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Home»Soldi e Diritti»Bonus mamme lavoratrici 2025, 480 euro a dicembre per precarie e autonome

Bonus mamme lavoratrici 2025, 480 euro a dicembre per precarie e autonome

Antonio Maroscia24 Giugno 20256 Mins Read
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Bonus mamme 2025: per chi ha un contratto a tempo indeterminato è previsto uno sgravio contributivo fino a 3.000 euro annui.

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Bonus mamme 2024 2025

Con il Decreto Economia approvato dal Consiglio dei Ministri il 20 giugno 2025, cambia profondamente la misura nota come “bonus mamme lavoratrici”. La riforma era attesa da mesi, dopo che la Legge di Bilancio ne aveva previsto la proroga e la revisione, lasciando però in sospeso molti dettagli operativi. Il decreto interviene ora chiarendo forma, destinatari, modalità e tempistiche della nuova versione del bonus.

Il provvedimento, presentato dalla Ministra del Lavoro Marina Calderone, prevede una trasformazione strutturale della misura: non più uno sgravio contributivo riconosciuto dal datore di lavoro mese per mese in busta paga, ma un bonus economico diretto e netto, che sarà erogato dall’INPS a dicembre 2025, in un’unica soluzione annuale. L’obiettivo è semplificare l’accesso e garantire maggiore equità, soprattutto alle lavoratrici che operano in condizioni di maggiore instabilità contrattuale.

Indice:
  • Come funziona il nuovo bonus mamme 2025
  • A chi spetta il bonus mamme lavoratrici
  • Le escluse dalla misura
  • Bonus mamme lavoratrici con contratto a tempo indeterminato
  • Tempistiche e modalità di erogazione del bonus
  • Bonus mamme, cosa cambia nel 2026?
  • Considerazioni finali: un sostegno che non basta

Come funziona il nuovo bonus mamme 2025

La nuova misura consisterà in 480 euro complessivi, pari a 40 euro per ciascun mese di lavoro effettivo svolto nel 2025, per le lavoratrici che soddisfano determinati requisiti. La cifra sarà interamente netta, non tassata né soggetta a contributi e non rileverà ai fini dell’ISEE. Questo rende il bonus particolarmente vantaggioso per le lavoratrici che rientrano nella platea prevista, e che finora avevano visto solo parzialmente riconosciuto il proprio ruolo all’interno del sistema di welfare lavorativo.

L’accredito verrà effettuato direttamente dall’INPS, ma non prima di dicembre 2025, e solo dopo l’approvazione e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo. Le modalità operative per la presentazione della domanda e la verifica dei requisiti saranno chiarite dall’Istituto nei prossimi mesi.

A chi spetta il bonus mamme lavoratrici

Il bonus è destinato alle madri lavoratrici con almeno due figli, con un reddito ISEE inferiore a 40.000 euro annui. Le beneficiarie possono essere:

  • Lavoratrici dipendenti con contratto a tempo determinato;
  • Lavoratrici autonome, incluse quelle iscritte alla Gestione separata INPS;
  • Professioniste, purché non aderenti al regime forfettario.

Per queste categorie, il contributo di 480 euro sarà riconosciuto fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.

Una variante importante è prevista per le madri con tre o più figli. Se impiegate con contratto a tempo determinato o in attività autonoma, potranno beneficiare del bonus fino al diciottesimo anno del figlio più piccolo.

Le escluse dalla misura

Non tutte le madri lavoratrici potranno accedere alla misura. Rimangono infatti escluse:

  • Le lavoratrici in regime forfettario;
  • Le lavoratrici domestiche, come colf e badanti;
  • Le madri con un solo figlio;
  • Le collaboratrici occasionali e disoccupate.

Bonus mamme lavoratrici con contratto a tempo indeterminato

Le lavoratrici madri con contratto a tempo indeterminato e almeno due figli beneficiano anche nel 2025 di una riduzione dei contributi previdenziali a loro carico. Si tratta di un esonero parziale dei contributi, riconosciuto direttamente in busta paga, che consente un aumento del netto mensile percepito.

Il bonus è destinato alle lavoratrici che hanno un reddito annuo non superiore a 40.000 euro e si applica:

  • fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo, se la madre ha due figli;
  • fino al diciottesimo anno, se ha tre o più figli.

L’esonero può arrivare fino a un massimo di 3.000 euro all’anno, da suddividere in quote mensili. A differenza delle lavoratrici autonome o a tempo determinato, che ricevono un contributo diretto da 480 euro a dicembre, le lavoratrici a tempo indeterminato ottengono il beneficio mese per mese, sotto forma di sgravio contributivo applicato dal datore di lavoro.

Al momento, però, il bonus non è ancora operativo: manca il decreto attuativo che deve definire le modalità applicative. L’INPS, infatti, non ha ancora fornito le istruzioni tecniche, e i datori di lavoro non possono ancora applicare lo sgravio.

In attesa dell’attuazione definitiva, la misura resta confermata dalla Legge di Bilancio 2025 come uno degli strumenti principali per sostenere la genitorialità femminile e incentivare la permanenza delle madri nel mondo del lavoro.

Tempistiche e modalità di erogazione del bonus

Il bonus sarà erogato in un’unica tranche a dicembre 2025, e spetterà per ogni mese di lavoro effettivo svolto. L’erogazione sarà gestita dall’INPS per quanto riguarda le lavoratrici iscritte alla gestione pubblica (dipendenti e autonome). Per le professioniste iscritte a casse private, il Ministero del Lavoro sta lavorando a convenzioni che permettano di affidare il pagamento alle casse stesse.

La domanda dovrà essere presentata dalla lavoratrice, a differenza del vecchio schema in cui l’esonero contributivo era riconosciuto direttamente in busta paga dal datore di lavoro. In attesa del decreto attuativo, non è ancora possibile presentare istanza e l’INPS non ha pubblicato le procedure ufficiali.

mamma che lavora

Bonus mamme, cosa cambia nel 2026?

Il bonus da 480 euro introdotto nel 2025 è una misura temporanea. A partire dal 2026, secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio, si dovrebbe tornare al precedente modello: esonero contributivo parziale per tutte le lavoratrici madri con due o più figli (escluse le domestiche), con reddito annuo sotto i 40.000 euro.

Per le madri di tre o più figli con contratto a tempo indeterminato, resta confermata la decontribuzione totale fino al 2026, in base a quanto stabilito dalla Legge n. 213/2023. Questa misura consente un risparmio importante sulla contribuzione senza impatti negativi sul trattamento pensionistico futuro.

Il nuovo bonus non incide in alcun modo sul diritto alla pensione: pur comportando un minor versamento di contributi per chi accede all’esonero, non penalizza né il diritto né la misura del trattamento pensionistico spettante.

Considerazioni finali: un sostegno che non basta

Il nuovo Bonus mamme 2025 rappresenta un passo avanti per il sostegno alla genitorialità femminile, specie nelle forme contrattuali più deboli o autonome. Tuttavia, non mancano le criticità. La misura rischia infatti di accentuare le disparità, escludendo gran parte delle libere professioniste forfettarie – oggi tra le categorie più numerose.

Inoltre, l’erogazione unica a fine anno, pur semplificata, non risponde a un’esigenza di sostegno continuativo, in un contesto in cui la conciliazione tra lavoro e famiglia resta una delle principali cause di esclusione delle donne dal mercato occupazionale. Lo confermano anche i dati recenti dell’UNFPA, che evidenziano come i bonus occasionali, da soli, non possano arginare il calo demografico né favorire in modo strutturale l’occupazione femminile.

Il messaggio è chiaro: servono misure più integrate, stabili e inclusive. Ma intanto, per molte lavoratrici, questo contributo di 480 euro rappresenta comunque un sostegno concreto, da cogliere al volo non appena la misura sarà pienamente operativa.

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