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di Massima Di Paolo - 24 Febbraio 2017
La Riforma del Pubblico Impiego, targata Madia arriva al suo traguardo. Via libera quindi al nuovo Testo Unico del pubblico impiego e al piano per risolvere il problema del precariato strutturale della pubblica amministrazione.
Con il consiglio dei Ministri di ieri, 23 febbraio 2017, sono stati approvati gli ultimi 5 decreti attuativi della L. 124/2015 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”.
Introduzione di nuove norme sulla responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti, volta a dare tempi certi e rapidi nonchè, a rendere concreta l’azione disciplinare. I licenziamenti saranno più rapidi e facili.
Sono state introdotte modifiche anche per le visite fiscali dei dipendenti pubblici che non saranno più di competenza delle Asl, ma dell’INPS, con la predisposizione di nuove fasce orarie di reperibilità.
La Riforma del Pubblico Impiego cambia anche il piano di valutazione della performance o produttività dei dipendenti pubblici.
Si supera il sistema delle “gabbie” o scaglioni introdotta dalla precedente riforma del pubblico impiego targata Brunetta.
Arrivano “gli obbiettivi della Repubblica” ossia una valutazione della performance con riferimento all’amministrazione nel suo complesso, alle unità organizzative o aree di responsabilità in cui si articola e ai singoli dipendenti o gruppi di dipendenti.
L’OVP (organismo di valutazione delle performance) sarà costituito da persone esperte e iscritte in apposito albo.
Riparte la contrattazione collettiva ferma da diversi anni. La Ministra si dice pronta ad emanare una direttiva all’ARAN per riaprire la contrattazione del pubblico impiego.
Stop al precariato storico della Pubblica Amministrazione: intanto è posto il divieto alle pubbliche amministrazioni di stipulare contratti di collaborazione.
Inoltre, il piano Madia vuole “ristabilire i meccanismi di mancata giustizia” verso l’intera platea di precari che, ha affermato il Ministro, “su funzioni ordinarie, hanno avuto contratti reiterati di anno in anno e alla fine sono finite per trovarsi in situazioni di precariato strutturale”.
L’obbiettivo è di “stabilizzare” circa 50 mila precari che hanno maturato 36 mesi di lavoro (anche non continuativi) presso lo stesso Ente, con concorsi a quote riservate.
Il Ministro ha parlato anche di una soluzione generale per l’assunzione di chi ha già superato un concorso (i cosiddetti idonei).
Resta da capire in concreto da quando si inizierà a valutare il periodo dei 36 mesi e i tempi e le modalità delle assunzioni e concorsi.
Leggi anche: Riforma Pa: il testo della norma salvaprecari
Approvate nuove norme per il progressivo superamento della “dotazione organica”, attraverso il nuovo strumento del “Piano triennale dei fabbisogni”, e la definizione di obiettivi di contenimento delle assunzioni, differenziati in base agli effettivi fabbisogni delle singole amministrazioni.
Previsto il riordino del Corpo dei Vigili del fuoco soprattutto a seguito del trasferimento in capo al medesimo delle competenze del Corpo forestale in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e di spegnimento con mezzi aerei degli stessi. Novità anche in merito al riordino delle forze di Polizia.
Approvato anche il decreto che, da giugno 2018, porterà al Documento unico di circolazione: la carta di circolazione, diverrà l’unico documento di circolazione attestante anche la proprietà dei veicoli con il pensionamento dell’attuale certificato di proprietà.
Si conclude così la serie di decreti attuativi di riforma della PA che, dal 2015 stanno portando parecchie novità e cambiamenti anche pratici ai cittadini e alle amministrazioni. Ricordiamo che sono già legge e quindi pienamente operativi le nuove discipline in materia di:
Torneremo ad analizzare dettagliatamente questa riforma, soprattutto in merito alla parte del lavoro pubblico.
Una riforma oserei dire radicale ed epocale; un buon “biglietto da visita” come l’ha definita la Madia, per il nostro paese, più celere, più innovativa, e con tagli alla burocrazia che da sempre rappresenta l’anello debole del nostro sistema.