Per via delle elezioni amministrative in corso e in vista del referendum nazionale del 2025, torna attuale il tema dei permessi elettorali e dei riposi compensativi per i lavoratori dipendenti chiamati a svolgere un ruolo attivo nei seggi elettorali. In questa guida completa vedremo tutto ciò che c’è da sapere su assenze giustificate dal lavoro, retribuzioni garantite, documenti da presentare e diritti tutelati per chi presterà servizio come presidente, segretario, scrutatore o rappresentante di lista.
Il referendum nazionale ha rilevanza su tutto il territorio, pertanto le regole qui descritte valgono per ogni cittadino italiano chiamato a svolgere ruoli elettorali. Le amministrative, invece, interessano solo alcune aree, ma le norme restano valide anche per queste consultazioni locali. Ecco cosa c’è da sapere.
Permessi elettorali 2025: cosa sono e a chi spettano
Durante le giornate elettorali, migliaia di cittadini saranno impegnati nei seggi come operatori. Tra questi, molti sono lavoratori dipendenti. La legge italiana tutela il loro diritto all’assenza dal lavoro per tutto il periodo necessario allo svolgimento delle operazioni di voto e scrutinio.
Questo vale sia per ruoli attribuiti tramite nomina ufficiale (come presidenti, scrutatori e segretari) sia per ruoli scelti liberamente, come i rappresentanti di lista, di candidato o di gruppo.
Chi rientra in una di queste categorie ha diritto ad assentarsi dal lavoro per l’intero periodo in cui è previsto il servizio elettorale. Questa assenza non solo è giustificata, ma è anche retribuita normalmente come giornata lavorativa.
Elezioni e lavoro: come gestire l’assenza per i turni nei seggi
Le operazioni elettorali non si esauriscono nelle giornate di voto: in genere iniziano il giorno prima per la costituzione del seggio e proseguono fino alla fine dello scrutinio. Il lavoratore impegnato nelle elezioni può quindi assentarsi da lavoro in questi giorni, senza subire penalizzazioni.
Cosa succede se si vota di domenica e lunedì
Nel 2025, le consultazioni referendarie e amministrative si svolgeranno tra domenica e lunedì. In questo caso, la legge riconosce ai lavoratori i seguenti diritti:
- se i giorni in cui si lavora al seggio coincidono con giorni lavorativi (es. lunedì o sabato, se previsto dal proprio contratto), è prevista una normale retribuzione per ciascuna giornata di assenza;
- se il servizio si svolge in giorni festivi o non lavorativi (come domenica o sabato, in caso di settimana corta), il lavoratore ha diritto a usufruire di riposi compensativi equivalenti.
Quando si ha diritto al riposo compensativo
Se un lavoratore presta servizio in un giorno festivo, la legge prevede che abbia diritto a riposi compensativi da fruire successivamente. Ad esempio, se un lavoratore è impegnato al seggio la domenica e il lunedì, potrà chiedere di assentarsi dal lavoro martedì come recupero.
In alternativa, può concordare con l’azienda di monetizzare la giornata festiva, ovvero ricevere un compenso aggiuntivo in busta paga. La scelta tra riposo o retribuzione deve avvenire in accordo con il datore di lavoro.
E se lo spoglio finisce dopo mezzanotte?
Capita spesso che le operazioni di scrutinio si protraggano fino a tarda notte. In questi casi, se lo spoglio va oltre la mezzanotte del lunedì, il martedì è considerato interamente giornata lavorativa e va retribuita normalmente. Il lavoratore ha diritto ad assentarsi anche se ha lavorato solo qualche ora dopo la mezzanotte.
Cosa fare per ottenere i permessi elettorali: documenti da presentare
Per giustificare l’assenza e ottenere il riconoscimento dei permessi elettorali, è necessario fornire documentazione ufficiale. Prima dell’inizio delle operazioni, bisogna presentare la nomina ricevuta dal Comune o dalla Corte d’Appello, che attesta l’incarico come presidente, segretario, scrutatore o rappresentante.
Dopo la chiusura del seggio, il lavoratore dovrà invece farsi rilasciare un attestato firmato dal presidente del seggio, che certifichi i giorni e gli orari di effettiva presenza. Questo modulo è spesso già presente tra i documenti ufficiali forniti al seggio.
Chi paga i giorni di assenza per servizio elettorale
La retribuzione durante l’assenza per motivi elettorali è interamente a carico del datore di lavoro. A differenza di altri permessi retribuiti (come quelli per malattia o congedi parentali), in questo caso non interviene l’INPS. Anche i riposi compensativi sono garantiti dall’azienda e non vanno recuperati successivamente.
Cosa dice la legge sui permessi elettorali
La materia dei permessi elettorali è regolata da diverse norme di legge:
- Legge 29 gennaio 1992, n. 69
- Legge 21 marzo 1990, n. 53, art. 119
- D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361
Queste norme sanciscono il diritto all’assenza retribuita, ai riposi compensativi e alla tutela del posto di lavoro per tutti i cittadini che prestano servizio elettorale.
Partecipare ai seggi elettorali è un diritto (e un dovere)
Sempre più spesso i Comuni segnalano difficoltà nel reperire scrutatori e presidenti di seggio. Eppure, partecipare attivamente allo svolgimento delle elezioni non è solo un diritto: è anche un dovere civico. Una volta nominati, i cittadini hanno l’obbligo di presentarsi, salvo motivazioni valide documentate.
Non bisogna avere timore a partecipare: il lavoratore dipendente è pienamente tutelato dalla legge. Il datore di lavoro non può opporsi alla richiesta di permessi per servizio elettorale né può penalizzare il dipendente per aver svolto un incarico civico.
Conclusione
Le elezioni amministrative e il referendum 2025 rappresentano un appuntamento importante per la democrazia. Se sei un lavoratore dipendente e hai ricevuto una nomina a un incarico elettorale, ricordati che la tua assenza è protetta e retribuita. Informati per tempo, conserva la documentazione e confrontati con l’ufficio del personale: adempiere ai tuoi doveri civici è un tuo diritto, e la legge è dalla tua parte.