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Home»ABC Lavoro»I diritti dei padri lavoratori: guida completa a congedi e permessi

I diritti dei padri lavoratori: guida completa a congedi e permessi

Antonio Maroscia19 Marzo 20258 Mins Read
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Scopri tutti i diritti dei padri lavoratori: congedo di paternità, parentale, permessi per allattamento e malattia dei figli. Guida aggiornata!

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Papà lavoratori congedi permessi retribuiti

Il ruolo del padre nella famiglia è diventato sempre più centrale, con una crescente attenzione alla condivisione delle responsabilità genitoriali. Per questo, la normativa italiana ha introdotto misure specifiche per permettere ai padri lavoratori di conciliare lavoro e famiglia.

Oggi, i padri possono usufruire di congedi obbligatori e facoltativi, permessi retribuiti e altre tutele, garantendo la loro presenza nei momenti più importanti della vita del figlio. Questa guida offre una panoramica chiara e aggiornata su tutti i diritti disponibili, aiutando i genitori a orientarsi tra le opportunità offerte dalla legge.

Indice:
  • Congedo di paternità obbligatorio: 10 giorni alla nascita del figlio
  • Congedo di paternità alternativo
  • Congedo parentale per i padri
  • Permessi per allattamento per i padri lavoratori
  • Permessi per la malattia del figlio
  • Permessi Legge 104 per assistenza ai figli disabili
  • Conclusione
  • Schema riassuntivo dei diritti dei padri lavoratori

Congedo di paternità obbligatorio: 10 giorni alla nascita del figlio

Il congedo di paternità obbligatorio è una misura pensata per garantire ai padri lavoratori dipendenti la possibilità di trascorrere del tempo con il proprio figlio nei primi mesi di vita. Questo diritto si applica sia ai lavoratori del settore privato che a quelli del pubblico impiego e non può essere negato dal datore di lavoro. Il padre può usufruire di questi dieci giorni lavorativi in modo flessibile, scegliendo se prenderli consecutivamente o in giorni separati, ma sempre entro i primi cinque mesi di vita del bambino. Inoltre, questo congedo può essere fruito anche contemporaneamente al congedo di maternità della madre.

Un aspetto importante di questa misura è che il padre riceve un’indennità pari al 100% della retribuzione, garantendo così un sostegno economico senza alcuna perdita salariale. Inoltre, nel caso di parto plurimo, il periodo di congedo viene esteso a 20 giorni lavorativi, per consentire al padre di supportare adeguatamente la famiglia nella gestione dei neonati.

Punti chiave:

  • Il congedo può essere fruito in modo frazionato entro i primi 5 mesi dalla nascita.
  • La retribuzione è pari al 100% dello stipendio.
  • In caso di parto plurimo, il congedo è esteso a 20 giorni.

Congedo di paternità obbligatorio

Congedo di paternità alternativo

Oltre al congedo di paternità obbligatorio, esiste un’altra forma di congedo riservata ai padri lavoratori, nota come congedo di paternità alternativo. Questo diritto si attiva in circostanze particolari, ovvero quando la madre è impossibilitata a usufruire del congedo di maternità. Le situazioni che danno diritto a questo congedo includono la morte della madre, una grave infermità, l’abbandono del figlio o l’affidamento esclusivo al padre.

In questi casi, il padre può beneficiare del congedo per il periodo che sarebbe spettato alla madre e non è stato fruito. Questo significa che il padre può assentarsi dal lavoro per un massimo di cinque mesi, garantendo al neonato una figura di riferimento stabile anche in situazioni difficili. Durante questo periodo, il lavoratore percepisce un’indennità pari al 100% della retribuzione, esattamente come accade per il congedo di maternità della madre.

Questa misura è fondamentale per assicurare la continuità dell’assistenza al neonato e per tutelare il diritto del padre a prendersi cura del proprio figlio in circostanze particolarmente delicate.

Punti chiave:

  • Si attiva in caso di morte, grave infermità, abbandono o affidamento esclusivo del figlio al padre.
  • Il padre usufruisce del congedo per il periodo non fruito dalla madre.
  • L’indennità è pari al 100% della retribuzione.

Congedo papà

Congedo parentale per i padri

Il congedo parentale è un’ulteriore misura a disposizione dei genitori per dedicare più tempo alla crescita dei figli. Spetta sia alla madre che al padre, purché siano lavoratori dipendenti, e può essere richiesto fino al dodicesimo anno di vita del bambino. A differenza del congedo di paternità obbligatorio, il congedo parentale è facoltativo e permette ai genitori di suddividere il tempo in maniera flessibile.

Ogni genitore ha diritto a un massimo di sei mesi di congedo, ma il periodo complessivo di astensione indennizzabile non può superare i nove mesi. Di questi, tre mesi spettano esclusivamente alla madre, tre mesi al padre e gli ultimi tre possono essere suddivisi tra entrambi i genitori, a seconda delle esigenze della famiglia. La retribuzione varia in base alla durata del congedo e all’età del figlio: i primi tre mesi sono indennizzati all’80% dello stipendio, se fruiti entro i primi sei anni di vita del bambino (una novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2025), mentre i successivi sei mesi sono coperti al 30%.

Questo congedo è uno strumento fondamentale per favorire la condivisione delle responsabilità familiari tra entrambi i genitori, promuovendo un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata.

Leggi anche: Congedo parentale 2025 con 3 mesi all’80%, ecco le novità

Punti chiave:

  • Il congedo può essere fruito fino ai 12 anni del bambino.
  • I primi tre mesi sono retribuiti all’80%, i successivi sei al 30%.
  • Ogni genitore ha diritto a un massimo di sei mesi di congedo, con un limite di nove mesi totali.

Permessi per allattamento per i padri lavoratori

Sebbene il termine “permessi per allattamento” faccia pensare esclusivamente alle madri, in realtà anche i padri possono beneficiarne in alcune circostanze. Se la madre è lavoratrice autonoma, non lavora o rinuncia espressamente ai permessi, il padre ha diritto a ore di permesso giornaliere per prendersi cura del neonato.

Questi permessi consentono di ridurre l’orario di lavoro per agevolare la gestione del bambino nei primi mesi di vita. Il padre può usufruire di due ore al giorno di permesso se il suo orario di lavoro è pari o superiore a sei ore, mentre ha diritto a un’ora giornaliera se lavora meno di sei ore al giorno. Il trattamento economico resta invariato, poiché i permessi sono retribuiti e coperti dall’INPS.

Leggi anche: Permessi per allattamento: cosa sono, quante ore spettano, chi paga, come fare domanda

Punti chiave:

  • Spettano al padre solo se la madre è autonoma, non lavora o rinuncia.
  • Due ore di permesso giornaliere per orari pari o superiori a sei ore.
  • I permessi sono retribuiti e coperti dall’INPS.

Maternità, paternità e congedo parentale iscritti gestione separata INPS

Permessi per la malattia del figlio

La legge tutela il diritto dei genitori di prendersi cura dei figli malati, riconoscendo permessi specifici per entrambi. I padri lavoratori possono assentarsi dal lavoro quando il figlio si ammala, con modalità che variano in base all’età del bambino. Se il figlio ha meno di tre anni, le assenze sono illimitate ma non retribuite. Dai tre ai dodici anni, il padre ha diritto a cinque giorni di permesso all’anno, sempre non retribuiti.

Per usufruire di questi permessi, è necessario presentare al datore di lavoro un certificato medico che attesti la malattia del bambino. Questa misura consente ai padri di essere presenti nei momenti critici della salute del figlio, senza rischiare ripercussioni lavorative.

Leggi anche: Malattia figlio – Permessi, congedi e aspettativa per i genitori lavoratori

Punti chiave:

  • Assenze illimitate (non retribuite) fino ai tre anni del figlio.
  • Cinque giorni all’anno (non retribuiti) per figli tra i tre e i dodici anni.
  • Necessario un certificato medico per giustificare l’assenza.

Permessi Legge 104 per assistenza ai figli disabili

I genitori di figli con disabilità grave accertata possono usufruire dei permessi previsti dalla Legge 104/1992. Questi permessi sono concessi per garantire un adeguato supporto al minore e possono essere utilizzati dal padre lavoratore per conciliare le esigenze lavorative con quelle familiari.

I permessi prevedono la possibilità di assentarsi dal lavoro per un massimo di tre giorni al mese, che possono essere utilizzati in modo frazionato o continuativo. Questi giorni sono retribuiti e non incidono sul computo delle ferie o della tredicesima. Il diritto ai permessi è riconosciuto solo se il figlio è in una condizione di disabilità grave certificata dall’INPS.

Punti chiave:

  • Tre giorni di permesso mensili retribuiti.
  • Possono essere fruiti in giorni interi o frazionati.
  • Non incidono su ferie e tredicesima.

Conclusione

I padri lavoratori godono di diversi diritti per bilanciare il lavoro con la famiglia. Conoscere queste tutele consente di usufruire appieno delle agevolazioni previste dalla legge. Per informazioni dettagliate e aggiornamenti, è sempre consigliabile consultare fonti ufficiali come INPS e Ministero del Lavoro.

Schema riassuntivo dei diritti dei padri lavoratori

Misura Durata Retribuzione Note
Congedo di paternità obbligatorio 10 giorni (20 in caso di parto plurimo) 100% Fruibile entro 5 mesi dalla nascita
Congedo di paternità alternativo Periodo rimanente del congedo di maternità 100% In caso di decesso, grave infermità, abbandono o affidamento esclusivo al padre
Congedo parentale Fino a 6 mesi per genitore (max 9 mesi totali) 80% per i primi 3 mesi, 30% per i restanti 6 Fruibile fino ai 12 anni del figlio
Permessi per allattamento 1-2 ore al giorno 100% Solo se la madre è autonoma, non lavora o rinuncia
Permessi per malattia del figlio Illimitati fino a 3 anni, 5 giorni tra 3 e 12 anni Non retribuiti (verifica CCNL) Necessario certificato medico
Permessi Legge 104 3 giorni al mese 100% Per figli con disabilità grave

Questa tabella offre una sintesi delle principali misure di tutela per i padri lavoratori, facilitando la comprensione e l’accesso ai diritti previsti dalla normativa vigente.

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Larino al n° 511 del 4 agosto 2018
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