Il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) è un documento imprescindibile per operare, soprattutto per le imprese che partecipano alle gare d’appalto. Infatti, il Durc negativo determina automaticamente l’esclusione dell’impresa stessa dalla gara d’appalto, così come dalle agevolazioni contributive. Ciò accade qualora l’impresa risulta inadempiente da punto di vista previdenziale nei confronti dei propri dipendenti. In altre parole, il datore di lavoro non versa i contributi conto dipendenti all’INPS, ma anche in taluni casi, perchè non è regolare da un punto di vista meramente formale.
Può accadere, pertanto, che il datore di lavoro sia inadempiente esclusivamente in relazione a pochi euro. In questo caso, si determina una “lieve inadempienza”, inferiore alla soglia di rilevanza dalla legge. Purtroppo, anche in questi casi, l’INPS o l’INAIL non possono rilasciare il Durc positivo. A questo punto, sorge spontanea una domanda: è legittimo escludere da una gara d’appalto un’impresa che risulta inadempiente per soli pochi euro? La risposta è stata fornita direttamente dal Consiglio di Stato, con la sentenza n. 2313 del 9 aprile 2019, confermando la decisione del TAR. È legittimo escludere da una gara d’appalto un’impresa che si era vista negare il Durc per alcune incongruenze del tutto marginali.
Impresa esclusa da gara d’appalto per Durc negativo, il caso
La vicenda portata all’attenzione del Consiglio di Stato riguarda un’azienda che, con un organico aziendale che conta oltre 2.000 dipendenti, si era vista negare il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) per un lieve inadempimento. In pratica, l’azienda si era dimenticata di inserire il codice fiscale del figlio di una dipendente con la conseguente scopertura contributiva di circa 330 euro. Più che una dimenticanza, dichiara l’appellante, la vicenda riguarda un congedo parentale ad ore, per la quale non era risultato possibile inserire il codice fiscale del figlio all’interno della denunzia individuale mensile.
Tale impossibilità era dovuta, sostiene ancora l’appellante, alle novità tecniche che avevano interessato la modalità di invio telematico dei flussi dei dati contributivi proprio nel periodo di interesse. In precedenza, infatti, non era previsto l’inserimento del codice fiscale del figlio, poiché le lavoratrici fruivano del congedo parentale in modalità oraria anziché giornaliera.
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Questa, dunque, è stata la causa della “squadratura” dei flussi informativi rilevata per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno 2017. L’inadempienza, sostiene la società, non ha comunque inciso sulla posizione debitoria della società.
Il modus operandi dell’impresa, però, è costata molto cara all’impresa, in quanto ha determinato l’esclusione dalla partecipazione alla gara d’appalto.
Durc negativo per inadempienze marginali: la decisione del Consiglio di Stato
Per i giudici non ci sono dubbi: l’irregolarità contributiva, conseguente la mancata specificazione del codice fiscale del figlio convivente di uno dei circa 2.000 dipendenti mensilmente dichiarati all’INPS, è sufficientemente importante da condurre ad un Durc negativo.
Infatti, secondo il Consiglio di Stato la ragione ostativa al rilascio può essere rinvenuta:
“anche nel solo mancato adempimento degli obblighi di presentazione delle denunce periodiche perché tale inadempimento di per sé, integra violazione contributiva grave, a prescindere dal fatto che, in conseguenza della mancata presentazione delle denunce, sia stato omesso il versamento di contributi” pur se molto bassi, inferiori alla soglia di “rilevanza” fissata dalla legge.
La decisione dei giudici è supportata dalla circostanza secondo la quale è onere di una grande azienda verificare l’effettiva godibilità delle procedure informatiche. Infatti, anche solo un mancato adempimento degli obblighi di presentazione delle denunce periodiche determina la condotta di violazione contributiva grave.
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