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Bonus busta paga legato alla pensione Quota 103, slittano gli incentivi per rimanere al lavoro

L'Inps comunica che gli incentivi in busta paga per rimanere al lavoro connessi con Quota 103 slittano in avanti: cosa cambia per il bonus


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di - 19 Marzo 2024

L’Inps ha fornito una serie di chiarimenti per i lavoratori che hanno intenzione di andare in pensione anticipata e che hanno intenzione di beneficiare delle agevolazioni previste da Quota 103. Quanti matureranno i requisiti nel periodo compreso tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2024 non potranno presentare la domanda prima di sette mesi se lavorano nel settore privato o di nove mesi se lavorano nel settore pubblico.

Sostanzialmente slitta di sette o nove mesi – a seconda di dove il lavoratore è impiegato – la possibilità di andare in pensione. A renderlo noto è il messaggio n. 1107/2024 dell’Inps, che ha fornito i dettagli sugli allungamenti delle finestre mobili che sono stati introdotti attraverso la Legge n. 213/2023, anche nota come Legge di Bilancio 2024. Una novità che andrà ad impattare anche sugli incentivi in busta paga previsti per quanti continuano a rimanere al lavoro, il cosiddetto bonus Maroni.

Pensione Quota 103, come funziona il bonus in busta paga per chi rimane sul lavoro

Ad introdurre gli incentivi in busta paga per quanti rimangono al lavoro è l’articolo 1, comma 286-287 della Legge n. 197/2022 (cd. Bonus Maroni). Le regole sono state disciplinate successivamente dal Decreto 21 marzo 2023 – GU n. 110/2023 -. Le novità coinvolgono direttamente i lavoratori dipendenti del settore pubblico e di quello privato, che entro lo scorso 31 dicembre 2023 abbiano maturato i requisiti per accedere a Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) ma decidono di continuare a lavorare.

Questi soggetti hanno la possibilità di chiedere al datore di lavoro la corresponsione, direttamente in busta paga, della quota di contribuzione che risulta essere a loro carico: ossia l’IVS pari al 9,19%, il cui versamento è destinato al finanziamento della pensione.

Grazie a questa scelta, la busta paga dei diretti interessati sale: l’incentivo si andrà a cumulare alla riduzione del cuneo fiscale prevista per quest’anno. Il risvolto della medaglia, però, è che la pensione si andrà a ridurre leggermente a seguito della minore contribuzione che viene versata nel periodo che viene incentivato.

La Legge di Bilancio 2024, sostanzialmente, ha provveduto a prorogare la misura anche con riferimento ai lavoratori che maturano i requisiti – che sono sempre 62 anni e 41 di contributi – nel periodo compreso tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2024.

Leggi anche: Bonus Maroni per la pensione: le istruzioni INPS sull’incentivo al posticipo di pensionamento

Quando inizia a decorrere il beneficio

Il lavoratore ha diritto a beneficiare di questa sorta di bonus dal momento in cui decorre la pensione anticipata ottenuta grazie a Quota 103. I soggetti che hanno maturato i requisiti entro lo scorso 31 dicembre 2024, potranno fare domanda decorsi tre mesi se lavorano nel settore privato. O sei mesi se sono impiegati nella pubblica amministrazione. Quanti, invece, maturano il diritto nel corso del 2024 devono attendere sette mesi se lavorano nel privato o nove mesi se impiegati nel settore pubblico.

L’Inps, spiega, in estrema sintesi, che la prima decorrenza utile dell’incentivo al posticipo della pensione, almeno per chi ha maturato i requisiti nel 2024, non può:

Nel caso in cui la finestra dovesse risultare già aperta nel momento in cui si presenta la domanda, l’incentivo viene applicato dal mese successivo rispetto a quello della domanda. Il bonus viene riconosciuto fino al raggiungimento dell’età per ottenere la pensione di vecchiaia, sempre che il lavoratore non decida di andare in pensione prima.

Come presentare la domanda

La domanda per ottenere l’incentivo deve essere presentata direttamente sul sito istituzionale dell’Inps, utilizzando le seguenti credenziali d’accesso:

Il diretto interessato a seguire il percorso:

In alternativa il diretto interessato può effettuare la richiesta tramite gli istituti di patronato o rivolgendosi al Contact Center Integrato dell’Inps. Il quale risponde ai seguenti numeri:

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