Ciò significa che, per le cessazioni del rapporto di lavoro successive a tale data, non sarà più possibile presentare domanda di disoccupazione, né direttamente né tramite patronati. Restano invece valide le vecchie regole per le richieste riferite a rapporti di lavoro cessati entro il 31 dicembre 2024, secondo le istruzioni contenute nella circolare n. 106/2015.
Chi vuole approfondire, può leggere il mio articolo dedicato al tema, pubblicato su Lavoro e Diritti
Approfondisci qui: https://www.lavoroediritti.com/leggi-e-prassi/lavoratori-rimpatriati-naspi-2025
Conclusione
Il messaggio dell’Agenzia delle Entrate è inequivocabile: la NASpI non può beneficiare del regime agevolato per i lavoratori impatriati. È una prestazione a sostegno del reddito, non il frutto di un’attività lavorativa. Di conseguenza, chi usufruisce del regime speciale deve considerare questa indennità interamente tassata con le aliquote IRPEF ordinarie.
Si tratta di un chiarimento che ridimensiona le aspettative di molti rientrati, ma che aiuta a fare chiarezza e a programmare con maggiore consapevolezza il proprio percorso lavorativo e fiscale in Italia.
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