Con la risposta n. 139 del 20 maggio 2025, riportata anche sul portale FiscoOggi, l’Agenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti sull’ambito di applicazione dell’agevolazione fiscale prevista dalla Legge di Bilancio 2025 per gli infermieri del comparto sanità.
La misura, introdotta dall’articolo 1, comma 354, della legge n. 207/2024, prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva del 5% sui compensi per lavoro straordinario erogati agli infermieri dipendenti da aziende ed enti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Tuttavia, come chiarito dall’Agenzia, l’agevolazione è applicabile solo in presenza di specifici requisiti contrattuali e giuridici.
Straordinari degli infermieri: cosa prevede la legge sulla agevolazione fiscale al 5%
L’imposta sostitutiva la 5% si rivolge agli infermieri inquadrati nel Comparto Sanità e riguarda i compensi per lavoro straordinario disciplinati dall’articolo 47 del CCNL Sanità 2019–2021. Tali compensi, se erogati da enti e aziende del SSN, possono essere assoggettati a un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali, con aliquota ridotta al 5%.
Questa misura ha l’obiettivo di valorizzare il lavoro straordinario svolto dagli operatori sanitari, in particolare in contesti ad alta intensità assistenziale come ospedali e strutture pubbliche.
Straordinari del personale universitario: perché non rientrano nell’agevolazione
A sollevare il dubbio interpretativo è stata un’azienda ospedaliera universitaria, che ha richiesto chiarimenti sull’applicazione dell’agevolazione anche al personale universitario assegnato all’azienda sanitaria tramite protocollo d’intesa con la Regione.
Si tratta di operatori che, pur svolgendo attività assistenziali di tipo infermieristico, sono inquadrati giuridicamente secondo il CCNL Università e retribuiti in base a un sistema misto che tiene conto delle differenze tra il contratto universitario e quello sanitario.
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il solo fatto di svolgere attività infermieristiche non è sufficiente per accedere all’agevolazione fiscale.
L’imposta sostitutiva del 5% non si applica ai compensi per lavoro straordinario erogati al personale universitario assegnato all’azienda ospedaliera, anche se svolge “attività assistenziale di carattere sanitario tipicamente relativo alle prestazioni infermieristiche”.
Requisiti per applicare l’imposta sostitutiva del 5% agli infermieri
Secondo il parere dell’Agenzia, per applicare l’imposta sostitutiva ridotta devono coesistere due condizioni precise:
- Requisito oggettivo: i compensi devono essere riconducibili allo straordinario previsto dall’articolo 47 del CCNL Sanità 2019–2021.
- Requisito soggettivo: il lavoratore deve essere giuridicamente dipendente da un’azienda o ente pubblico del Servizio Sanitario Nazionale.
Nel caso del personale universitario, pur svolgendo mansioni analoghe a quelle degli infermieri SSN, manca il secondo requisito: non essendo formalmente dipendenti del SSN, tali lavoratori non possono beneficiare del regime fiscale agevolato.
Effetti pratici per aziende sanitarie e lavoratori del comparto sanità
Questo chiarimento ha effetti diretti su buste paga e trattenute fiscali. Gli infermieri del SSN vedranno applicata l’imposta sostitutiva al 5% sugli straordinari, ottenendo un vantaggio netto in termini di retribuzione. Diversamente, il personale universitario continuerà a essere soggetto all’imposizione ordinaria.
Le strutture sanitarie pubbliche sono quindi invitate a verificare con attenzione l’inquadramento giuridico del personale, per evitare errori nell’applicazione del beneficio fiscale e possibili contestazioni future in sede di controllo.
Chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate sugli straordinari agevolati 2025
La risposta n. 139/2025 dell’Agenzia delle Entrate lascia poco spazio a interpretazioni estensive: l’agevolazione si applica solo a chi è inquadrato nel comparto sanità e giuridicamente dipendente dal SSN. Nessun allargamento, quindi, a figure ibride o assegnate tramite protocolli istituzionali, se non rientrano pienamente nei criteri indicati dalla norma.
Per i lavoratori, è consigliabile rivolgersi al proprio ufficio del personale o a un consulente per chiarire se si ha diritto all’imposta sostitutiva al 5%. Anche piccoli dettagli contrattuali possono fare la differenza.