Conguaglio IRPEF: scopri il ricalcolo definitivo delle imposte nella busta paga di dicembre per adeguare tasse e detrazioni del lavoratore.
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di Antonio Maroscia - 9 Dicembre 2024
La busta paga di dicembre è particolarmente rilevante per i lavoratori in quanto include il conguaglio IRPEF di fine anno, un’operazione con cui il datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta, calcola in modo definitivo le imposte (Irpef) dovute dal dipendente per l’anno solare. Il conguaglio fiscale avviene confrontando l’imposta lorda totale con le detrazioni fiscali già applicate. Qualora emergano discrepanze, si potrà avere una trattenuta o un rimborso nella retribuzione di dicembre. L’operazione può essere effettuata anche alla fine di un contratto a tempo determinato, mentre eventuali ulteriori conguagli possono essere gestiti nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo (es. modello 730).
Il conguaglio potrebbe influenzare l’importo netto della busta paga di dicembre, rendendolo superiore o inferiore rispetto a quanto percepito normalmente. Questo meccanismo permette di adeguare le imposte versate durante l’anno alle effettive condizioni del dipendente, considerando eventuali redditi aggiuntivi o detrazioni non applicate in precedenza. Il tutto garantisce il rispetto degli obblighi fiscali in modo corretto e trasparente. Prima di vedere come funziona e come si procede riepiloghiamo in breve come avviene il calcolo e la tassazione IRPEF in busta paga.
Ma come si calcola l’imposta da trattenere? Quando vengono elaborati i cedolini, l’ufficio paghe o il consulente / professionista per conto del datore, simula quale sarà la retribuzione complessiva dell’anno, prendendo a riferimento il compenso dello stesso mese di gennaio, perché è l’unico dato noto.
Il risultato della simulazione è preso come riferimento per calcolare le tasse da trattenere dal compenso mensile. Dalla tassazione IRPEF lorda vanno poi scalate le eventuali detrazioni fiscali per lavoro dipendente e per familiari (figli o moglie) a carico, sulla base della documentazione fornita dal lavoratore.
Lo stesso meccanismo avviene per i mesi successivi fino ad arrivare a dicembre (mese del conguaglio fiscale di fine anno).
Prima di procedere oltre vediamo in breve qual è il significato della parola conguaglio. Con il termine conguaglio si intende un importo che si è tenuti a corrispondere o a ricevere per pareggiare un debito o un credito nei confronti del Fisco nel nostro caso. Serve cioè a pareggiare i conti a fine anno.
A seconda delle situazioni, sarà necessario pagare delle somme aggiuntive (conguaglio a debito), oppure avere dei soldi in più in busta paga (conguaglio a credito).
Il conguaglio è conosciuto perchè legato alle bollette di luce e gas, ma nel nostro caso si applica anche al lavoro e alla busta paga.
Qualora invece dal conguaglio emerge che l’Irpef pagata dal dipendente nel corso dell’anno è inferiore a quella effettivamente dovuta si tratta di un “conguaglio a debito” e al dipendente verrà trattenuta in busta paga una somma pari alle tasse non versate.
Ricordiamo infine che il conguaglio definitivo potrà essere fatto anche con la dichiarazione dei redditi, ovvero tramite modello 730. Può capitare ad esempio che vi siano maggiori detrazioni, perchè il lavoratore non le ha comunicate prontamente al datore di lavoro, oppure vi siano da calcolare nuovi bonus fiscali o detrazioni fiscali per spese sostenute nel corso dell’anno. In questo caso si avrà ancora Irpef a debito o a credito da calcolare tramite il 730.
Vediamo nel dettaglio come vengono effettuate le operazioni di conguaglio da parte del datore di lavoro e quali sono gli elementi da considerare.
In corrispondenza della busta paga di dicembre, il consulente del lavoro o l’addetto paghe e contributi procede, attraverso l’ausilio di appositi software, ad una serie di operazioni per il calcolo del Conguaglio IRPEF di fine anno; ovvero al calcolo definitivo dell’IRPEF, delle addizionali comunali e regionali.
Stabilire l’ammontare delle retribuzioni è il primo passo da compiere per le operazioni di conguaglio. L’ufficio paghe o il professionista / studio per conto dell’azienda sommerà i compensi su cui calcolare le tasse (cosiddetto imponibile fiscale) maturati dal dipendente ogni mese da gennaio a dicembre (comprese le mensilità aggiuntive come tredicesima e quattordicesima).
Il totale rappresenta il monte retributivo per stabilire l’Irpef effettivamente dovuta dal dipendente.
Esempio:
Ipotizzando che per tutti i mesi restanti (tredicesima compresa) l’imponibile sia sempre pari a euro 2.307,00 ne consegue che la retribuzione utile ai fini del calcolo dell’Irpef (complessiva ed effettiva) dell’anno sarà pari a 2.307,00 * 13 = 29.991,00 euro.
Il secondo passo è stabilire l’imposta lorda (che non è l’importo definitivo dovuto dal dipendente). Per farlo, è necessario applicare le aliquote Irpef fissate dalla legge (art. 11 DPR n. 917/86), diverse a seconda degli scaglioni di reddito complessivo.
A tal proposito ricordiamo che aliquote e scaglioni sono cambiati nel 2024). Riportiamo qui di seguito la tabella aggiornata.
Scaglioni IRPEF 2024 | Aliquota IRPEF 2024 |
per i redditi fino a 28.000 euro | 23% |
da 28.000 fino a 50.000 euro | 35% |
da 50.000 in poi | 43% |
Con un reddito annuo lordo di 29.991 euro, l’IRPEF viene calcolata applicando le aliquote previste per il 2024. Il primo scaglione, che prevede un’aliquota del 23% sui redditi fino a 28.000 euro, genera un’imposta pari a 6.440 euro (calcolata su tutto lo scaglione). Per la parte eccedente, ossia i 1.991 euro compresi tra 28.000 e 29.991 euro, si applica invece l’aliquota del 35%, che porta a un’imposta aggiuntiva di 696,85 euro. Sommando le due voci, l’IRPEF lorda ammonta a 7.136,85 euro.
A questa cifra si applicano le detrazioni spettanti. Nel caso specifico, il lavoratore ha diritto a 1.802 euro di detrazione per lavoro dipendente. Pertanto, l’IRPEF netta da versare è pari a 7.136,85 – 1.802 = 5.334,85 euro.
Ultimo passaggio è il confronto con le ritenute già operate nell’anno. Si somma l’Irpef trattenuta in ogni mese da gennaio a dicembre e la si confronta con l’imposta netta ottenuta dalle operazioni di conguaglio e calcolata sulla retribuzione annua effettiva.
Riprendendo l’esempio precedente le situazioni che possono svilupparsi sono due:
Per finire la nostra guida al conguaglio IRPEF busta paga vediamo ora cos’è e come funziona il Codice Tributo 1001. Si tratta di uno dei codici previsti dall’Agenzia delle Entrate ed è utilizzato dai datori di lavoro quali sostituti d’imposta per il versamento dell’IRPEF dovuta su retribuzione, mensilità aggiuntive e infine per il conguaglio.
La cifra che il lavoratore trova sul cedolino indicata ad esempio alla voce “irpef cod 1001 cong” sarà poi versata dal datore di lavoro direttamente al Fisco tramite modello F24 indicando proprio il codice tributo 1001.