L’Assegno di Inclusione, introdotto nel 2024 come strumento di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, rappresenta un tassello fondamentale nelle politiche di welfare italiane. Destinato alle famiglie più fragili, il beneficio è subordinato a una serie di condizioni economiche e sociali, tra cui il rispetto di impegni legati all’inclusione lavorativa e alla partecipazione attiva alla vita comunitaria. Con l’ultimo aggiornamento normativo, il Governo rafforza la componente educativa del provvedimento, ponendo l’accento sull’obbligo scolastico come requisito imprescindibile per l’accesso al contributo economico.
Dal 3 giugno 2025, infatti, entra in vigore un nuovo decreto attuativo che rende operativo un principio già previsto ma non ancora applicato: se i figli minorenni non frequentano regolarmente la scuola, il diritto all’Assegno di Inclusione viene sospeso e, in caso di inadempienza non giustificata, può decadere definitivamente. Un passo deciso verso un welfare che non si limita ad erogare risorse, ma promuove responsabilità e diritti fondamentali, come quello all’istruzione.
Obbligo scolastico: un requisito vincolante
Le famiglie che beneficiano dell’Assegno di Inclusione devono ora dimostrare che tutti i figli in età dell’obbligo frequentano regolarmente la scuola. In mancanza della documentazione che attesti la frequenza, l’erogazione dell’assegno viene sospesa e può anche decadere definitivamente.
Il nuovo decreto firmato dal Ministero del Lavoro e dal Ministero dell’Istruzione chiarisce le modalità di verifica e i tempi per la regolarizzazione. Si tratta di un passaggio chiave per collegare le politiche di welfare a quelle educative e favorire un approccio inclusivo e responsabilizzante nei confronti delle famiglie in difficoltà.
Chi rischia di perdere l’ADI?
Le famiglie coinvolte sono quelle che rientrano nei criteri dell’ADI: presenza nel nucleo di almeno un minore, una persona disabile, un over 60 oppure un soggetto in condizione di svantaggio, e che rispettano requisiti economici e patrimoniali. Ma da oggi, chi ha figli minorenni dovrà anche dimostrare il pieno adempimento dell’obbligo di istruzione.
In Italia l’obbligo scolastico dura almeno 10 anni: comprende scuola primaria, secondaria di primo grado e almeno due anni di scuola superiore o formazione professionale.
Come funziona la verifica?
L’accertamento del rispetto dell’obbligo scolastico avviene durante la definizione del Patto per l’inclusione sociale (PaIS). Gli operatori dei servizi sociali, incaricati di gestire il patto, accedono ai dati forniti dalla Piattaforma GePI, integrata con l’Anagrafe Nazionale dell’Istruzione (ANIST), per verificare in tempo reale la frequenza scolastica dei minori.
Se i dati non sono disponibili o risultano incompleti, viene richiesto ai genitori di fornire la documentazione necessaria entro 10 giorni. In caso contrario, viene attivata una procedura di sospensione del beneficio economico.
Sospensione e decadenza del beneficio
Se viene accertato che un minore non frequenta la scuola, il genitore deve firmare un impegno formale, inserito nel Patto di inclusione, volto a ripristinare la frequenza scolastica nel più breve tempo possibile.
Sette giorni dopo la firma del Patto senza che il minore abbia ripreso la scuola, il pagamento dell’ADI viene sospeso. I versamenti potranno riprendere solo a seguito della conferma della regolare frequenza.
Se l’impegno non viene rispettato senza giustificato motivo, si incorre nella decadenza definitiva dal beneficio.
Verifiche continue e supporto familiare
Il decreto prevede controlli mensili da parte dei servizi sociali per accertare la continuità della frequenza scolastica e il rispetto degli impegni.
Ove necessario, saranno attivati anche servizi di supporto alla genitorialità, per rafforzare le competenze educative degli adulti e garantire il diritto allo studio dei minori.
Una svolta educativa oltre che economica
Questa nuova misura segna una svolta importante: il sostegno al reddito si lega strettamente al rispetto di un dovere civico e sociale, quello dell’istruzione. L’ADI non è più solo un aiuto economico, ma diventa uno strumento attivo di inclusione e responsabilizzazione.
Chi riceve il sostegno ha anche il compito di garantire ai propri figli il diritto – e il dovere – di costruirsi un futuro attraverso la scuola.
Decreto Min. Lavoro
Per chi desidera approfondire i dettagli normativi, è disponibile in allegato il testo completo del decreto ministeriale del 3 giugno 2025, che disciplina le nuove regole sull’obbligo scolastico in relazione all’Assegno di Inclusione.
Ministero del Lavoro, Decreto Ministeriale del 13 maggio 2025 (234,6 KiB, 15 hits)