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Bonus 100 euro (ex bonus Renzi), perchè non c’è più in busta paga? I motivi

Il bonus 100 euro (ex bonus Renzi) non è più in busta per milioni di persone, che si stanno tuttora chiedendo perché. Ecco i motivi.


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di - 31 Marzo 2022

Forse non tutti sanno che ci sono ben precise ragioni per cui oggi il bonus 100 euro o bonus IRPEF (ex bonus Renzi), ossia i ben noti 100 euro in busta paga, non è più intascato da moltissimi italiani. Il trattamento integrativo nello stipendio è scomparso a seguito del varo della riforma fiscale voluta dall’attuale Esecutivo.

Ecco perché appare opportuno, alla luce delle recenti novità normative, fare il punto sul bonus onde chiarire nel dettaglio che cosa è cambiato rispetto al passato. Ciò a maggior ragione, se pensiamo che detto beneficio non è più conseguito da milioni di lavoratori.

Bonus 100 euro (ex bonus Renzi) in busta paga: le novità introdotte dalla riforma fiscale

In estrema sintesi, la nuova Irpef – la cui struttura è ora basata su quattro aliquote e scaglioni invece di cinque – ha condotto a dover ridisegnare il quadro delle detrazioni e agevolazioni. Il risultato pratico è che, come accennato, una vastissima platea di contribuenti che prima otteneva i 100 euro del bonus Renzi in busta paga, è costretta ora a non vedersi assegnato alcunché.

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La situazione è la seguente. In precedenza e cioè fino alla fine dell’anno passato, il bonus Renzi era incassato dai contribuenti con redditi fino a 40mila euro, con una delle due modalità di seguito esposte:

Successivamente al varo della riforma fiscale detta detrazione, che calava al salire del reddito, è stata di fatto cancellata. Per quanto riguarda il bonus Renzi per coloro che hanno redditi fino a 28mila euro, vi sono comunque altre novità. Esse di fatto tracciano uno scenario diverso rispetto a quello dei mesi precedenti, per quanto attiene al trattamento integrativo in oggetto, e spiegano perché oggi i beneficiari sono molti meno.

Come funziona dopo la Legge di Bilancio 2022

Lo abbiamo appena accennato: in base alle recenti regole varate in tema di riforma fiscale, il beneficio vale soltanto per i cittadini con redditi fino a 28mila euro, ma occorre distinguere tra percettori. Ecco il quadro:

Che cosa ha stabilito la manovra? Ebbene, nell’assai articolato provvedimento sono incluse nuove regole, rivolte direttamente ai contribuenti con redditi tra i 15mila e i 28mila euro. Questi ultimi peraltro rappresentano la fascia di popolazione più ampia in Italia: ecco perché tantissime persone si sono chieste che fine ha fatto il bonus Renzi.

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Detrazioni e bonus IRPEF, cosa c’è da sapere

Nel dettaglio – secondo quanto disposto all’interno della riforma fiscale – i 100 euro spettano oggi all’appena citata categoria di contribuenti, a patto che la somma delle detrazioni per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2021 sia di ammontare al di sopra all’imposta lorda. Ci si riferisce alle detrazioni di cui agli artt. 12 e 13 del ben noto Testo unico delle imposte sui redditi (spese sanitarie, familiari a carico, redditi da lavoro dipendente ed assimilati ecc.). Il meccanismo è quello della cd. clausola di salvaguardia.

Ma appunto, la cittadinanza si chiederà come fare a capire, sul piano pratico, se il bonus Renzi è ancora valevole per la propria situazione personale, oppure se è da considerarsi archiviato. In buona sostanza, l’operazione da farsi in concreto è molto semplice: tutti coloro che sono nella fascia di reddito 15-28mila euro, debbono fare il calcolo del bonus in oggetto, esclusivamente a patto che lo scorso anno abbiano effettuato spese incluse tra quelle degli artt. 12 e 13 del citato Tuir.

In altre parole, se un contribuente non ha ad esempio chiesto mutui oppure non ha familiari a carico, non potrà più contare sul trattamento integrativo rappresentato dal bonus Renzi. Ecco spiegato il motivo per cui tantissime persone non sono più beneficiarie del citato contributo.

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Tags: Bonus e agevolazioniBusta PagaIRPEF