Per la scuola novità in arrivo e non ci riferiamo soltanto a quanto previsto dal decreto PA bis recentemente convertito in legge e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Nel corso dell’articolo infatti ci focalizzeremo sulla carta docenti da 500 euro, un’agevolazione ad hoc per chi insegna e che ora, a seguito delle sollecitazioni arrivate dalla UE, sarà estesa ai supplenti ovvero gli insegnanti non di ruolo che sono, di volta in volta, chiamati a sostituire insegnanti di ruolo per le più svariate ragioni (ad es. malattia).
Di fatto i supplenti non hanno (ancora) una posizione stabile all’interno dell’organizzazione scolastica e rientrano tra coloro che ambiscono al posto fisso, ma da ora possono quanto meno contare sulla carta docenti da 500 euro, proprio come i loro colleghi che hanno ottenuto la cattedra.
Vediamo le ultime novità a riguardo, che in qualche modo rappresentano una piccola ‘conquista’ per una categoria di lavoratori che è un chiaro esempio di precarietà. I dettagli.
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Quali sono le Due novità per i supplenti nel decreto salva infrazioni?
Sgomberiamo il campo da possibili dubbi: con gli ultimi aggiornamenti anche chi non ha il posto fisso a scuola potrà contare comunque su un bonus per tablet e formazione, come novità frutto dell’adeguamento da parte del Governo rispetto alle norme dell’Unione Europea che vietano discriminazioni tra lavoratori – in questo caso del comparto istruzione. Ci riferiamo in particolare a quella carta docenti che fu voluta in origine dal governo Renzi e che permette di acquistare ogni prodotto o servizio che abbia una finalità propedeutica o che contribuisca all’aggiornamento dei docenti, spingendo ad una maggiore qualità dell’insegnamento agli studenti.
In particolare sono due le iniziative che riguardano i supplenti e che sono incluse nel disegno di legge cd. salva infrazioni:
- da un lato abbiamo appunto l’estensione dell’utilizzo della carta docente di 500 euro già sfruttata dai colleghi di ruolo per comprare materiale utile alla formazione ed aggiornamento professionale (ad es. pc, libri, corsi);
- dall’altro la novità del riconoscimento dei cd. servizi pre-ruolo ai fini della ricostruzioni di carriera.
In estrema sintesi la ricostruzione di carriera è quel meccanismo che permette a tutti gli operatori scolastici, prof e personale ATA di avere riconosciuti i servizi non di ruolo nell’avanzamento della carriera economica.
Carta docenti anche per i supplenti
La novità sulla carta docenti trovano spunto da un caso su cui si è pronunciata la Corte di Giustizia europea su richiesta del Tribunale di Vercelli, valutando la compatibilità tra legge italiana e direttiva UE avente ad oggetto il lavoro a tempo determinato. Pertanto quanto indicato sopra nasce da un’azione legale avviata in Italia.
In buona sostanza la Corte ha concluso che distinguere tra prof a tempo indeterminato e supplenti, ai fini dell’assegnazione della carta docenti è una forma di disparità di trattamento e di discriminazione, che non può essere giustificata dalle attività in concreto effettuate dalle due tipologie di insegnanti (precari e con posto fisso).
Ecco allora l’adeguamento da parte dello Stato italiano, in modo da evitare i rischi della procedura di infrazione. Di conseguenza potranno accedere alla carta docenti anche i prof con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile.
Riconoscimento anzianità di servizio ai fini della ricostruzione di carriera
Spicca tra gli altri l’art. 15 del decreto ‘salva-infrazioni’, che appunto parla di ricostruzione di carriera e che riguarda non soltanto i prof a tempo determinato ma anche chi compone il personale tecnico o amministrativo con contratto identico. Per tutti loro dunque spazio al pieno riconoscimento dell’anzianità di servizio ai fini della ricostruzione di carriera.
Rileva nell’ambito la direttiva n. 70 del 1999 sul lavoro a tempo determinato e, peraltro, grava già sull’Italia una procedura di infrazione, mirata a contestare la specifica situazione di discriminazione a svantaggio dei dipendenti a tempo determinato. Ne consegue che – per riparare – anche questi ultimi vedranno il citato riconoscimento integrale dell’anzianità di servizio a fini della ricostruzione della carriera.
Grazie a questi aggiornamenti sui supplenti termina così una lunga questione giudiziaria, la quale peraltro viene riassunta nei documenti allegati al provvedimento del Governo. Non dimentichiamo inoltre che, in passato, con distinte sentenze la Corte di Cassazione aveva già fissato che le citate ricostruzioni devono tener conto della regole UE e dunque includere tutta l’anzianità di servizio. Il Governo non ha fatto altro che adeguarsi e risolvere la grana dei contenziosi che aveva portato a ingenti esborsi da parte dello Stato.
In conclusione, nella relazione tecnica che si somma alle novità di cui al decreto ‘salva infrazioni’ troviamo anche alcuni numeri interessanti. In particolare sarebbero 83.967 gli insegnanti supplenti interessati dall’estensione dell’applicazione della carta docenti – 67.497 docenti annuali (su posto vacante e disponibile) a tempo determinato e 16.470 professori di religione. Per lo Stato la spesa prevista è pari a circa 42 milioni di euro per l’anno in corso, in quanto l’estensione della carta docenti vale scatta proprio dal 2023.
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