>> Entra nel nuovo Canale WhatsApp di Lavoro e Diritti
di Antonio Maroscia - 14 Luglio 2018
In data 13 luglio il Governo ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DECRETO-LEGGE 12 luglio 2018, n. 87 noto come Decreto Dignità; dopo una lunga attesa è arrivata quindi la “bollinatura” della Ragioneria generale dello Stato e la firma del Presidente della Repubblica Mattarella. Rispetto al testo che era stato fatto circolare subito dopo il CdM del 2 luglio c’è ancora qualche novità, salta ad esempio il vincolo della causale dei contratti a termine per gli stagionali.
Il Decreto Dignità prende quindi forma e deve il suo carattere di urgenza e necessità, dovuto per i decreti-legge, alle “misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese” contenute nel testo. Vediamo in breve quali sono le novità sul lavoro contenute nel testo, che entra in vigore il 14 luglio 2018 ovvero il giorno dopo la la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e che dovrà ora essere convertito in legge dal parlamento entro 60 giorni.
Si prevedono comunque ulteriori modifiche in fase di conversione, sia la Lega che il M5S hanno già aperto ad una reintroduzione, seppur in alcuni settori ben delimitati, dei voucher; gli stessi abrogati in tutta fretta lo scorso anno per scongiurare il referendum della CGIL. Saranno molto probabilmente introdotti inoltre nuovi sgravi contributivi per le assunzioni o le stabilizzazioni a tempo indeterminato.
Il Dl dignità prevede al Titolo 1 le “Misure per il contrasto al precariato”. L’articolo 1 apporta quindi modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato. Si parte quindi dalla modifica Jobs Act per i contratti a termine (D. lgs 81/2015).
In sostanza quindi il nuovo contratto a termine avrà le seguenti caratteristiche:
Novità rispetto al testo pubblicato in precedenza riguarda i lavoratori stagionali; gli stessi potranno essere rinnovati o prorogati anche senza causale. All’articolo 1, al punto in cui si parla di proroghe e rinnovi è stata aggiunta la frase:
I contratti per attività stagionali, di cui al comma 2, possono essere rinnovati o prorogati anche in assenza delle condizioni di cui all’articolo 19, comma 1.
Nel testo ufficiale trova spazio anche una necessaria precisazione: le regole appena enunciate sui contratti a termine non sia applicano alla pubblica amministrazione. Per il pubblico impiego si continua a seguire quindi la vecchia normativa in materia.
Il Dl Dignità disciplina anche la fase di transizione, infatti prevede che le disposizioni si applicano ai contratti di lavoro a tempo determinato nuovi, ovvero sottoscritti dopo l’entrata in vigore del Decreto-Legge; la nuova disciplina si applica anche in caso di rinnovo a tempo determinato di contratti in corso alla data di entrata in vigore del decreto.
Scongiurata l’abrogazione dello staff leasing, ossia del contratto di somministrazione a tempo indeterminato.
Al contratto di somministrazione a tempo determinato si applicano le stesse norme specificate sopra per il contratto a termine.
Stretta anche sui licenziamenti nei contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti (D. lgs 23/2015). Se il licenziamento non è per:
l’indennità spettante al lavoratore, sale da un minimo di 6 (prima era 4) ad un massimo di 36 mensilità (in precedenza 24). Si tratta di una indennità non soggetta a contribuzione calcolata sull’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR.
Le altre misure contenute nel decreto legge dignità riguardano, come già detto in precedenza, la delocalizzazione delle attività produttive dopo aver fruito di incentivi pubblici.
L’Articolo 4 comma 1 prevede:
le imprese italiane ed estere operanti nel territorio nazionale che abbiano beneficiato di un aiuto di Stato che prevede l’effettuazione di investimenti produttivi ai fini dell’attribuzione del beneficio decadono dal beneficio medesimo qualora l’attività economica interessata dallo stesso ovvero un’attività analoga o una loro parte venga delocalizzata in Stati non appartenenti all’Unione Europea entro cinque anni dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata.
L’impresa beneficiaria di aiuti di Stato che delocalizza dovrà inoltre pagare delle sanzioni pecuniarie pari ad un importo da 2 a 4 volte quello del beneficio fruito.
In tema di semplificazione il decreto dignità introduce:
Il dl Dignità introduce infine norme di contrasto alla ludopatia. E’ previsto infatti il divieto di qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro. Si fa esclusione dei giochi con estrazione differita a lungo termine, come ad esempio la lotteria Italia.