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Governo: approvato il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Al via il codice di comportamento dei dipendenti pubblici; un regolamento che indica i doveri di comportamento dei dipendenti delle PA esanzioni disciplinari per la loro violazione.


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di - 14 Marzo 2013

Il Consiglio dei Ministri, nella riunione dello scorso 8 marzo ha approvato, salvo intese, un regolamento contenente il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici.

Il codice, emanato in attuazione della legge anti-corruzione (legge n. 190 del 2012), in linea con le raccomandazioni OCSE in materia di integrità ed etica pubblica, indica i doveri di comportamento dei dipendenti delle PA e prevede che la loro violazione è fonte di responsabilità disciplinare.

17 articoli che tendono a definire i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare.

Tra le disposizioni del codice ci sono:

L’art. 7 (obbligo di astensione) del regolamento infatti dispone che:

Il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale o altro rapporto preferenziale, di individui od organizzazioni con cui in prima persona o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, di individui od organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente, di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Sull’astensione decide il responsabile dell’ufficio di appartenenza.

Previsto infine, dall’art 16 un sistema sanzionatorio nei casi di violazione delle norme fissate nel regolamento.

“La violazione degli obblighi previsti dal presente Codice integra comportamenti contrari ai doveri d’ufficio. Ferme restando le ipotesi in cui la violazione delle disposizioni contenute nel presente Codice, nonché dei doveri e degli obblighi previsti dal piano di prevenzione della corruzione, dà luogo anche a responsabilità penale, civile, amministrativa o contabile del pubblico dipendente, essa è fonte di responsabilità disciplinare accertata all’esito del procedimento disciplinare, nel rispetto dei principi di colpevolezza, gradualità e proporzionalità delle sanzioni”.

La violazione è valutata in ogni singolo caso con riguardo alla gravità del comportamento e all’entità del pregiudizio, anche morale, derivatone al decoro o al prestigio dell’amministrazione di appartenenza. Le sanzioni applicabili sono quelle previste dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi, incluse, nei casi più gravi, il licenziamento.

Patroni Griffi ha affermato: “l’attuazione della legge anticorruzione va avanti. Con il codice di comportamento approvato dal Consiglio dei Ministri abbiamo posto un ulteriore tassello per rendere pienamente operativa la lotta al malcostume. Trasparenza, regole, comportamenti sono alla base di una efficace prevenzione della corruzione, questa è la sfida che abbiamo davanti per una Pubblica Amministrazione sempre più efficiente, competitiva e anche più “giusta” nei rapporti con i cittadini”.

Torneremo ad analizzare punto per punto il codice disciplinare. Di seguito il testo

  Codice comportamento pubblici dipendenti (82,8 KiB, 1.041 hits)

 

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Categories: Pubblico Impiego
Tags: governoPubblico Impiego