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Furbetti del cashback: le imminenti misure anti-frode. Ecco cosa si rischia

I furbetti del cashback continuano a prendere di mira i benzinai, con comportamenti a limiti della frode. Ormai pronte però le contromosse.


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di - 17 Febbraio 2021

In arrivo la stretta contro i furbetti del cashback, ecco cosa si rischia a fare i trucchetti. Ne abbiamo già parlato poco tempo fa, ma la rilevanza e l’attualità del fenomeno, unitamente alle novità degli ultimi giorni, impongono di affrontare nuovamente il problema. Stiamo parlando dei cosiddetti furbetti del super cashback, ossia coloro che hanno fatto ricorso ad alcuni ‘artifici’ allo scopo di aumentare in modo esponenziale le proprie transazioni giornaliere in via elettronica. Lo scopo è facilmente intuibile: scalare la classifica del bonus super cashback semestrale.

E’ infatti recente la denuncia dei benzinai – ossia i soggetti maggiormente presi di mira – che hanno fatto notare casi di automobilisti poco corretti; e che agiscono rasentando la vera e propria truffa. Per un pieno, c’è chi è riuscito a produrre ben 100 transazioni elettroniche.

Vediamo allora più da vicino che cosa sta succedendo e quali limitazioni potrebbero finalmente essere a breve introdotte, contro questi “accumulatori seriali” di transazioni cashback.

Furbetti del cashback: il caso dei benzinai presi d’assalto

In queste ultime settimane, i dati parlano chiaro: il Piano Cashback sta ottenendo un buon successo; tanto che l’app IO, nel mese di gennaio contava più di 5,8 milioni di iscritti, con una previsione di crescita progressiva per il futuro. D’altronde, la possibilità concreta di ottenere un rimborso del 10% sui propri acquisti, ma soprattutto la possibilità di concorrere ai premi del super cashback di 1.500 euro per i primi 100.000 utenti che registrano il maggior numero di transazioni elettroniche, deve aver spinto molti consumatori a partecipare all’iniziativa. Compresi i più disonesti, ovviamente.

Infatti, anche in questi giorni i benzinai – ma la lista degli esercenti/negozianti di certo non comprende soltanto questa categoria – continuano ad essere presi d’assalto dai furbetti del cashback. Centinaia le segnalazioni un po’ in tutta Italia. I gestori di impianti scoprono scontrini chilometrici per incassi di poche decine di euro. Hanno a che fare insomma con chi effettua ripetute transazioni per importi totali irrisori.

La falla nel sistema del super cashback

Il meccanismo che permette di mettere in atto questo trucco ai confini della legalità, è molto semplice. E’ ormai risaputo che il sistema dei bonus in oggetto, oltre a permettere rimborsi fino a 150 euro, a fronte di un minimo di 50 transazioni cashless ogni 6 mesi, comporta anche un super bonus da 1.500 euro, nei confronti di chi  sarà semestralmente incluso tra i primi  100.000 registrati, con il più alto numero di operazioni cashless.

Ecco perchè è opportuno affrontare nuovamente l’argomento. Il problema di fondo è che al momento in materia sussiste un vuoto normativo, per il quale non è stato imposto dalla legge un limite massimo alle transazioni elettroniche per ciascun acquisto. Risultato:  i furbetti del cashback hanno margine di azione; dando luogo così a pagamenti multipli anche per la stessa spesa.

La semplicità del meccanismo è sotto gli occhi di tutti. Pensiamo al caso dei benzinai e degli automobilisti che fanno rifornimento. Agire indisturbati è assicurato. Basta infatti fare benzina self service, frazionando l’importo desiderato in tante piccole spese di un euro o poco più. In queste settimane, i furbetti hanno agito soprattutto di notte, per non farsi notare.

Il danno per gli esercenti è concreto

Se il trucco va a tutto vantaggio degli automobilisti poco onesti, per i benzinai il problema è di duplice natura. Infatti, da un lato questi ultimi debbono sopportare un costo maggiore per la carta degli scontrini, a fronte di valori minimi di spesa; dall’altro i benzinai corrono il pericolo che l’impianto si blocchi, nel caso la carta termini.

La Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti (FIGISC) è recentemente intervenuta, ricordando che sebbene la pratica in questione, seppur scorretta, non sia al momento illegale, detto comportamento dei furbetti del cashback comporta nuovi supplementari costi di gestione per i gestori; peraltro già colpiti dal danno economico da pandemia e conseguente lockdown. Tuttavia, se allo stato attuale non c’è una regola che vieti il frazionamento della spesa totale in tante piccole spese e scontrini, non è affatto detto che la situazione non cambi. Anzi.

Il Ministero dell’Economia, anche sulla spinta data dagli appelli delle associazioni di categoria, sta lavorando a contromisure ad hoc per contrastare queste pratiche disoneste da parte dei furbetti del cashback.

L’onere della commissione aumenta al diminuire del guadagno

La situazione è dunque la seguente. Se da una parte abbiamo l’incremento delle transazioni elettroniche come punto a favore della progressiva transizione digitale, dall’altra lo sproporzionato utilizzo dei pagamenti elettronici costituisce un indubbio ed oggettivo costo per tutti gli esercenti, che subiscono le pratiche scorrette dei furbetti del cashback. Tanto da comportare controlli e verifiche da parte dell’Agenzia dell’Entrate.

Più nel dettaglio, per ciascun negoziante/esercente – dunque benzinai inclusi – una transazione con pagamento elettronico fa scattare il pagamento di una commissione, che è di valore irrisorio se il margine di guadagno per una singola transazione è consistente, ma che diventa sempre più onerosa, laddove il margine di guadagno e l’importo stesso della transazione si assottiglino. A ciò si somma inoltre il danno a livello ecologico, rappresentato dall’eccessivo numero di scontrini emessi. Ecco spiegate le proteste dei benzinai di tutta la penisola e la conseguente iniziativa da parte del MEF.

Le misure in arrivo per combattere il fenomeno

In questo quadro in cui sembra che i furbetti del cashback possano continuare a farla franca, le Istituzioni stanno valutando le mosse da compiere. Tuttavia, è necessario fare presto. Infatti, la stessa società Pago S.p.A. non può intervenire drasticamente; in assenza di nuove regole ad hoc, più rigide. Quali potrebbero dunque essere le misure in arrivo? Vediamole in sintesi:

Concludendo, è assai probabile, oltre che auspicabile, che dette misure – al vaglio del MEF  in questi giorni – saranno introdotte entro brevissimo tempo.

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