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Definizione di PMI: caratteristiche e classificazione delle piccole e medie imprese

Qual è la definzione di PMI e quali caratteristiche si devono rispettare (fatturato e occupati) per rientrare fra le piccole e medie imprese.


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di - 16 Ottobre 2020

Sentiamo spesso parlare in televisione, sui giornali e sul web di PMI ovvero delle piccole e medie imprese, ma qual è la definizione di PMI e quali sono le caratteristiche che le imprese devono possedere per essere classificate tali? Le imprese di piccola o media dimensione rappresentano la colonna portante dell’economia del nostro paese, il legislatore ha quindi dedicato ampio spazio alla loro classificazione, anche, ad esempio, per poter accedere a incentivi e agevolazioni mirate.

Un’impresa per essere definita PMI deve rispettare in primis precisi parametri dimensionali, sia in base al numero di dipendenti, che di fatturato annuo:

Al ricorrere di precise condizioni inoltre, la PMI può essere considerata innovativa. Attenzione però a non confondere il concetto di PMI innovativa con quello di start-up innovativa. Soggetti giuridici ben differenziati a livello normativo e che vedremo dettagliatamente in seguito.

Passiamo ora a vedere nel dettaglio la differenza tra piccola, media e grande impresa e le varie caratteristiche e classificazioni.

Definizione di PMI

La definizione di PMI è legata a specifici parametri dimensionali individuati espressamente dalla Commissione Europea allo scopo di ottenere una omogeneizzazione fra i vari Stati. A tal proposito, il riferimento è alla raccomandazione n. 2003/361/CE della Commissione, del 6 maggio 2003.

Difatti, tale raccomandazione è proprio  relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese (2003/361/CE) (in Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee L 124 del 20 maggio 2003).

Tale raccomandazione è stata recepita dall’ordinamento italiano con decreto del Ministro delle attività produttive del 18 aprile 2005.

  raccomandazione n. 2003/361/CE della Commissione, del 6 maggio 2003 (122,0 KiB, 466 hits)

PMI: caratteristiche dimensionali

Pertanto, sono considerate piccole imprese quelle che contestualmente:

  1. hanno meno di 50 occupati e
  2. un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.

Al contrario, sono medie imprese, invece, quelle che contestualmente hanno meno di 250 occupati e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.

Le imprese che non rientrano nei parametri di cui sopra sono da considerarsi come grandi imprese.

Leggi anche: Bando MISE Digital Transformation PMI: come accedere agli incentivi

Cosa si intende invece per microimpresa

All’interno della categoria delle PMI, si definisce microimpresa un’impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo e/o un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro.

Possiamo racchiudere le suddette caratteristiche nella seguente tabella riassuntiva.

Definizione di piccola media grande impresa

La norma distingue tre categorie di imprese: la micro, la piccola e la media impresa. Nella seguente tabella riassumiamo le principali caratteristiche che devono avere le imprese per appartenere all’una o all’altra categoria.

Definizione micro impresa

Definizione piccola media impresa

Micro impresa

Piccola impresa

Media impresa

  • meno di 10 occupati;
  • fatturato annuo o totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.
  • meno di 50 occupati;
  • fatturato annuo o totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.
  • meno di 250 occupati;
    • fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.

Definizione di grande impresa

In ultimo si definisce grande impresa ogni impresa con 250 o più occupati oppure ogni impresa, anche con meno di 250 occupati effettivi, ma con un fatturato superiore a 50 milioni di euro e un bilancio superiore ai 43 milioni di euro.

PMI innovative

All’interno della definizione di PMI negli ultimi anni si è imposta la cosiddetta PMI innovativa, ovvero una PMI che ha caratteristiche che la distinguono dalle altre per un elevato grado di innovazione. Già l’aggettivo ci fa pensare a qualcosa di tecnologico o meglio alla produzione di beni e servizi ad alto contenuto di tecnologia.

Come indicato nel portale del MISE:

le PMI innovative  costituiscono il secondo stadio evolutivo delle startup innovative cd. mature e pronte alla fase di crescita consolidata.

Come da indicazioni del MISE.

Non è previsto alcun limite di età per le imprese che vogliono accedere alla sezione speciale delle PMI innovative. Inoltre, si può passare dallo status di Start-up innovativa a quello di PMI innovativa  senza soluzione di continuità. Così facendo è possibile continuare a godere dei benefici previsti per entrambe le imprese.

I benefici previsti per le Start-up e le PMI innovative sono simili.

Il concetto di start-up (art.25 D.l. 179/2012) e i connessi benefici fiscali sono legato alla fase “iniziale”dell’attività (5 anni). Quello di PMI esula da ogni riferimento temporale.

Requisiti PMI innovative

Una PMI innovativa è una società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, che rispetti i seguenti requisiti oggettivi (DL 3/2015, art. 4):

Inoltre, è necessario che siano rispettati almeno due dei seguenti requisiti:

  1. spese in R&S e innovazione pari ad almeno il 3% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione;
  2. impiego di personale altamente qualificato (almeno 1/5 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno 1/3 con laurea magistrale);
  3. è titolare, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto o titolare di un software registrato

Le imprese in possesso dei suddetti requisiti possono accedere alla sezione speciale ad hoc del Registro delle imprese. Ai fini dell’iscrizione è sufficiente un’autocertificazione del legale rappresentante.

La PMI innovativa è tenuta a confermare annualmente, presso la Camera di Commercio territorialmente competente, il possesso di almeno due dei tre requisiti sopra citati, pena la perdita dello status speciale.

La qualifica di PMI innovativa da diritto a specifiche agevolazioni fiscali.

Agevolazioni per le PMI innovative

Alle PMI innovative sono riconosciute una serie di agevolazioni fiscali,

Difatti, le agevolazioni possono essere così elencate:

Particolare menzione meritano l’agevolazione (seppur indiretta) prevista per chi investe nelle PMI innovative e l’accesso gratuito al Fondo di garanzia PMI.

  Agevolazioni a favore delle PMI innovative: guida MISE (786,9 KiB, 261 hits)

La detrazione per gli investimenti in PMI Innovative

A partire dal 1° gennaio 2017, per coloro che investono in PMI innovative sono previste specifiche detrazioni.

Le detrazioni spettano sia alle persone fisiche sia alle persone giuridiche, le società per intenderci.

Difatti:

Il D.L. 34/2020, D.L. Rilancio, ha rafforzato le suddette detrazioni portandole al 50%. Rivendendo l’importo massimo detraibile.

Le detrazioni del D.L. Rilancio sono si affiancano a quelle già in vigore.

L’accesso gratuito al Fondo di Garanzia PMI

Le  PMI innovative  beneficiano di un intervento semplificato, gratuito e diretto del Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese.

Tale fondo a  capitale pubblico agevola a l’accesso al credito attraverso la concessione di garanzie sui prestiti bancari. La garanzia, applicabile sia in via diretta che su operazioni effettuate tramite confidi, copre fino allo 80% del credito erogato dalla banca fino a un massimo di 2,5 milioni di euro.

Le PMI innovative sono soggette in ogni caso a una valutazione del Fondo, che classifica la rischiosità dell’operazione sulla base di 5 fasce di rating (Fonte MiSE Guida alle agevolazioni per le PMI innovative).

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Tags: ABC FiscoPMI