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Permessi studio, 150 ore retribuite per il diritto allo studio

La legge consente allo studente lavoratore di godere dei permessi per il diritto allo studio: quanti ne spettano e come richiederli


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di - 14 Marzo 2024

I lavoratori dipendenti hanno diritto nella generalità dei casi a fruire di specifici permessi per studiare, ma di cosa si tratta e come funzionano esattamente i cosiddetti permessi studio? Da premettere che in generale il permesso dal lavoro rappresenta un momento quantificabile in giorni o solitamente ore, in cui il dipendente non svolge la prestazione lavorativa per motivi che la legge o i contratti collettivi giudicano meritevoli di assenza.

Durante l’astensione, il dipendente ha comunque diritto alla retribuzione spettante come se avesse regolarmente lavorato. Funzionano un po’ come le ferie, ma vanno in aggiunta alle ferie lavorative, e in più sono legati a determinati eventi o occasioni (permessi studio, permessi per lutto ecc.)

Vediamo nello specifico chi e per quanto tempo può usufruire delle 150 ore diritto allo studio, ma partiamo primo con un po’ di normativa di riferimento.

La normativa di riferimento sul diritto allo studio nel lavoro

Nell’ambito del diritto del lavoro (Legge 300/1970 articolo 10) e del diritto allo studio, la legge italiana riconosce ai lavoratori dipendenti dei permessi per esami universitari, oppure per sostenere esami di diploma scolastico ecc.

In particolare:

Diritto allo Studio: cosa prevede la Legge 300 del 1970 art 10 per i lavoratori studenti

Il diritto allo studio per gli studenti lavoratori è previsto dallo Statuto dei Lavoratori, Legge 300 del 1970 all’articolo 10, che recita:

I lavoratori studenti, iscritti e frequentanti corsi regolari di studio in scuole di istruzione primaria, secondaria e di qualificazione professionale, statali, pareggiate o legalmente riconosciute o comunque abilitate al rilascio di titoli di studio legali, hanno diritto a turni di lavoro che agevolino la frequenza ai corsi e la preparazione agli esami e non sono obbligati a prestazioni di lavoro straordinario o durante i riposi settimanali.

I lavoratori studenti, compresi quelli universitari, che devono sostenere prove di esame, hanno diritto a fruire di permessi giornalieri retribuiti.

Il datore di lavoro potrà richiedere la produzione delle certificazioni necessarie all’esercizio dei diritti di cui al primo e secondo comma.

I contratti collettivi possono intervenire con previsioni di miglior favore. Vediamo ad esempio il settore metalmeccanici e il settore commercio cosa prevedono per comprendere meglio la situazione.

Permessi studio Ccnl metalmeccanici (diritto allo studio 150 ore)

Ad esempio per quanto riguarda i permessi studio CCNL Metalmeccanici – Industria:

Permessi studio Ccnl commercio (150 ore diritto allo studio)

Il CCNL commercio prevede invece che

“i lavoratori potranno richiedere permessi retribuiti per un massimo di 150 ore pro-capite in un triennio”.

Questa modalità di regolamentazione, sebbene non prevista legalmente, è in realtà la più frequente.

Permessi studio 150 ore: quali documenti servono

Come disciplinato dalla legge (art. 10 L. n. 300/70) il datore può chiedere a chi è assente in permesso per motivi di studio di presentare idonea documentazione.

E’ bene che l’obbligo sia comunicato ai dipendenti in alternativa con:

Le caratteristiche della documentazione comprovante l’assenza sono legate alla tipologia di corso o prova d’esame che il dipendente ha dovuto sostenere, nel rispetto di un contenuto minimo:

Preavviso

La legge nulla prevede in merito al preavviso che il dipendente deve riconoscere al datore di lavoro per comunicargli l’assenza.

In mancanza di disposizioni specifiche da parte della contrattazione collettiva, l’azienda può prevedere un certo numero di giorni di preavviso all’interno del regolamento aziendale.

Come trovo i permessi studio in busta paga

Per i giorni o le ore di permesso per motivi di studio il dipendente ha diritto alla retribuzione spettante in caso di regolare svolgimento dell’attività lavorativa. Durante le assenze maturano anche:

I periodi di astensione dovranno essere indicati nel calendario presenze del Libro Unico del Lavoro con un apposito giustificativo.

Discorso diverso se il dipendente non presenta idonea documentazione. In questo caso l’assenza è ingiustificata e non spetta alcuna retribuzione per i giorni / ore in cui non è stata svolta attività lavorativa.

Si segnala altresì che qualora il contratto collettivo e il codice disciplinare lo prevedano, un certo numero di assenze ingiustificate può comportare l’avvio di una procedura di contestazione disciplinare che, nei casi limite, può concludersi con la risoluzione del rapporto per licenziamento.

Permessi studio per studenti lavoratori: a chi spettano

Stante il tenore della legge che parla di “studente lavoratore”, il diritto ai permessi studio si estende a tutte le tipologie di contratto di lavoro subordinato:

Esclusi invece i contratti a chiamata.

Cos’altro prevede la legge sulle 150 ore diritto allo studio

Oltre al classico permesso studio la legge (artt. n. 5 e 6 L. n. 53/2000) riconosce:

Nei primi, i lavoratori hanno diritto di assentarsi per seguire corsi predisposti dalle strutture competenti o dall’azienda. La disciplina del monte ore, della retribuzione spettante e dei criteri di individuazione dei lavoratori è demandata ai contratti collettivi.

I congedi per la formazione extra-lavorativa spettano invece a chi ha almeno 5 anni di anzianità aziendale. Questi possono richiedere una sospensione dal lavoro non retribuita finalizzata a:

Il congedo non può eccedere gli 11 mesi, continuativi o frazionati, nell’arco dell’intera vita lavorativa.

I termini di preavviso, le modalità di fruizione e il numero di dipendenti che se ne può avvalere sono disciplinati dalla contrattazione collettiva.

Durante il congedo il dipendente ha diritto alla conservazione del posto di lavoro ma non matura l’anzianità di servizio.

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This post was last modified on 14 Marzo 2024

Categories: ABC Lavoro
Tags: permessi e congedi