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di Pietro Cotellessa - 19 Agosto 2013
Salve, ho 48 anni sono algerino residente in Italia da 22 anni circa, regolare di tutto. Lavoro a presso una cooperativa da circa 5 anni. Sono un Rsa da qualche mese. La mia cooperativa lavora a presso una grossa catena commerciale nel Lazio. Io sono ricevitore e lavoro di notte. (controllo la merce in arrivo, data di scadenza lotto ecc… merce alimentari ed altro).
Questa mansione, non me stata mai notificata su la busta paga, neanche livello mi è stato dato. Comunque il problema è che questa coop non paga regolare, ogni mesi ci sono problemi di pagamento, soprattutto, la gente in ferie e per la gente che sta in malattia, non percepisce loro stipendio, una regola applicata per tutti noi.
Essendo quasi tutti lavoratori in questa cooperativa, come preparatori o agente di pulizia ecc., di nazionalità straniera indiani o pakistani. I responsabili della catena sono al corrente di questo fatto che, la cooperativa non paga regolare quindi ogni mesi ci sta un casino, ma come sappiamo tutti loro tengono la cooperativa perchè lavora a basso
prezzo.
Ci dicono se avete un problema di pagamento, venite da noi. Quello che mi è successo nel mese di luglio. Sono stato in ferie da 06/07 fino 21/07, alla data del pagamento che il 10 del mese. Il mio stipendio non è stato pagato. Dopo più chiamate al nostro ufficio del personale per avvisare il mio caso, nessuno non ha potuto informarmi del fatto. Tanto era previsto dalla legge loro, ero in ferie non dovevo prendere la mia paga.
Ho chiamato un responsabile della catena per avvisarlo del mancato pagamento della retribuzione. Nello stesso giorno lo stipendio mi è stato accreditato ma dopo una settimana al mio rientro a lavoro sono stato richiamato all’ufficio del personale nostro. Ho trovato nell’ufficio responsabile del personale in più un responsabile della cooperativa. Qui sono stato umiliato e insultato.
In più mi hanno minacciato che prenderanno provvedimento nei miei confronti. Credetemi che io adesso sto andando a lavoro con la paura. Quando entro nel posto di lavoro mi sembra entrare dentro un carcere, mi tremano le gambe. Credetemi non so cosa fare. Le chiedo gentilmente un aiuto o un consiglio. Non so cosa fare.
Gentile Karim,
ho letto la Sua lettera accorata con molta attenzione e, per quanto possa esserLe di aiuto, ha tutta la mia solidarietà. Cercherò di rispondere brevemente ad ogni questione da Lei sollevata.
Saluti.
Avv. Pietro Cotellessa