La «rottamazione quinquies» è la nuova proposta di definizione agevolata delle cartelle esattoriali che potrebbe trovare spazio nella prossima Legge di Bilancio 2026. L’obiettivo è offrire un percorso sostenibile per i contribuenti in difficoltà, permettendo di chiudere i conti con il fisco senza l’incubo di sanzioni e interessi che, spesso, raddoppiano o triplicano il debito originario.
Rispetto alle precedenti edizioni della rottamazione, questa nuova misura porta con sé alcune novità importanti, a partire dal possibile inserimento di limiti legati all’ISEE per circoscrivere la platea a chi si trova in reale difficoltà economica.
Cos’è la rottamazione
Con il termine “rottamazione delle cartelle” si intende la possibilità di pagare i debiti fiscali e contributivi riducendo o azzerando sanzioni e interessi, concentrandosi sull’importo base dovuto. È uno strumento che lo Stato utilizza periodicamente per favorire la riscossione e allo stesso tempo dare respiro ai cittadini e alle imprese in difficoltà.
Negli anni abbiamo visto diverse edizioni di questo istituto: dalla prima “rottamazione” alla “rottamazione quater”, fino a quella oggi allo studio che prende il nome di “quinquies”. L’idea resta sempre la stessa: garantire al contribuente un’opportunità per rimettersi in regola con pagamenti più accessibili, rateizzati e con condizioni agevolate.
Come funziona la rottamazione quinquies
Il nuovo schema prevede che i debiti contratti tra il 2000 e il 2023 possano essere estinti senza dover pagare interessi e sanzioni, ma solo la quota capitale. La grande novità è la possibilità di dilazionare l’importo fino a dieci anni, con un piano massimo di 120 rate mensili.
Si tratta di un orizzonte temporale lungo, pensato per ridurre l’impatto delle singole rate e rendere sostenibile anche un debito importante. Tuttavia, il dibattito politico sta introducendo alcune clausole per evitare che la misura si trasformi in un condono indiscriminato. Tra queste spicca l’ipotesi di legare l’accesso al condono a un limite di ISEE, per escludere chi non versa in una reale situazione di difficoltà economica.
Un altro punto in discussione è la decadenza. Finora, con le vecchie rottamazioni, bastava saltare anche una sola rata per perdere i benefici. Ora si ipotizza una soglia più elastica: il contribuente potrebbe mantenere il diritto alla definizione agevolata fino a un certo numero di rate non pagate, ad esempio otto, anche non consecutive.
Limiti ISEE e platea dei beneficiari
L’introduzione del limite ISEE cambierebbe radicalmente lo spirito della rottamazione. Non più una misura aperta a tutti, ma una corsia preferenziale per chi ha effettivamente risorse limitate. Significa che un nucleo familiare con un ISEE superiore alla soglia fissata non potrebbe accedere, mentre chi ha un reddito e un patrimonio contenuti avrebbe diritto a beneficiare delle condizioni agevolate.
Un aspetto non secondario riguarda i cosiddetti “rottamatori seriali”: chi negli anni ha aderito a più condoni senza mai rispettare i piani di pagamento potrebbe essere escluso. In questo modo si intende premiare la buona fede e punire chi approfitta sistematicamente degli strumenti di definizione agevolata senza mai onorare gli impegni.
Rate, tempi e condizioni
Il cuore della rottamazione quinquies resta la possibilità di dilazionare il debito in un periodo lungo fino a dieci anni. Questo significa, ad esempio, che un debito da 12.000 euro potrebbe essere spalmato in 120 rate da circa 100 euro al mese, rendendo l’impegno molto più sostenibile.
Alcuni emendamenti ipotizzano anche la possibilità di introdurre un anticipo obbligatorio per i debiti più elevati, così da garantire da subito un gettito minimo allo Stato. In ogni caso, la regola di fondo rimane la stessa: niente interessi, niente sanzioni, ma solo la quota originaria dovuta.
Se confermata la soglia di tolleranza sulle rate mancanti, la misura diventerebbe più “umana” rispetto al passato. Non si rischierebbe più di decadere al primo errore o ritardo, ma solo in caso di reiterata inadempienza.
Chi rischia di restare escluso
Il perimetro della misura potrebbe lasciare fuori diverse categorie. Sicuramente i contribuenti con ISEE sopra la soglia, ma anche chi ha pendenze molto alte o chi non ha rispettato precedenti rottamazioni. Anche le imprese con grandi capacità finanziarie, pur avendo debiti, difficilmente potranno rientrare nella nuova definizione agevolata.
L’intento, infatti, è evitare che a beneficiare siano anche soggetti che hanno le risorse per pagare ma scelgono di non farlo, lasciando spazio a chi invece vive difficoltà reali.
Considerazioni finali
La rottamazione quinquies rappresenta una nuova opportunità per chi ha cartelle pendenti con il fisco, ma non va vista come un lasciapassare automatico. Prima di aderire sarà fondamentale valutare la propria situazione: verificare l’ISEE, calcolare l’impatto delle rate e chiedersi se davvero si potrà rispettare l’impegno per dieci anni consecutivi.
Il consiglio è di non aspettare l’ultimo minuto e di farsi assistere da un consulente fiscale o da un CAF per capire con precisione quali cartelle rientrano, quanto si risparmia e quanto sarà l’impegno mensile.
In fondo, la vera sfida non è solo ottenere lo sconto su sanzioni e interessi, ma riuscire a portare a termine il piano senza ricadere nei problemi che hanno portato all’accumulo del debito. Se usata con responsabilità, la rottamazione quinquies può davvero diventare un’occasione per ripartire più leggeri.