L’ISEE, ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, è un valore importantissimo che va ad indicare qual è la situazione economica complessiva di un nucleo familiare, ovvero prende in considerazione tutti i guadagni dei componenti della famiglia, ma anche ciò che riguarda il patrimonio.
Avere a disposizione questo valore è utile in diverse circostanze, ed è obbligatorio per procedere ad esempio a chiedere l’accesso a determinati bonus, erogati dallo Stato, dall’INPS o da altri enti specifici. Le famiglie che intendono beneficiare di alcune indennità, sussidi e sostegni economici, devono infatti dimostrare generalmente di avere un ISEE basso, per potervi accedere.
Questo valore è importante ad esempio per avere accesso al bonus per l’asilo nido, al bonus bollette automatico per le famiglie in difficoltà, all’Assegno Unico per i figli, e a diversi altri sostegni. Ma cosa succede se si riceve uno di questi bonus, ma l’ISEE in realtà è sbagliato? E cosa rischio a fare un Isee falso? Cerchiamo di fare chiarezza nell’articolo.
ISEE: cos’è e a cosa serve
L’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è uno strumento utilizzato in Italia per valutare la situazione economica di un nucleo familiare, considerando non solo il reddito ma anche il patrimonio mobiliare e immobiliare, oltre alla composizione del nucleo stesso. L’indicatore viene calcolato sulla base di specifici parametri stabiliti dalla normativa e permette di misurare la capacità economica complessiva della famiglia, tenendo conto di eventuali situazioni particolari, come disabilità o nuclei numerosi.
L’ISEE è richiesto per accedere a una vasta gamma di agevolazioni e servizi sociali o pubblici, come bonus per le famiglie, sconti su tariffe, borse di studio, assegni di maternità, e contributi per servizi di cura o assistenza. Grazie all’ISEE, gli enti pubblici possono garantire l’equità nell’assegnazione dei benefici, offrendo supporto prioritario a chi ne ha più bisogno in base alla condizione economica dichiarata.
ISEE sbagliato: quali sono le conseguenze
Molti bonus oggi sono disponibili solamente presentando l’ISEE corretto, il cui calcolo si può richiedere anche presso un centro CAF. Per calcolare questo valore la famiglia deve disporre di diversi documenti e attestazioni sulla situazione reddituale di ogni componente, come la DSU, documento di identità e tessera sanitaria di tutti i componenti, i dati relativi al mutuo o all’affitto, le targhe dei mezzi posseduti, estratti conto bancari e informazioni di tipo patrimoniale.
Raccogliere tutti questi dati può essere piuttosto complesso, per cui si consiglia l’assistenza di un centro CAF o di un patronato. Sbagliarsi infatti può comportare diverse conseguenze, non positive se si intende accedere a qualche bonus di sostegno economico.
Ma cosa succede se ci si accorge solo in un momento successivo di un errore, ovvero quando già si sta ricevendo un bonus? Generalmente gli enti preposti applicano dei controlli, e possono segnalare eventuali incongruenze alla famiglia specifica.
Se la DSU è errata, quindi l’ISEE è sbagliato, si rischiano sanzioni che possono arrivare anche a cifre importanti, da 5.000 a 25.000 euro, in base al sostegno ricevuto indebitamente. Va considerato che la sanzione amministrativa non può superare il triplo del beneficio economico ricevuto a seguito della presentazione dell’ISEE.
Inoltre, se il bonus percepito indebitamente supera la cifra di 3.999,96 euro, oltre alla sanzione amministrativa si può rischiare, in casi gravi, anche la reclusione. Le somme percepite in modo illecito vengono poi recuperate dall’ente preposto o dall’Agenzia delle Entrate, e in definitiva si rischia di perdere l’accesso a questi sostegni.
Come correggere l’ISEE sbagliato
Se si è ancora in tempo per correggere un ISEE sbagliato, si può procedere in due modi distinti:
- Tramite modello integrativo FC3 per aggiungere le informazioni mancanti;
- rettifica Isee tramite presentazione di una nuova DSU, questa volta corretta, per il ricalcolo dell’ISEE.
Ad oggi è possibile presentare la DSU, per il calcolo dell’ISEE, anche in autonomia, tramite precompilata, tuttavia si consiglia, soprattutto per i meno esperti con gli strumenti informatici, di procedere sempre chiedendo l’assistenza di un esperto, come un commercialista, un centro CAF o un patronato.
Se invece a causare l’errore è stato un intermediario, l’interessato può segnalare la situazione e inviare così una diffida al centro CAF o all’intermediario di riferimento, e chiedere eventualmente il risarcimento dei danni.
Un ulteriore chiarimento è necessario sull’obbligatorietà dell’ISEE: presentare questo valore ogni anno non è obbligatorio per tutti, ovvero si deve procedere solamente nel caso in cui si desidera ricevere un sostegno dallo stato o da un altro ente.