Il taglio dell’Irpef è una delle misure più attese della prossima Legge di Bilancio. L’obiettivo dichiarato dal Governo è alleggerire la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti e sui pensionati, dando più respiro alle buste paga e agli assegni mensili.
Secondo le prime simulazioni, il nuovo sistema potrebbe portare un risparmio fino a 120 euro al mese per alcune fasce di reddito. Un beneficio che potrebbe aiutare soprattutto le famiglie di ceto medio, oggi tra le più penalizzate dall’inflazione e dall’aumento dei costi della vita.
Cos’è e come funziona l’Irpef
L’Irpef, cioè l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, è la tassa principale che ogni cittadino paga sui propri redditi da lavoro, pensione o altre fonti. È un’imposta progressiva: più alto è il reddito, più alta è la percentuale da versare.
Il funzionamento è basato su scaglioni, cioè fasce di reddito a cui corrisponde una diversa aliquota. A ogni contribuente non si applica un’aliquota unica, ma si calcola l’imposta dividendo il reddito in porzioni e applicando a ciascuna la percentuale corrispondente.
Le aliquote Irpef fino al 2025
Attualmente, fino al 31 dicembre 2025, l’Irpef in Italia è strutturata su tre scaglioni:
- 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
- 35% per i redditi da 28.001 a 50.000 euro;
- 43% per i redditi oltre 50.000 euro.
Questa riduzione a tre aliquote è stata introdotta dalla Manovra 2024, che ha accorpato alcuni scaglioni esistenti per rendere il sistema più semplice e meno pesante soprattutto per i redditi medio-bassi.
Come potrebbero cambiare le aliquote dal 2026
Con la nuova Legge di Bilancio, dal 2026 le aliquote Irpef dovrebbero essere ulteriormente ritoccate. Secondo le prime simulazioni, lo schema potrebbe restare a tre scaglioni, ma con una rimodulazione delle percentuali:
- la fascia al 23% dovrebbe restare invariata, per continuare a tutelare i redditi bassi;
- la seconda fascia, oggi al 35%, potrebbe scendere di alcuni punti percentuali, garantendo un risparmio significativo ai redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
- l’aliquota più alta, al 43% oltre i 50.000 euro, dovrebbe rimanere stabile.
Lo scopo è concentrare i benefici soprattutto sui redditi medi, che sono quelli che più risentono della pressione fiscale.
Quanto si potrà risparmiare
Il taglio dell’aliquota intermedia porterà vantaggi concreti soprattutto per chi ha un reddito annuo tra i 28.000 e i 40.000 euro. In questi casi il risparmio può arrivare fino a 120 euro al mese, mentre per i redditi più bassi e più alti il guadagno sarà minore.
Ad esempio:
- un dipendente con reddito annuo di circa 30.000 euro potrà avere diverse decine di euro in più in busta paga;
- un pensionato con reddito di 28-32.000 euro vedrà un assegno netto più alto;
- chi supera i 50.000 euro avrà un risparmio marginale, dato che l’aliquota massima resterà al 43%.
Pro e contro della riforma Irpef
I vantaggi sono chiari: più soldi in tasca per i contribuenti, maggiore semplicità nel calcolo e un alleggerimento del peso fiscale per le famiglie della fascia media.
Ci sono però anche dei dubbi. Il primo riguarda le coperture: ridurre le entrate fiscali significa che lo Stato dovrà trovare altre risorse per non aumentare il deficit. Il secondo riguarda i redditi molto bassi, che già oggi beneficiano di bonus e detrazioni: per loro il guadagno effettivo potrebbe essere minimo.
Cosa aspettarsi dal 2026
Il nuovo schema entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026 e i benefici si vedranno subito nelle buste paga dei lavoratori e nelle pensioni. I Caf e i consulenti fiscali metteranno a disposizione simulatori per calcolare con precisione quanto si risparmierà in base al reddito e alla propria situazione personale.
Si tratta di un passo importante verso una riduzione del carico fiscale, anche se non risolutivo. Molto dipenderà da come il Governo riuscirà a gestire le risorse e a garantire che i vantaggi si traducano in un beneficio reale e duraturo per le famiglie.
Conclusioni
Il taglio Irpef rappresenta un segnale positivo per i contribuenti italiani. Non è una rivoluzione del sistema fiscale, ma un alleggerimento che potrà aiutare soprattutto la classe media. I prossimi mesi serviranno a definire i dettagli della riforma e a capire se davvero i risparmi promessi – fino a 120 euro al mese – diventeranno realtà.