Molti lavoratori dipendenti e pensionati si aspettavano di vedere il rimborso IRPEF derivante dal modello 730 già nei mesi estivi. In tanti, infatti, confidavano di ricevere la somma in busta paga a luglio, agosto, settembre o ottobre, oppure nel cedolino pensione dello stesso periodo.
Eppure, non tutti hanno visto accreditato l’importo. Se ad ottobre il rimborso non è ancora arrivato, non si tratta necessariamente di un errore: le tempistiche variano in base alla data di trasmissione della dichiarazione dei redditi e, in alcuni casi, possono esserci verifiche o rallentamenti.
Ecco una email arrivata in redazione, che riassume bene i dubbi di tanti contribuenti:
Buongiorno Redazione, ho presentato il modello 730 a fine luglio tramite il CAF. Mi aspettavo di ricevere il rimborso IRPEF direttamente in busta paga già da agosto, ma ad oggi – siamo ad ottobre – non ho ancora ricevuto nulla. Vorrei capire se c’è un ritardo generale o se devo preoccuparmi. Grazie per l’attenzione.
Rimborso 730, come funziona
Quando il lavoratore dipendente presenta il modello 730 e c’è un credito IRPEF da restituire, il rimborso arriva generalmente in busta paga tramite il datore di lavoro (o, per i pensionati, tramite l’ente pensionistico). Le tempistiche variano in base al momento in cui il modulo viene consegnato e trasmesso. Una sequenza “standard” (orientativa) è la seguente:
- 730 inviato entro il 31 maggio → rimborso a luglio
- 730 inviato dal 1° al 20 giugno → rimborso ad agosto
- 730 inviato dal 21 giugno al 15 luglio → rimborso a settembre
- 730 inviato dal 16 luglio al 31 agosto → rimborso a ottobre
- 730 inviato a settembre → rimborso da novembre in poi
Questa ripartizione non è casuale: l’Agenzia delle Entrate elabora il prospetto di liquidazione entro date prefissate e trasmette al sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) il modello 730-4, che consente al datore di operare il conguaglio. Se la dichiarazione arriva tardi nella “finestra” di agosto, il rimborso slitta in ottobre, perché il datore riceve il prospetto in ritardo.
Perché può esserci ritardo: le cause più comuni
Anche se la tua dichiarazione è stata inviata in tempo, possono esserci altri motivi per cui il rimborso non arriva ad ottobre:
- Controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate
In alcuni casi (modifiche rispetto alla dichiarazione precompilata, crediti “anomali”, importi elevati) l’Agenzia effettua verifiche. Questo può aggiungere settimane o mesi al processo. (Fonti: Informazione Fiscale, Idealista) - Errori o incongruenze nella dichiarazione
Se dati anagrafici, IBAN o spese detraibili non corrispondono ai documenti ufficiali, può scattare una verifica manuale che rallenta l’iter. - Problemi con il prospetto 730-4 non arrivato al datore di lavoro
Se il prospetto non viene ricevuto per ritardi o problematiche tecniche, il datore non ha ciò che serve per applicare il rimborso. - Incapacità del datore di lavoro / cedolino insufficiente
Se la busta paga del mese non contiene importi sufficienti per “ospitare” tutto il rimborso (perché già gravata di trattenute), il restante può slittare ai mesi successivi. (Fonti: 50&PiùCAF) - Dichiarazione presentata tardivamente o in ritardo rispetto alle scadenze
Se il 730 è stato compilato vicino al termine utile o oltre certi limiti, il rimborso può essere rimandato anche a novembre o dicembre.
Facciamo un esempio
Supponiamo che Laura presenti il 730 il 25 luglio. In base al calendario tipico, il prospetto di liquidazione le sarà consegnato al datore di lavoro in tempi che permettono al rimborso di apparire nella busta paga di ottobre. Se invece ci fosse qualche controllo o se alcune spese dichiarate fossero oggetto di verifica, quel rimborso potrebbe essere parzialmente accreditato o arrivare solo totalmente nei mesi successivi.
Cosa puoi fare se il rimborso non arriva
Ecco una “checklist” utile:
- Verifica la data di invio e trasmissione
Controlla quando hai effettivamente trasmesso il 730 (CAF, professionista, modalità online) e in quale fascia temporale sei rientrato. - Controlla il “prospetto 730-4”
Chiedi al CAF o allo studio che ha presentato il tuo modello se il prospetto è stato inviato al tuo sostituto d’imposta. Se non è stato ricevuto, il datore non può applicare il rimborso. - Guarda il tuo Cassetto Fiscale / Servizi on-line dell’Agenzia delle Entrate
Nel tuo profilo fiscale puoi vedere lo stato della dichiarazione, se ci sono controlli in corso, se il rimborso è stato autorizzato o meno. - Verifica dati bancari e IBAN
Se non hai indicato o hai segnalato un IBAN, o se è errato, l’accredito non può avvenire per via bancaria. Questo può causare ritardi o erogazioni alternative tramite assegno. - Chiedi al datore di lavoro / all’ente pensionistico
Talvolta il problema è “interno” all’ufficio paghe che deve applicare il rimborso: chiedi se è stato ricevuto il prospetto e se è in lavorazione. - Rivolgiti al CAF, patronato o consulente fiscale
Se non riesci a capire da solo cosa sta succedendo, fatti assistere da chi ha gli strumenti per verificare con l’Agenzia delle Entrate.
730 senza sostituto quando arriva il rimborso Irpef
Diverso il discorso per i contribuenti che presentano il 730 senza sostituto. In questi casi il rimborso non viene erogato dal datore di lavoro o dall’INPS, ma direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Questo significa che i tempi possono allungarsi: di solito l’accredito sul conto corrente avviene entro fine anno, ma in presenza di controlli preventivi si può arrivare anche all’anno successivo. È quindi fondamentale verificare di aver comunicato correttamente l’IBAN all’Agenzia per non rischiare ulteriori ritardi.
Per dubbi su Fisco, Lavoro e Previdenza contatta la Redazione con il servizio la Posta di Lavoro e Diritti.